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Nanotecnologie, Nanomateriali e…Nanopatologie

Redazione Controcampus 14 Ottobre 2012
R. C.
24/04/2024

Le Nanotecnologie secondo il Prof.

Antonio Mutti

La nanoscienza rappresenta uno dei simboli del progresso scientifico del XXI secolo. La diffusione degli studi sui nanomateriali e sulle nanotecnologie risulta essere in costante crescita. Le nanotecnologie, infatti, rappresentano una grande opportunità di sviluppo. Un’occasione per rivoluzionare e migliorare la vita delle persone e, perché no, il Pil delle nazioni. “L’anamnesi dell’infinitamente piccolo deve essere intesa quale cartina al tornasole per la comprensione dell’infinitamente grande”. Questa è la sintesi del pensiero scientifico moderno. Un pensiero che trae origine dalla necessità di comprendere le nuove e avventurose frontiere della scienza, senza aborrire o dimenticare il retaggio empirico fino ad ora acquisito.

Qualche tempo fa, il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia ha posto l’accento sull’importanza del telescopio e del microscopio, strumenti che devono essere considerati ancora fondamentali per comprendere la natura che ci circonda. In realtà, gli studi sulle nanotecnologie rappresentano sia un traguardo dal punto di vista quantitativo, sia un sintomatico mutamento di orizzonte scientifico. Le tecnologie per la manipolazione dei materiali su scala atomica, infatti, offrono la possibilità di realizzare strumenti e nanostrutture di dimensioni pari a miliardesimi di metro.

Quello tra scienza e nanotecnologie sembra ormai destinato a diventare un legame davvero necessario. Ma è davvero così? Lo abbiamo chiesto ( nel corso di un’intervista telefonica) al Prof. Antonio Mutti, ordinario di Medicina del Lavoro dell’Università di Parma e membro del Panel Contam dell’EFSA ( European Food Safety Authority).  “Le nanotecnologie – spiega Mutti –  presentano una composizione chimica particolarmente variabile e trovano applicazione in svariati settori produttivi. Vi sono due aspetti fondamentali delle nanoparticelle che devono essere considerate in osmosi con il settore economico e industriale, per prevenire possibili rischi per la salute. Il primo aspetto è dato dalle piccole dimensioni delle nano particelle. L’altro aspetto, invece, riguarda la biodisponibilità”.

Ad oggi, questo campo della scienza ha offerto notevoli risultati. L’utilità delle nanostrutture e dei nano materiali, va ricercata nella loro particolare duttilità. Nell’ultimo decennio, la comunità scientifica internazionale si è resa protagonista di numerosi studi d’impronta nanotecnologica, dai quali è emersa una funzionalità a dir poco eclatante. Una funzionalità che in breve tempo ha trasformato le nanostrutture in un vero e proprio punto di partenza per la comprensione della natura e per la risoluzione dei problemi quotidiani. La scienza ha scoperto che le nanotecnologie possono offrire ingenti opportunità di sviluppo sociale ed economico in vari settori. Si va dai trasporti, alla farmacologia, dal settore energetico a quello biomedico. In Italia, esistono circa 210 poli industriali impegnati in attività legate alle nanotecnologie. 670.000, invece, è il numero dei lavoratori italiani impiegati nel settore (dati ISTAT). Come detto, le nanotecnologie rappresentano una delle principali frontiere della scienza. Un settore in perenne crescita, che addirittura entro il 2020 coinvolgerà il 20% circa di tutti i prodotti industriali, e un numero di lavoratori pari a 6 milioni. Di recente, l’Università La Sapienza di Roma ha inaugurato il primo Laboratorio per le Nanotecnologie, spendendo oltre due milioni di euro per la sua realizzazione. Ma l’interesse per questa proficua branca della scienza, non sembra riscontrare ostacoli geografici. Anche nel Sud – Italia, precisamente presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca Nano_Mates dell’Università di Salerno, si effettuano studi e sperimentazioni che coinvolgono ogni anno studiosi provenienti dalle principali Università Europee.

Al di là dei pregi e delle notevoli opportunità offerte dalla ricerca sulle nanotecnologie, però, è importante porre l’accento anche su un altro aspetto : quello dei potenziali rischi per la salute. “Negli ultimi anni – continua l’esperto di Medicina del Lavoro – si stanno compiendo numerosi studi finalizzati alla comprensione dei loro effetti nocivi. In realtà, le nanoparicelle rappresentano un problema non del tutto nuovo. In certi ambienti lavorativi, infatti, determinate particelle sono inalate da sempre! Del resto, i ricercatori devono studiare il destino delle nano particelle anche per prevenire l’insorgere di nanopatologie che potrebbero essere anche serie ”. Molti scienziati sostengono che i nanomateriali possano mettere a serio rischio la salute delle persone, provocando infiammazioni e carcinomi. Nel corso della “Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro” del 2010, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha posto l’accento sui timori relativi alle nuove tecnologie globali, affermando: “Di solito le nuove scoperte sono applicate dall’industria prima che siano ben chiari i loro effetti sulla salute e sulla sicurezza”. Nel 2008 l’Inail (ex Ispesl) ha istituito il network nazionale per l’individuazione di misure di prevenzione connesse con l’esposizione a nanomateriali in ambito lavorativo ( Nanosh Italia). Il network ha quali obiettivi principali, il potenziamento delle attività di ricerca sui rischi da esposizione lavorativa, lo sviluppo di un approccio multidisciplinare e l’individuazione di strumenti idonei per lo sviluppo della comunicazione e il trasferimento delle conoscenze nel settore. Nanosh Italia trae origine dalla necessità di ridurre i rischi correlati all’impiego di tali tecnologie, cercando di sensibilizzare e coinvolgere sia la popolazione, sia le istituzioni.

Da sempre l’Inail, si batte per la tutela della salute dei lavoratori. Tuttavia, gli interessi delle parti possono essere rappresentati soltanto stando al passo con i tempi e attraverso una piena comprensione delle nuove tecnologie. Per ridurre il gap gnoseologico, l’Inail si è avvalso dell’apporto di diversi scienziati, i quali, dopo mesi di duro lavoro, sono riusciti a pubblicare un’opera di estrema importanza : il Libro Bianco. Il Libro Bianco trae origine dall’esigenza di comprendere al meglio quali siano le conseguenze generate da un contatto prolungato con i nanomateriali. Secondo gli autori dell’opera, “i soggetti a rischio sarebbero i lavoratori che producono, utilizzano, trasportano o manipolano nanoparticelle”. Tuttavia, entrare in contatto con tali nanostrutture è tutt’altro che impensabile. Per questa ragione è necessario che i cittadini siano resi edotti dei rischi connessi ad un’eventuale contatto con le nano particelle, attraverso apposite campagne di sensibilizzazione sociale,

“Le nanotecnologie – conclude il prof. Mutti – stanno prendendo piede in diversi settori. Dal punto di vista occupazionale, questo settore presenta grandi opportunità, ma occorre approfondire le conoscenze, per contenere possibili rischi per la salute, specie degli stessi lavoratori. Date le dimensioni estremamente piccole, le nanoparticelle possono comportarsi come gas.  In un certo senso, ritengo che in questa fase dobbiamo evitare di ripetere gli errori del passato, quando il rischio è stato, invece, sottovalutato. Si pensi a quanto è successo con l’amianto, la cui nocività fu scoperta soltanto dopo molti anni. Nonostante siano passati 20 anni da quando l’amianto è stato messo al bando, ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze in termini di mortalità per mesotelioma. Vorremmo evitare che lo stesso errore di sottovalutazione del rischio si verificasse con l’introduzione di nanotecnologie di cui non si conosca la pericolosità”.  

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© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto