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Professore bullizzato: cosa succede allo studente che minaccia e bullizza

Martina Sapio 27 Aprile 2021
M. S.
23/04/2024

Vicenza, professore bullizzato, stessa cosa a Sondrio e Lucca come mostra un video de Le Iene, e non sono casi isolati: ecco cosa succede allo studente che bullizza.

La violenza a scuola non è un fenomeno nuovo, né raro, casi con vittime studenti indifesi e più deboli, sono conosciuti purtroppo in tutta Italia.

Abbiamo conosciuto lo spiacevole episodio di bullismo di Jessica influencer di 17 anni che umilia Khadim, mentre si spoglia in diretta Instagram davanti al ragazzo disabile.

Ma quando ad essere vittima, come si vede nel video de Le Iene è il prof, come nel caso del professore bullizzato a Lucca o in altri casi di violenza sui docenti a scuola come a Vicenza e Sondrio, cosa succede?

Mille questioni, e numerose risposte. Ad esempio, cosa può fare il docente ostaggio dell’alunno, o minacciato di morte? E’ sufficiente un risarcimento per l’insegnante? Cosa prevedono la tabella delle sanzioni disciplinari e lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria?

In ogni caso, le modalità di violenza scolastica in queste vicende provocano sempre numerose polemiche. Ci si chiede di chi è la colpa, cosa fare per fermare la violenza a scuola e come rieducare un bullo.

Partendo dal caso del professore bullizzato a Lucca con l’avvocato Elisa Cocchi e la professionista dirigente scolastica Rossella De Luca, capiremo succede allo studente che minaccia il prof. Sarà poi il Prof. Salvatore Manzo a raccontarci il suo personale episodio di maltrattamento scolastico.

Dal caso Le Iene del professore bullizzato a Lucca, allo studente che minaccia il prof. Responsabilità

Non si sente raramente di uno studente che minaccia il professore bullizzato e spesso ripetutamente maltrattato. Purtroppo, questi episodi sono sintomo di un più grande problema educativo e sociale. Ma di chi è la colpa e la responsabilità?

“Quando c’è una relazione, il discorso della colpa è da cancellare. La colpa presuppone altri concetti. È più un discorso di tipo sociale che si può registrare in questo momento. I ragazzi, come i bambini, sono stati messi in una realtà in cui il percorso formativo è direttamente entrato in contatto con i cambiamenti sociali. C’è bisogno di un discorso di responsabilità, condivisa, tra famiglie e docenti. Diventa sempre più importante sottolineare il ruolo della corresponsabilità educativa.” – Chiosa la dirigente scolastica Rossella De Luca -.

“E’ come se fosse venuto meno quel rapporto di fiducia, stima e rispetto nei confronti di tutte le istituzioni. È un problema che coinvolge la politica, la chiesa e la scuola. Però questo sfilacciarsi dalla fiducia nelle istituzioni sta portando i ragazzi ad assumere comportamenti che sono in linea con l’idea della scuola stessa. 

Episodi di cronaca come quello del professore bullizzato a Lucca sono saliti subito alla ribalta. Cosa pensa di questi episodi gravi?

“Ci troviamo difronte ad un problema sociale. Non è un problema legato a singole istituzioni. È legato a quello che è l’idea di rispetto. Non c’è più rispetto dei ruoli, delle persone, delle istituzioni. – Continua la dirigente –

“Prima il rispetto era dato sulla base della qualifica, adesso bisogna andare a guadagnarselo sul piano personale. Ma c’è comunque un indebolimento del senso di responsabilità. Dobbiamo promuovere una responsabilità personale e una cittadinanza sociale. Inoltre dobbiamo incidere sul quel versante educazione digitale. È l’erosione dell’autorevolezza delle istituzioni che determina queste conseguenze negative.” – Conclude la DS Rossella Luca -.

Io prof bullizzato a scuola, minacciato da uno studente

Nel bullismo, quando la vittima è il prof, come nel caso del video de Le Iene, sorge protesta ed indignazione dell’opinione pubblica. Ed a giusta ragione lo studente che minaccia il professore deve essere rieducato, come ci racconta Salvatore Manzo, professore bullizzato da uno studente.

“Quello che mi è accaduto, mi ha fatto sperimentare da un lato il difficile, e purtroppo sempre più frequente rapporto conflittuale tra scuola e famiglia. Ma dall’altro, la bellezza e l’efficacia del nostro lavoro, quando riusciamo a cogliere le opportunità e trasformarle in una sfida educativa.”

– E cosi ci racconta il prof. Salvatore Manzo -. “Durante una video lezione, mi accorgo che un alunno ha posto in sovraimpressione, sul suo monitor, una scritta col mio nome. Inoltre ostenta in bella mostra un oggetto, impedendo di far vedere il suo volto. Voleva chiaramente attirare l’attenzione su di sé.  Lo invito a rimuovere la scritta e gli faccio notare che è opportuno che mostri il suo volto e non altro. La reazione del ragazzo è risentita ed inizia una evidente polemica, via via sempre più aggressiva”.

“Cerco di fargli capire che può chiuderla lì, altrimenti rischia anche una nota”.  – Dichiara e continua spiegandoci che è a questo punto, che il ragazzo, inveisce – “Questo è proprio da manicomio!”.

“Sconcertante è stata poi la reazione dei genitori. La mamma mi telefona subito dopo la lezione e mi fa notare che forse ho interpretato male quanto fatto e detto dal figlio. Rincara la dose il padre, strappa il telefono dalle mani della madre e, con tono immediatamente aggressivo e minaccioso, esordisce: “Noi andiamo a lavorare al mattino per guadagnarci da vivere. A lei ha dato fastidio quello che ha fatto mio figlio? Io domani vado dalla preside e dirò che ero presente nella stanza e che mio figlio non ha fatto né detto quello che lei afferma.”  – Racconta il professore bullizzato dallo studente e dai genitori dello stesso -.

Decido di contattare il ragazzo e chiedergli un incontro su meet con alcuni suoi compagni di classe.  Accetta, ci incontriamo.” 

“Durante l’incontro il ragazzo, riconoscendo quanto il giorno prima aveva negato ed aiutato dai compagni prende atto di aver esagerato nella reazione avuta.”

“Ammette che spesso gli capita di “perdere le staffe” di fronte ai docenti. Motiva questo con un trascorso vissuto personale fatto di continue sgridate e segnalazioni. Aggiunge poi che la colpa è del suo carattere, ereditato dal padre. – Ci riporta il docente e continua – “Avete visto, prof., come ha reagito mio padre!”, mi dice.”

“Gli dico che comprendo le sue ragioni e che, è pur vero che possiamo sempre scegliere cosa tenere e cosa lasciar andare, di ciò che ereditiamo. Ci congediamo con soddisfazione da entrambe le parti.Non posso dire altrettanto per quei genitori, che ancora non ho avuto il piacere di vedere!” – Conclude il suo racconto il prof Salvatore Manzo -.

Cosa succede allo studente che minaccia il professore: tabella sanzioni

Ascoltati i casi di violenza a scuola a Sondrio, Vicenza e del professore bullizzato a Lucca, del caso di bullismo di Jessica contro Khadim, e ancora del racconto del docente Manzo, occorre sapere cosa succede allo studente che minaccia il prof.

La prima cosa da sapere e che esiste una tabella delle sanzioni disciplinari applicabili allo studente bullo, violento o che comunque non rispetta determinate regole. Oltre poi le conseguenze legali come si spiega il docente e avvocato Elisa Cocchi.

“Le conseguenze giuridiche nei confronti dello studente sono molteplici, alcune anche in relazione all’età dello stesso, e si possono suddividere in disciplinari, civili e penali. I docenti, nell’esercizio delle loro funzioni, sono un pubblici ufficiali e dunque possono, a seconda della condotta in concreto esercitata, integrarsi diverse fattispecie di reato.”  – E cosi l’avvocato Cocchi ci spiega -.

  • Resistenza a pubblico ufficiale, punita con la reclusione da sei mesi a cinque anni (art. 337 c.p.).
  • Violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale, stessa pena di reclusione da sei mesi a cinque anni (art. 336 c.p.).
  • Oltraggio a pubblico ufficiale, con una possibile sanzione di reclusione da sei mesi a tre anni (art. 341 bis c.p.).”

Poi ci sono anche reati comuni, quelli cioè dove la persona offesa può essere chiunque.

  • Le percosse, lesione, violenza privata, atti persecutori, tutti puniti con la reclusione. Si pensi anche solo al fatto del docente costretto a non parcheggiare nel parcheggio della scuola perché ripetutamente gli sono state bucate le gomme dell’autovettura). O alle molestie, la diffamazione sino al sequestro di persona (es. chiudo a chiave il docente in bagno).”

Nel caso il professore bullizzato è vittima di uno studente minorenne, questi è responsabile penalmente?

“L’art. 98 c.p. stabilisce che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto, se aveva la capacità di intendere e di volere; ma la pena è diminuita” e, dunque, l’alunno può essere sottoposto ad un procedimento penale laddove abbia compiuto i 14 anni.  – Spiega l’Avvocato Cocchi -.

Cosa può fare un professore bullizzato dallo studente: reati e pene

Ma cosa può fare il docente di Vicenza ostaggio dell’alunno, o quello di Lucca minacciato di morte? E” sufficiente un risarcimento come accaduto a Sondrio, per il diciassettenne che bullizzò l’insegnante?

Quali sono le sanzioni o pene previste per lo studente, nel caso in cui si configuri un reato vero e proprio?

“A seconda della condotta in concreto posta in essere la pena base può essere nel massimo anche di 6 anni come nell’ipotesi sia integrata la fattispecie dello stalking.”

Sul piano scolastico, è previsto un allontanamento dalla scuola obbligatorio per legge o è una scelta discrezionale dei singoli istituti? 

“Fonte normativa di riferimento è il DPR 24 giugno 1998, n. 249, lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria. Si prende in considerazione la scuola secondaria in quanto solo chi ha compiuto i 14 anni è imputabile.” 

“La normativa di dettaglio è poi indicata dai regolamenti dei singoli istituti scolastici. Come qualsivoglia sanzione, anche quella disciplinare, deve essere motivata e dapprima deve mettere nelle condizioni lo studente di potersi difendere, enunciando le proprie ragioni.” – Conclude il docente e avvocato Elisa Cocchi -.

© Riproduzione Riservata
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Martina Sapio Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, scrivo per la sezione Attualità e vedo nel giornalismo il modo migliore di mettere in pratica le mie conoscenze. Ho sempre amato scrivere così come ho sempre amato informarmi sul mondo che mi circonda, sul suo modo di cambiare e di evolversi. Per questo ho deciso di iniziare ad esplorare questo mondo. Capire da quali meccanismi è mossa la nostra società. Mi interesso in particolar modo di politica e di tematiche economiche, sia di carattere nazionale che internazionale, di come queste costanti influenzino tutti noi. Nello scrivere cerco di essere quanto più diretta e chiara possibile: un lavoro di ricerca e di rifinitura che ha come obiettivo la sola, vera informazione. Leggi tutto