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Fuoricorso in esubero? Parlano gli studenti

Redazione Controcampus 3 Agosto 2012
R. C.
28/03/2024

Un’estate nera per gli atenei italiani.

Dopo la stangata inflitta dall’ormai celeberrima spending review che ha visto un innalzamento all’ennesima potenza delle rette universitarie, le università italiane si ritrovano a fare i conti con un’altra batosta targata Sole24Ore.

Il giornale ha pubblicato nei giorni scorsi la classifica dei 10 atenei con più studenti fuoricorso:  un primato di cui non bisogna andarne fieri se pensiamo che la percentuale che separa la prima è l’ultima posizione è appena del 9,6%.

Al primo posto, infatti, troviamo il Politecnico di Torino con più della metà degli iscritti fuoricorso, esattamente il 51,4% mentre chiude la classifica l’Arcavarcata di Rende con il 41,8%.

Dati a dir poco allarmanti. Ma perché così tanti fuoricorso nei nostri atenei? Quali sono i problemi che portano milioni di studenti a non conseguire il titolo in tempo?

Per questo motivo abbiamo voluto raccogliere il parere degli studenti di questi atenei e capire insieme quali, secondo il loro punto di vista, siano le cause di queste percentuali così alte e i possibili rimedi per ovviare una volta per tutte a questo problema.

Il Politecnico di Torino è la prima università in classifica con il 51,4%  ed Elena è pronta a dire la sua: Penso che il problema fondamentale di Torino sia dovuto ai tagli, a parte le classiche lamentele dovute alle aule inadeguate ci sono stati tagli per quanto riguarda i corsi: lingue, ad esempio, ha dovuto tagliare sui corsi di lettorato di inglese, per i corsi di laurea specialistica e magistrale sono previste solo 2 ore a settimana e prepararsi all’esame relativo diventa difficile considerando che da come si può dedurre è uno degli esami più importanti”.

Anche se sul podio troviamo un’università del nord in classifica notiamo come ci siano ben 8 atenei del sud e notiamo come i problemi che causano quest’esubero di fuori corso siano molteplici.

Luana e Michela, infatti, non ci stanno a vedere la loro università, Foggia, al secondo posto con il 45,4%: “Penso che fondamentalmente il problema-base sia sempre lo stesso,ovvero la povertà culturale di questa città; –spiega Luana– purtroppo il problema va accentuandosi in quanto è l’Italia intera adesso a risentire della ”crisi” ma in realtà nel sud Italia non abbiamo mai trascorso picchi di benessere! Quanto all’università, bhè che dire, se prima c’era qualche ragazzo speranzoso nel proprio futuro e di conseguenza dedito allo studio per sperare in una carriera futura, adesso non c’è neanche più quello. Siamo tutti demotivati e ci accontentiamo dei lavoretti occasionali,magari a nero che non ci fanno sentire il peso di un disagio che spero di cuore finisca presto!
Ad aggravare la situazione ci si mette l’università con la sua ”mala organizzazione”: appelli che saltano, professori che non si presentano, ecc… sembra poco ma tutto questo -conclude- ritarda il normale decorso di uno studente e di conseguenza aumenta il numero dei fuoricorso. Ma alla fine diciamocelo: a loro fanno comodo un po’ di tasse da pagare in più”.

Credo che non si possa generalizzare per un discorso così ampio!-esclama Michela– Molti studenti sono quasi costretti a scegliere la strada dell’università per poter avere più chance nel mondo del lavoro e questo è uno dei primi errori; la mancanza di una motivazione giusta crea insoddisfazione e di conseguenza un rallentamento della carriera universitaria. Le università foggiane sono mal organizzate e la cosa più grave, a mio parere, è l’elevato costo delle tasse che dovrebbero garantire e offrire servizi migliori , invece gli studenti ottengono scarse informazioni da dipendenti pagati per quella mansione, date di appello cancellate o bloccate per mancanza di docenti e organizzazione pessima che porta gli studenti a scegliere un solo esame poiché tutti sistemati lo stesso giorno! credo che molti studenti siano rallentati anche dalla necessità di lavorare per sostenere le tasse universitarie. L’università va incontro agli studenti lavoratori,è vero, però sappiamo benissimo che non tutti possono dichiarare il loro lavoro, in quanto in nero; per questo motivo credo sia il caso di creare agevolazioni per studenti con reddito basso. Uno studente con reddito zero arriva a pagare quasi 800 euro di tasse universitarie, penso che ricevere dispense gratuitamente o sconti su fotocopie o libri sia il minimo. Inutile chiedere di abbassare le tasse perché è ormai un’utopia,ma spronare centinaia di ragazzi a credere in un futuro migliore non costa poi tanto!”

Invece Matteo ha deciso di optare per la diplomazia per spiegare il perché di 2 università campane, l’Università degli studi di Salerno e l’Università degli studi del Sannio, siano posizionati rispettivamente al terzo e al nono posto con il 43,4 e il 42%: Un dato che impressiona, per proporzione e storicità del problema, ma che non giunge proprio “inaspettato”. Chiaro spiegare numeri così vertiginosi non è semplice, ma di una cosa sono sicuro: diventare fuoricorso qui al sud è più facile che altrove. Per tante ragioni. Storiche innanzitutto, ma anche sociologiche e culturali.
I ritardi del sud sono tanti, basta guardarsi attorno. Qui è tutto più difficile. Anche studiare. Perché stringi stringi, studiare costa e qui di moneta ne circola col contagocce. Senza considerare che da noi lo studio è ancora l’unico modo per scampare a un destino altrimenti già scritto e che si chiama “disoccupazione”. Perciò non ci si deve meravigliare che in tanti guardino all’università come un salvacondotto per il futuro. I casi sono tanti: Problemi logistici (frequentissimi) che rallentano la frequenza, difficoltà di abbinare studio e lavoro (per chi deve fare da sè), atenei non sempre attrezzati, ecc ecc.  Soluzioni? Be’ tanto per cominciare non mi dispiacerebbe una comunicazione più consona, più riflessiva e meno sguaiata, frettolosa, maleducata. Soprattutto da parte dei politici. La superficialità di certi commenti è avvilente, oltre che inaccettabile. Il Paese avrebbe bisogno di meno battutacce e più fatti. Programmi più flessibili, a seconda delle criticità, forme di assistenza, di recupero. Ad esempio, che so, politiche di tutoraggio serie. Ovviamente questo significa investire denaro pubblico, cosa che fa drizzare i peli a Monti e co.
Risolvere il problema dei fuoricorso insomma è una faccenda intricata, piena di implicazioni proprio perché coinvolge un’infinità di aspetti: gli sportelli ad esempio sono pochini e spesso funzionano male o non funzionano affatto. Ecco, potenziare gli strumenti che ci sono e pubblicizzarli attraverso un linguaggio finalmente decente. I fuoricorso non sono sfigati da mettere in quarantena perché sennò rischiano di ammorbare tutto il paese. A volte c’è solo bisogno di ritrovare le giuste motivazioni, altre volte forse è il caso di ammettere l’errore e provare a ripartire senza per questo sentirsi dei falliti irrealizzati.
Il grosso, ribadisco, spetta però alla politica. Servono politiche giovanili serie, che permettano ad ognuno di trovare la propria strada senza doversi incamminare nei soliti vicoli ciechi. Non esiste alcun il bivio studio o lavoro, se entrambi non portano a niente.-conclude- Creare possibilità e restituire fiducia ai nostri giovani, specie a quelli in difficoltà, è questo il compito di un paese veramente civile
”.

La quinta posizione dell’Università degli Studi della Basilicata con il 42,8% secondo il pensiero di Veronica è frutto del fatto che molti si iscrivono all’università in attesa del posto fisso: “I fuoricorso -spiega- sono maggiormente quelli che trovano lavoro e si accontentano di quello, tralasciando gli studi. In effetti nell’ateneo lucano ci sono state pochissime iscrizioni alla specialistica, testimone del fatto che molti, ma non tutti, si sono iscritti alla triennale solo perché non avevano trovato lavoro, non perché  veramente motivati”.

Schietto il pensiero di Alessandra che ha le idee chiare sul perché l’Università degli Studi di Cagliari abbia conquistato il sesto posto con il 42,7% Io frequento l’Università di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari, e nonostante immaginassi un’alta percentuale di studenti fuori corso nell’Ateneo di Cagliari (io sono una di questi e frequentando ancora abbastanza la mia facoltà e amici di varie facoltà del mio ateneo mi accorgo che sono in tanti nella mia stessa situazione), non mi aspettavo che fosse così alta! Non intendo giustificare questa condizione elencando le moltissime mancanze e i grossi problemi di organizzazione che caratterizzano l’Università di Cagliari ma non escludo che giochino un ruolo abbastanza importante nella riuscita di una buona carriera universitaria. Avere insegnanti che hanno superato largamente l’età pensionabile, con conseguente calo di stimoli per svolgere il loro lavoro, svogliati e che non riescono a infondere motivazioni negli studenti, non aiuta. Il forte menefreghismo di alcuni altri docenti, che non si preoccupano di avvisare se cambia l’aula per una lezione all’ultimo momento, che non si presentano all’orario di ricevimento senza avvisare, che non organizzano tutti gli appelli possibili per un esame a ciascuna sessione d’esame, non aiuta. La mancanza di un sistema che funzioni per meritocrazia invece che per conoscenze, non aiuta. La mancanza di un sistema di studio,come quello presente in altre nazioni europee, per il quale esistono dei termini da rispettare se non si vuole perdere tutto il lavoro fatto fino ad allora, non aiuta. Insomma, -conclude- oltre al principale motivo, che continuo a pensare sia la mancanza di impegno costante da parte degli studenti poco motivati, questi sono alcuni dei problemi che credo dovrebbero essere risolti al più presto per rimediare al problema dei fuoricorso”.

Anche Delia è pronta a dire la sua sulla settima posizione “conquistata” dall’Università degli Studi di Palermo con il 42,6%: “La percentuale, secondo me, è dovuta al fatto che una volta terminati gli studi – siano di carattere scientifico o umanistico – non c’è un reale riscontro lavorativo. Gli studenti spesso si impegnano in piccole attività parauniversitarie per iniziare un percorso esperienziale che poi possa corroborare le qualità derivanti dal titolo di studio in sé. Certamente –continua– con il nuovo ordinamento e con la riforma successiva – che prevede il biennio magistrale – gli studenti si trovano in sostanza a studiare le stesse discipline, senza approfondirle ma ripetendo dei programmi già affrontati. Per quanto riguarda gli studi umanistici e specializzati credo di poter dire inoltre che non esiste un sistema parallelo ai corsi che avvii gli studenti a una seria ricerca: le biblioteche, per quanto fornite, non sono aggiornate e con loro la didattica che in alcuni casi è ferma ai testi degli anni Ottanta e Novanta. Si crea un vuoto che uno studente del Sud Italia si trova a dover colmare dopo 5 anni di carriera accademica – questo per mettersi in carreggiata rispetto agli atenei europei. Naturalmente sto parlando degli aspetti più negativi – quelli positivi sono noti. L’università italiana, per certi versi, resta ancora una tra le migliori: la formazione universale e l’approfondimento dei fondamenti del sapere vengono affrontati molto meglio qui che altrove. Il problema fondamentale resta sempre quello: il lavoro. Non esistono sbocchi perché non esistono infrastrutture atte ad ospitare alcune specializzazioni. In merito alle soluzioni, invece, bisognerebbe investire sulla creazione di reti serie che lavorino con l’Europa e dunque creazione di reti e strutture atte allo scambio. Non è possibile fare altrimenti: l’economia interna non funziona”.

La Calabria è fanalino di coda e purtroppo anch’essa come la Campania ha due atenei in classifica: l’Università degli Studi Mediterranea e l’Arcavarcata di Rende con rispettivamente il  42,2 e il 41,8% ma sul perché di queste posizioni Danilo esprime il suo pensiero:“La non possibilità a volte di non poter frequentare i corsi ha inciso sul presentarsi all’esame, non sapendo il corso su cosa verteva principalmente trovandosi davanti interi libri da studiare; frequentare invece aiuta un buon 50 % prima di mettersi sui libri.
I fuori corso sono dovuti anche ai vecchi corsi ormai chiusi di 4 crediti, con lunghe bibliografie da studiare. Non aiuta di certo dare in tempo l’esame se non si frequentano i corsi.
Altri problemi sono dovuti agli scarsi collegamenti tra i paesi della Calabria e le due università. Non tutti risiedono vicino l’ateneo e la lontananza non aiuta gli studenti per due motivi: il primo non essere in sede per sostenere un esame, il secondo, risiedendo a casa con i genitori e non avendo un’altra casa da mantenere porta a una situazione di lascito, di comodo e pensare “Tanto poi me lo do””.

 

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto