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Canio Noce: fisica moderna e teorica, il segreto del Big Bang

Redazione Controcampus 28 Ottobre 2012
R. C.
29/03/2024

Intervista a Canio Noce, professore associato di fisica della materia all’Università di Salerno: fisica moderna e fisica teorica, convenzioni e falsificazioni, svelato il segreto del Big Bang.

Lo scopo principale della scienza moderna consiste nella comprensione del mondo e nell’analisi dei fenomeni definibili e separabili mediante la percezione sensoria.

Nel saggio “il privilegio di essere un fisico”, Weisskopf sostiene che la scienza dei tempi nostri, sia nata grazie allo sviluppo di un nuovo stile di pensiero.

Qualche secolo fa, infatti, gli uomini cominciarono ad occuparsi di questioni concrete, lasciando le astrazioni e i dogmi dell’esistenza ai teologi e ai filosofi. In particolare, gli scienziati iniziarono a chiedersi non più cosa fossero la materia e la vita, ma quali fossero le proprietà dell’una e dell’altra.

Fu grazie a queste semplici e particolari domande che la scienza poté creare la sua visione della realtà, argomentando le conoscenze acquisite dal cinquecento in poi.

Prima del XVI sec, epoca della nascita della scienza moderna, gli scienziati si ponevano quesiti generici, del tipo qual è l’inizio e la fine dell’universo? Quesiti tuttora attuali, e per certi versi persino avveniristici, che oggi sono di competenza di fisici teorici e cosmologi.

Infatti, se la fisica cerca di capire come sia fatto l’universo e quale sia la sua funzione, la fisica teorica invece cerca di fornire un quadro sintetico che possa inglobare al suo interno i fenomeni analizzati in modo empirico. L’obiettivo di questa interessantissima branca della scienza è costruire un modello teorico basato sull’osmosi tra elementi fenomenici ed entità concettuali, ricavate da precedenti indagini e al contempo predire gli sviluppi del fenomeno.

Si tratta di un arduo compito, non c’è dubbio. Un compito che per essere svolto al meglio, necessita di alcuni correttivi catartici: ad esempio, le convenzioni. Per evidenza empirica, le indagini condotte nel tentativo di comprendere il funzionamento della Terra, non potrebbero soddisfare lo scienziato se non grazie ad una valutazione complessiva dell’universo, cioè dell’insieme di cui il nostro Pianeta è parte.

La comprensione dell’universo rappresenta una delle più grandi sfide dell’umanità. Secondo gli scienziati, questo misterioso, etereo ed infinito “contenitore” sarebbe l’insieme di tutto ciò che esiste, ossia delle cose che sono o saranno svelate grazie all’evoluzione della coscienza umana. Miliardi di galassie, stelle, asteroidi, pianeti e buchi neri edulcorano il variopinto e sublime disegno del cosmo.

Un disegno in cui l’uomo e la Terra, a dispetto di quanto ipotizzato nell’era Tolemaica, hanno ruoli e sfumature a dir poco elementari. Recenti stime, infatti, rivelano che la materia osservabile tramite i telescopi rappresenta solo l’1,5 % della massa dell’Universo. La comunità scientifica internazionale sostiene che la massa dell’universo sia caratterizzata per il 5% da materia barionica, cioè non luminosa, per il 30% da neutrini e, infine, per il 60% da materia oscura.

La materia oscura è una convenzione cosmologica. Gli scienziati, infatti, sono stati costretti ad ipotizzarne l’esistenza per poter spiegare ed al contempo confermare la legge di gravitazione universale. Del resto, la maggior parte dei dati acquisiti e divulgati dalla fisica teorica risultano fondati su ipotesi non facilmente verificabili.

La fisica teorica è caratterizzata da due elementi fondamentali. Da un lato, è illuminata da quei contenuti oggettivi che il fisico Selleri definisce “conquiste irreversibili dell’umanità”. Dall’altro lato, invece, la fisica è alimentata da contenuti logicamente arbitrari, che sono tali da rendere le creazioni scientifiche profondamente condizionate dai pregiudizi dei suoi creatori.

Dunque, non solo certezze ed esperimenti, ma anche dogmi, convenzioni e teorie contribuiscono a rendere la conoscenza dell’universo una sfida senza confini e priva di termini di paragone. Una sfida dura per gli scienziati ed ancor più dura per chi cerca di comprenderla attraverso conferenze, libri e riviste di settore.

Canio Noce: dalla fisica moderna alla fisica teorica, convenzioni e falsificazioni

L’appassionato di scienza, al di là dell’esperienza e della conoscenza acquisite attraverso le sue buone letture, sa di non poter mai saziare definitivamente la sua sete, perché il dubbio, in realtà, appartiene a colui che sa di non sapere e vive per trovar le risposte ai suoi eterei quesiti. Al fin di ricercare le suddette risposte, Controcampus ha deciso d’intervistare il Fisico professore Noce, professore associato di fisica della materia all’Università di Salerno.

Prof. Canio Noce, potrebbe spiegarci di cosa si occupa la Fisica Teorica? Quali sono i suoi principi fondamentali?

“Per poter rispondere in maniera esauriente alla domanda, è opportuno precisare, preliminarmente, cos’è la fisica. Sinteticamente, possiamo senza dubbio affermare che la fisica ha uno scopo molto ambizioso, proponendosi di capire com’è fatto e come funziona l’universo. Ciò implica che è oggetto della fisica tutto ciò che ci circonda, passando dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. Questo programma si può realizzare tenendo presente che, se l’esperimento è l’unico giudice della verità scientifica, è anche necessaria l’immaginazione per ipotizzare le semplici ma sorprendenti regolarità che governano i comportamenti della natura. – continua il professore dell’Unisa Canio Noce – Da un lato viene quindi puntualizzato il ruolo insostituibile dell’esperimento, dall’altro la necessità di un momento di sintesi (teoria) per prevedere e sistematizzare le regolarità presenti nella natura. Questi due aspetti, collegati e simbiotici, sono alla base della fisica. Pertanto e rispondendo alla domanda, costruire un modello teorico significa far corrispondere agli elementi di un fenomeno da spiegarsi, certe entità concettuali desunte da conoscenze precedentemente note e predire gli sviluppi del fenomeno nelle più varie circostanze possibili. Di questo si occupa la Fisica Teorica, nei suoi diversi campi di attuazione, dalle particelle elementari, alla fisica dei materiali per finire all’astrofisica.”

In che modo la Meccanica Quantistica sta cambiando la concezione del mondo?

“Il premio Nobel per la Fisica 2012, assegnato qualche giorno fa, è stato attribuito a David Wineland del National Institute of Standards and Technology e Università di Boulder in Colorado (USA) e Serge Haroche del Collège de France ed Ecole Normale Supérieure di Parigi (Francia), con la seguente motivazione: “for ground-breaking experimental methods that enable measuring and manipulation of individual quantum systems” (per gli innovativi metodi sperimentali che consentono di misurare e manipolare sistemi quantistici individuali). Dunque, questo riconoscimento testimonia che ancora oggi la Meccanica Quantistica, a novanta anni dalla sua formulazione teorica, è un campo di ricerca di grande attualità e fervore scientifico. I concetti alla base della Meccanica Quantistica hanno consentito di comprendere le proprietà dei metalli, degli isolanti, dei semiconduttori; dopodichè è stato possibile, per esempio, realizzare hard disk e memorie flash per computer. I principi della Meccanica Quantistica permettono di descrivere coerentemente gli atomi e i nuclei e quindi hanno aperto la strada all’indagine del corpo umano tramite analisi basate, per esempio, sulla risonanza magnetica. E ancora, dispositivi come i laser, i diodi emettitori di luce e strani fenomeni come la superconduttività trovano la loro completa descrizione tramite detta teoria. L’elenco è ancora lungo, ma dagli esempi citati appare evidente come la conoscenza della Meccanica Quantistica ha avuto e senza dubbio avrà ripercussioni ed effetti sulla qualità della nostra vita. Per concludere, le ricerche dei prima citati scienziati insigniti del premio Nobel hanno mostrato come utilizzare stati atomici come porte logiche quantistiche. Queste scoperte rappresentano il primo mattone verso la costruzione di computer quantistici, dispositivi che rispetto agli usuali computer correrebbero, per esempio, pochissimi rischi di decodificazione delle informazioni trasmesse via e-mail o web. – dice Canio Noce –  “Per quanto riguarda i cambiamenti a livello concettuale, la Meccanica Quantistica ha modificato sostanzialmente il ruolo dell’osservatore, colui che effettua la misura, rispetto all’osservato, l’oggetto dell’indagine. Infatti, in Meccanica Classica, cioè nello studio del moto degli oggetti che ci circondano e con i quali quotidianamente ci confrontiamo, l’interazione tra osservatore ed osservato è in pratica inesistente. Pertanto, indipendentemente dalla misura, è possibile stabilire con esattezza il risultato di un dato esperimento. Questo rapporto cambia in ambito quantistico; in questo caso, infatti, è l’osservatore che costringe la natura a rivelarsi in una delle sue possibili manifestazioni e questo dato è accessibile solo attraverso l’osservazione stessa. In altre parole, non c’è possibilità di accedere a questa informazione prima che avvenga la misurazione. Per introdurre una definizione apparentemente audace, possiamo concludere che in Meccanica Quantistica le caratteristiche reali ed oggettive del sistema fisico oggetto dell’indagine sono definite solo quando vengono misurate, e quindi, sono “create” dall’atto dell’osservazione.”

I risvolti pratici della Fisica Teorica per il prof Canio Noce dell’Unisa

“Come precedentemente precisato, lo scopo della fisica è comprendere e descrivere tutto ciò che ci circonda. Pertanto non è compito dei fisici costruire case, aerei, elettrodomestici e nemmeno curare malattie. Però si può senza dubbio affermare, senza tema di smentita, che architetti, ingegneri, biologi, medici tutti, fanno uso continuo delle leggi e delle scoperte della fisica. Per citare un esempio notevole di come una formulazione teorica, molto spinta sul piano formale, ha portato innumerevoli e inimmaginabili risvolti pratici, possiamo considerare quanto fatto da Maxwell alla fine dell’ottocento. Ebbene, Maxwell in maniera molto elegante e formalmente ineccepibile, con le sue equazioni ha fornito la base concettuale per poter descrivere tutti i fenomeni di natura elettrica, magnetica ed elettromagnetica. Le predette equazioni hanno consentito di comprendere e quindi descrivere la propagazione ed il comportamento delle onde elettromagnetiche, che sono alla base di tutte le strumentazioni elettroniche che ci circondano. Il funzionamento di radio, tv, cellulari ne sono esempi notevoli. – continua Canio Noce – “Allora, senza le idee prodotte dai fisici il livello della nostra società sarebbe primitivo perché niente aerei, televisori, frigoriferi, centrali elettriche, laser, computer, tac, radiografie, risonanze magnetiche e, ovviamente, la qualità della nostra vita sarebbe molto bassa. – continua il professore dell’Unisa Canio Noce – Al giorno d’oggi i maggiori contributi, con risvolti pratici di potenziale grande utilità, che la Fisica Teorica può dare rientrano nello studio dei materiali. Infatti, le tecnologie attualmente a disposizione consentono di controllare a livello atomico la fabbricazione di strutture artificiali come si farebbe con i mattoncini lego! Pertanto, la sfida per i teorici consiste nel predire come complesse interazioni possano dar luogo a nuovi materiali con proprietà elettriche e magnetiche particolari. Questi materiali potranno essere utilizzati, con opportuni accorgimenti, in aree strategiche quali la sensoristica e l’energy harvesting, tematiche che rientrano nel programma Horizon 2020 della comunità europea. Questo progetto può rispondere alla crisi economica investendo in futuri posti di lavoro e crescita, può occuparsi del tenore di vita, della sicurezza e dell’ambiente e può rafforzare la posizione dell’Europa a livello mondiale nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico”.

Il Big Bang secondo lo studio e la ricerca del professore Canio Noce

“Secondo il modello del Big Bang, l’Universo ha avuto origine con un’esplosione che, a partire da un punto materiale, ha riempito tutto lo spazio. Dopo questo momento ogni particella cominciò ad allontanarsi velocemente da ogni altra particella. Per visualizzare la natura di questa espansione si può considerare un palloncino sulla cui superficie sono disegnati dei punti: gonfiando il palloncino, la distanza fra due punti qualsiasi aumenta sempre più”. – dice Canio Noce – “La teoria del Big Bang è basata su alcune ipotesi, i principi, a partire dai quali ed utilizzando le equazioni di Einstein della relatività è stato possibile prevedere, tra l’altro, che l’universo è in espansione e si è originato da uno stato molto caldo e denso e la creazione degli atomi. Questi risultati sono stati derivati da numerosi scienziati su un lungo periodo di anni con successive conferme sperimentali.”  – continua il prof Canio Noce – “Uno dei maggiori successi della teoria del Big Bang è stato quello di fornire una previsione che corrisponde alle osservazioni di abbondanza di atomi leggeri nell’universo. Insieme con la spiegazione fornita per altri effetti, questa osservazione si è rivelata molto difficile da spiegare da parte delle teorie alternative al Big Bang”.

Professore Canio Noce, nell’opera “Fisica senza Dogma” il prof. Franco Selleri afferma che “tanto più sacra viene considerata una legge negli ambienti scientifici, tanto meno fondata sperimentalmente quella legge è”. Quali sono i dogmi e (citando un suo libro) i Problemi della Fisica Teorica?

“La più rimarchevole conquista della ricerca scientifica – sostiene il il professore dell’Unisa Canio Noce – è la piena consapevolezza della provvisorietà di qualsiasi modello. Tale provvisorietà non diminuisce il valore metodologico dei modelli, valore che consiste soprattutto nello stimolo ad escogitare e realizzare circostanze capaci di far constatare la validità o la non validità del modello provvisoriamente accolto. A tal proposito, è interessante citare una frase di Karl Popper, il quale sosteneva, a giusta ragione, che “una teoria, un’ipotesi vive nell’attesa della sua falsificazione”. – dice Canio Noce – “Dunque, una caratteristica imprescindibile di una fisica moderna è la possibilità della sua “falsificazione”, cioè i suoi principi, le sue teorie non sono immutabili ma devono essere sottoposti all’onere della prova sperimentale che può confermarli o invalidarli. Ogni teoria fisica si sviluppa coerentemente a partire da alcuni dogmi, i principi della teoria, che, come tali, non si possono dimostrare ma se ne possono valutare le conseguenze sperimentalmente per legittimarne la validità”.

“Come esempio notevole di una legge, o addirittura una intera teoria, che è stata modificata si può considerare la ben nota legge “f=ma”. Detta legge, nota anche come II principio della dinamica, costituisce il fondamento della meccanica classica, consentendo la descrizione del moto degli oggetti che ci circondano, dalla mela che cade dall’albero per arrivare al moto dei pianeti intorno al sole. Nonostante questi successi è stata sostituita più e più volte. Per esempio, in ambito relativistico, cioè a velocità molto elevate, si utilizza un’opportuna nuova legge formulata da Einstein, mentre in ambito quantistico, cioè nel mondo microscopico, viene, con successo, utilizzata l’equazione di Schroedinger. Di conseguenza una fisica statica, bloccata su alcuni paradigmi, non avrebbe in alcun modo ottenuto i successi dell’ultimo secolo se fosse rimasta ancorata ai principi della meccanica formulati da Newton e Galileo.” – conclude il professore dell’Unisa Canio Noce –

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto