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Gli anticolesterolo possono fermare il cancro al seno, ecco perché

Redazione Controcampus 24 Marzo 2014
R. C.
23/04/2024

Uno studio tutto italiano, coordinato dal Laboratorio Nazionale CIB e dall’Università degli Studi di Trieste e condotto in collaborazione con l’Università di Padova, scopre in che modo gli anticolesterolo possono fermare il cancro, ovvero come cancro e processi metabolici responsabili della formazione del colesterolo si alleano nel tumore alla mammella e come farmaci in grado di bloccarli - per esempio le statine usate per combattere l’ipercolesterolemia - possono contrastare questo tipo di tumori.

Lo studio sul cancro, realizzato grazie ai finanziamenti dell’AIRC, è pubblicato oggi online dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature Cell Biology.

Svariate evidenze negli ultimi anni, infatti, hanno messo in luce diversi aspetti di un legame, tutto ancora da approfondire, tra le malattie tumorali e questa molecola, non solo quando è presente in eccesso nel sangue.

Oltre a essere assunto attraverso la dieta, il colesterolo, che non sempre è un pericoloso nemico, è anche prodotto dalle nostre stesse cellule. Queste ne hanno bisogno per costruire le proprie membrane e sono capaci, all’occorrenza, di mettere in atto una serie di reazioni chimiche che, attraverso diverse tappe e prodotti intermedi, giungono infine a sintetizzarlo.

Gli anticolesterolo possono fermare il cancro: la ricerca dell’Università degli studi di Trieste

Nel cancro questi processi vengono spesso sovvertiti e dirottati a vantaggio del tumore. In che modo, però, non era chiaro fino a oggi. A scoprirlo è stato un team di scienziati coordinato da Giannino Del Sal, professore ordinario di biologia applicata dell’Università di Trieste e capo dell’unità di oncologia molecolare del Laboratorio Nazionale CIB di Area Science Park a Trieste.

Nel lavoro pubblicato oggi online dall’autorevole rivista scientifica Nature Cell Biology i ricercatori italiani mostrano per la prima volta come intorno alla via metabolica che produce colesterolo si intreccino i destini e le azioni di alcuni attori chiave della trasformazione tumorale, della propensione dei tumori alla mammella a dare metastasi e della resistenza alla chemioterapia: i fattori YAP/TAZ.

Alcune sostanze prodotte nelle tappe intermedie di questa via, infatti, servono non solo per sintetizzare colesterolo ma vengono impiegate anche nei processi volti a rendere sempre attivi e senza freni YAP/TAZ. Spingere la cellula a produrre colesterolo, quindi, significa anche spingerla ad accendere questi potenti fattori. A spingere le cellule tumorali della mammella in questa direzione è un altro ben noto alleato dei tumori, la proteina p53 mutata, uno dei principali acceleratori della trasformazione e progressione maligna.

«Scoprendo quest’associazione» afferma Del Sal, che ha coordinato lo studio e che è anche direttore del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste «abbiamo chiuso un cerchio – e aperto la strada a nuove ricerche – mettendo in relazione, attraverso la via metabolica del colesterolo, due tra i principali assi molecolari che determinano i comportamenti più aggressivi di diverse forme tumorali».

Ma in che modo gli anticolesterolo possono fermare il cancro

I ricercatori sono arrivati a scoprire e collegare tutto questo partendo da lontano. «Negli ultimi anni abbiamo capito che YAP/TAZ rappresentano bersagli che sarebbe cruciale colpire nei tumori – spiega uno degli autori del lavoro, Stefano Piccolo, professore ordinario di biologia molecolare dell’Università di Padova – arrivare a loro però non è semplice». La strategie seguita dal team si può riassumere in ‘trovare nuovi meccanismi d’azione di vecchi farmaci’. Un approccio questo che offre un grande vantaggio: «Se un vecchio farmaco può essere impiegato per nuovi scopi, i tempi per l’utilizzo nei pazienti si accorciano moltissimo. Sulla base di quest’idea, abbiamo testato molecole già approvate per l’uso nell’uomo per scoprire quali tra questi farmaci fossero anche attivi nel bloccare o inattivare l’azione di YAP/TAZ nelle cellule tumorali della mammella». Più efficaci, tra un centinaio di agenti terapeutici testati, si sono rivelate le statine, i ben noti farmaci utilizzati contro l’ipercolesterolemia. Da qui i ricercatori sono andati a fondo investigando i dettagli biologici e gli aspetti molecolari di quest’azione.

Da un punto di vista clinico questa scoperta ha una grande rilevanza. «Anche se esistono già alcune evidenze circa un possibile ruolo antitumorale delle statine, abbiamo ora, per la prima volta, una solida base biologica per aspettarci che le statine – o altri farmaci in grado di colpire la via metabolica che porta alla sintesi del colesterolo – possano contrastare efficacemente i tumori mammari, in particolare quelli più aggressivi. Su queste basi potremo disegnare in modo accurato una sperimentazione clinica che permetta di verificarlo».

Questa scoperta è uno dei traguardi ottenuti dal team coordinato da Del Sal su cui ha puntato AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, nel 2010 con il suo programma speciale di finanziamento di oncologia clinica molecolare messo in campo grazie alle donazioni del 5X1000 degli italiani.

Gli YAP/TAZ gli anticolesterolo possono fermare il cancro la seno

Si tratta di molecole molto simili tra loro, capaci di guidare la trascrizione di altri geni e per questo di guidare comportamento delle cellule. YAP e TAZ servono per far crescere gli organi durante lo sviluppo embrionale e, nell’adulto, alla rigenerazione e al normale rinnovo dei tessuti.
Nei tumori YAP e TAZ fuggono ai rigidi controlli ai quali solitamente vengono sottoposti, riprogrammano le cellule rendendole più maligne e capaci di formare metastasi.

Chi è p53 mutata p53 è una proteina che normalmente svolge una funzione cruciale: salvaguardare l’integrità del patrimonio genetico cellulare, impedendo che il genoma accumuli mutazioni, ovvero alterazioni pericolose che possono indurre la cellula alla trasformazione maligna. Spesso nei tumori p53 viene persa e molto frequentemente si ritrova in forma mutata. Da guardiano buono, p53 mutata si trasforma in pericoloso acceleratore della trasformazione e progressione tumorale.

La scoperta – Nei tumori alla mammella YAP e TAZ sono regolati dal metabolismo del colesterolo, a sua volta regolato da p53 mutata.

Cosa fanno le statine – Bloccando la via metabolica (detta via del mevalonato) attraverso cui si arriva alla sintesi di colesterolo, ma anche di una serie di prodotti intermedi, non si producono più quelle molecole che servono a YAP/TAZ per rimanere accesi. YAP/TAZ così vengono inattivati e degradati, il tumore perde alcuni dei suoi più potenti determinanti, si indebolisce ed è più facile estirparlo

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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