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Cura Tumore: cardio-oncologia per tumore senza dimenticare il cuore

Redazione Controcampus 27 Marzo 2014
R. C.
28/03/2024

Università “Campus Bio-Medico” Roma - Salute: cardio-oncologia, curare il tumore senza dimenticare il cuore Con l'aumento dei tassi di guarigione e il prolungamento della sopravvivenza nei malati di tumore può associarsi nel tempo l'emergere di complicanze cardiovascolari.

Per questo i ricercatori stanno lavorando all’individuazione di markers che possano aiutare a identificare i pazienti con rischio cardiovascolare più elevato.

Intanto gli specialisti di cardio-oncologia mettono a punto una strategia per fasce di età a base di terapie meno a rischio cardiovascolare, monitoraggio cardiaco e attività fisica

Curare il tumore non vuol dire rischiare un giorno la vita per il cuore”. Il Prof. Giorgio Minotti, Responsabile dell’Unità Operativa di Farmacologia clinica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, sintetizza così i risultati dell’International Colloquium on Cardio-Oncology, organizzato dallo stesso Policlinico del Campus Bio-Medico di Roma e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.

Farmaci contro il tumore, terapie salvavita che determinano inevitabili effetti collaterali, in particolare al cuore e al sistema circolatorio. E poi stabilire quando un farmaco possa definirsi cardiotossico, ma anche come trattare un paziente con tumore in cui sia presente una ‘fragilità’ cardiocircolatoria e la costituzione di equipe di cardiologi, oncologi e ricercatori per individuare markers che possano aiutare nella predizione del rischio cardiovascolare in pazienti oncologici.

Ecco le strategie su cui si sono confrontati i maggiori esperti mondiali in materia. “Il problema della cardiotossicità dei trattamenti antitumorali non va enfatizzato ma nemmeno sottovalutato”, spiega Minotti, che cita anche uno studio statunitense condotto sui bambini oncologici, nei quali a circa 20 anni dai trattamenti si rivelavano problemi cardiovascolari rilevanti, sette volte superiori all’incidenza nella popolazione normale. “Ma qualunque sia la preoccupazione e la dimensione del rischio cardiovascolare – aggiunge – il trattamento oncologico resta irrinunciabile, purché sia il migliore e più efficace in rapporto alle condizioni del paziente”.

Condizioni che variano con l’età. Da qui l’esigenza – rimarcata un po’ da tutti gli esperti – di definire una strategia di prevenzione del danno cardiocircolatorio che varia rispetto alle tre diverse fasce di età. Nei bambini, per i quali il problema sono le ricadute a lungo termine, la strategia migliore è l’adesione a programmi di monitoraggio cardiocircolatorio prolungati nel tempo e condotti da specialisti, che sappiano cogliere tempestivamente le prime manifestazioni di eventi avversi.

Negli adulti – spiega Minotti – è necessario spingere sul trattamento oncologico, ma limitando le terapie a maggior rischio di complicanze, come quelle a base di beta-bloccanti e ace-inibitori”. Tutto ciò, raccomandano gli specialisti, riprendendo al più presto l’attività fisica e sottoponendosi a controlli cardiologici periodici, ma non ossessivi. Negli anziani occorre tenere presente, infine, la fragilità del paziente oncologico, “che non significa rinunciare al farmaco anti-tumorale, ma escludere le terapie più a rischio, come le antracicline, che andrebbero al limite somministrate a dosi frazionate”, spiega sempre il docente, secondo cui ancor più nella terza età è necessario un assiduo controllo medico. La ricerca sta profondendo un impegno sempre maggiore per realizzare farmaci ‘intelligenti’, cioè modellati sulle caratteristiche delle cellule tumorali. Nonostante questo, però, un certo rischio cardiovascolare rimane dietro l’angolo. Gli esperti non hanno alcuna intenzione di diffondere allarmismi ingiustificati. Anche se – affermano – non bisogna nemmeno sottovalutare il problema: almeno inizialmente, nei tempi immediatamente a ridosso della terapia, non sarebbe male cercare piccole anomalie asintomatiche, che con il tempo maturano verso eventi più significativi. Di conseguenza, bisogna muoversi in equilibrio tra allarmismo e sottovalutazione, dato che il rischio cardiovascolare può manifestarsi lentamente. “Èquindi necessario che chi si prende cura di questi pazienti li controlli con prudenza e per decenni”, prosegue Minotti.

D’accordo con questa conclusione il Prof. Steven E. Lipshultz, docente alla Miller School of Medicine dell’Università di Miami. “Identificare i fattori che possono aumentare la suscettibilità verso la cardiotossicità – sottolinea – è fondamentale, specie nei ragazzi e nei giovani sopravvissuti a un tumore. Non tutti, infatti, reagiscono in ugual modo all’utilizzo di dosi simili, ad esempio di antracicline. Il che sembra indicare la possibilità di una predisposizione genetica. Il nostro obiettivo sarà massimizzare l’efficacia di tali farmaci, riducendo i loro effetti tossici”.

Sulla stessa linea la Prof.ssa Flora E. van Leeuwen, docente al Netherlands Cancer Institute di Amsterdam. Parlando del trattamento del linfoma di Hodgkin mediante radioterapia, ha spiegato che “la tossicità cardiovascolare in quest’ambito è un importante effetto collaterale, ma non è ancora chiara la soglia di radiazioni oltre la quale si genera. È stato verificato, però, che le moderne tecniche radioterapiche consentono una preservazione più accurata della funzionalità cardiaca.Sarà importante fare attenzione ai loro sviluppi futuri”.

I partecipanti riuniti al Convegno hanno sottolineato anche gli interrogativi ancora aperti che la cardio-oncolgia deve affrontare. “Nonostante i progressi nelle conoscenze, non esiste ancora una definizione di cardiotossicità. Tutto ciò pone problemi anche nella pianificazione del trattamento, poiché la valutazione del rischio-beneficio tra terapia del tumore e rischi cardiovascolari non è sempre facile. In questa valutazione, deve rimanere ferma la consapevolezza che i farmaci antitumorali sono comunque salvavitaai quali non si può rinunciare e neppure si possono decidere per eccesso di cautela riduzioni di dosi o modifiche di schemi terapeutici approvati internazionalmente. Si tratta quindi di garantire la somministrazione di farmaci salvavita e fare quanto di meglio perché il paziente sia protetto dalla possibile insorgenza di eventi cardiovascolari”.

In questa direzione, i ricercatori stanno lavorando all’individuazione di markers che possano aiutare a identificare i pazienti con rischio cardiovascolare più accentuato. “Abbiamo acquisito nozioni grazie alle quali, in futuro, potremo realizzare screening che ci aiutino a prevedere chi potrebbe subire danni cardiovascolari post-terapia oncologica. Questo dimostra che la cardio-oncologia è una disciplina sufficientemente complessa da non poter essere confinata nell’ambito cardiologico e oncologico, perché le nozioni ottenute sono il risultato del lavoro svolto anche da genetisti, epidemiologi, ricercatori di laboratorio. Vi è quindi bisogno di una multidisciplinarietà e da questa collaborazione potrebbe giungere la soluzione per diagnosi più precoci, farmaci meno tossici, oppure cardioprotettivi, nonché per valutazioni più precise dei pazienti a rischio”, conclude Minotti.

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto