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Numero Chiuso a Univaq: le dichiarazioni della Rettrice Inverardi

Redazione Controcampus 21 Maggio 2014
R. C.
19/04/2024

Università degli Studi de L’Aquila - La Rettrice Inverardi sulle motivazioni del numero chiuso per quattro corsi di laurea "In questi giorni stiamo assistendo al rincorrersi di notizie e dichiarazioni relative all'introduzione del numero programmato locale per 4 corsi dell'Ateneo su 5 critici, a fronte di altri 61 corsi che non hanno presentato alcun problema specifico.

“ –  Dichiara la rettrice Inverardi sulla questione dei corsi a numero chiuso a Univaq –

“Spesso queste dichiarazioni sono costruite senza alcun puntuale riferimento alla legge e al panorama universitario italiano che, per iniziare, nella quasi totalità dei casi già prevede il numero programmato per i corsi dei quali stiamo discutendo”.

Numero Programmato e Numero Chiuso Corsi di Laurea Univaq

Il problema fondamentale è –   Continua la rettrice sulla questione dei corsi a numero chiuso a Univaq – : l’introduzione del numero chiuso è una scelta politica del nostro Ateneo? Volendo allargare il quadro: stiamo voltando le spalle alla nostra città? È opportuno, a questo punto, chiarire di cosa si sta parlando, anche se occorrerà un po’ di pazienza da parte del lettore.”

“Nel gennaio e poi a dicembre 2013 sono stati pubblicati due Decreti Ministeriali, il n. 47 e il n. 1059, che regolano l’”Autovalutazione, Accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio e Valutazione periodica”, decreti attuativi della legge Gelmini. Questi decreti definiscono i criteri per mezzo dei quali comitati esterni di esperti valuteranno gli Atenei italiani, incluso il nostro.”

“Tra i criteri, il più rilevante è quello che fissa per ogni corso di laurea il numero massimo di studenti e il numero minimo di docenti che formano quella che potremmo definire una “buona classe”, ossia una classe con un rapporto equilibrato e congruo, secondo il Ministero, tra studenti e docenti. Se questo rapporto non è rispettato, il Ministero adotta una serie di misure di crescente criticità. Quali?”

“In primo luogo, il Ministero non accredita il corso medesimo, con conseguenze finanziarie sull’Ateneo; in secondo luogo ne propone la soppressione, ossia la sua chiusura completa; infine, mette sotto osservazione l’intero Ateneo, potendo giungere a imporre la chiusura completa dell’Istituzione. ” – Dichiara la rettrice Inverardi sulla questione dei corsi a numero chiuso a Univaq –

“Che piaccia o meno, la legge Gelmini impone al sistema universitario una serie di criteri di valutazione e controllo a cui occorre sottostare. L’idea di fondo è verificare che gli atenei programmino in modo efficace la propria offerta formativa in armonia con il numero e il tipo di docenti, laboratori, attrezzature e biblioteche di cui dispongono. Da questi criteri è emersa la necessità di adottare il numero programmato a livello locale: il numero di docenti e di studenti, le aule e i laboratori sono tali da non consentire di rispettare quella buona classe che abbiamo prima brevemente descritto.”

“Qualcuno obietta che nell’anno accademico 2013-2014, l’allora Preside della Facoltà di Scienze Inverardi non chiese il numero programmato locale per il corso di laurea in Scienze biologiche, lo stesso per il quale oggi si chiede tale intervento. Come mai?”

“Semplicemente perché i requisiti di docenza, il buon rapporto tra studenti e docenti che abbiamo visto, sono stati incrementali, ossia sono aumentati anno dopo anno, e aumenteranno ancora per l’anno accademico 2015-2016, per dare tempo agli Atenei di adottare misure correttive. E questo è successo anche per gli altri corsi di laurea.”

“Ma allora, incalzano alcuni, perché l’Ateneo non ha adottato tali misure, assumendo più docenti e chiedendo maggiori finanziamenti?”

“Ci sono, al riguardo, ragioni nazionali e ragioni locali. Da un lato, le norme votate dal Parlamento hanno imposto dei vincoli durissimi alle assunzioni. Gli Atenei, come le altre amministrazioni pubbliche, non possono assumere che una percentuale delle risorse che si liberano per cessazioni. Questo sarà vero fino al 2018, anno in cui nel nostro Ateneo andremo in parità, ossia potremo assumere tanti docenti quanti pensionamenti, ma fino al 2018 continueremo a perdere risorse umane senza poterle sostituire.”

“Dall’altro lato, quello locale, scontiamo le scelte di gestione del personale fatte dall’allora Rettore Di Orio il quale, sfondando il limite del fondo di funzionamento ordinario per spese di personale imposto dal Ministero, fece cadere il nostro Ateneo nella categoria dei “non virtuosi”, con la conseguenza di non poter assumere personale per ben due anni. Purtroppo, in quei due anni abbiamo avuto un aumento dei pensionamenti, che quindi non abbiamo potuto recuperare nemmeno nella misura del 50% prevista dalle norme. Questo atto ci è costato l’impossibilità di effettuare concorsi per un numero equivalente a 30 professori ordinari, oppure a 50 tra ricercatori ed associati, oppure a 60 ricercatori. Docenti che oggi ci avrebbero permesso di affrontare con altra serenità il duro passaggio di applicazione dei decreti indicati, e ci avrebbero permesso di non dover prendere oggi decisioni difficili per tutti.”

“In questa situazione il Senato Accademico, organo di governo e programmazione, ha fatto una scelta responsabile e di tutela dell’Ateneo, dei suoi studenti e della città. Ha scelto, con risorse umane diminuite di 111 unità (*) rispetto al 2008 e con una previsione di ulteriore riduzione fino al 2018, di fare ogni sforzo per mantenere l’offerta formativa nella sua interezza e con il massimo livello qualitativo possibile. Quindi, di offrire 66 corsi di studio, alcuni senza numero programmato, altri con numero programmato di tipo nazionale, altri di tipo locale. La limitazione locale all’accesso riguarda quindi solo 4 corsi di laurea su 66, e il numero fissato come limite è quello più alto consentito dalla legge.”

“Non altrettanto responsabile è risultata la posizione assunta da alcuni consiglieri di amministrazione, che hanno dato parere negativo sull’ intera programmazione di Ateneo, gettando a mare 61 corsi di laurea senza criticità, per 4 che comunque il Senato non stava certo chiudendo, il tutto senza fornire alcuna motivazione tecnica del loro voto. Perché “tecnica”? Perché compito del CdA è la vigilanza della sostenibilità economica delle proposte che avanza il Senato Accademico, e questa era ed è rispettata. Invece, il CdA si è eretto a paladino della lotta contro il numero programmato, un compito che non gli appartiene affatto. L’esito ultimo, come noto, è l’approvazione a larghissima maggioranza, da parte del Senato Accademico, della programmazione, mentre il Consiglio di Amministrazione non ha deliberato per mancanza di numero legale. I consiglieri che avevano manifestato il loro voto contrario nella precedente riunione non hanno ritenuto di doversi assumere la responsabilità di presentarsi e motivare alla luce delle prerogative del CdA il loro voto. È stata la prima volta a nostra memoria che un organo dell’Ateneo non si è riunito per mancanza di numero legale. Anche questo fa parte della democrazia, ma ci sembra un modo non condivisibile di interpretarla.”

“Il secondo grande tema, come detto, è se l’Università, con questa scelta stia voltando le spalle alla città. Alcuni hanno sostenuto che l’Università si è chiusa in una “torre d’avorio”, interrompendo le comunicazioni con il suo territorio e la sua città. Penso che la realtà sia diametralmente opposta. L’Università per la prima volta ha parlato con la città, le ha parlato con franchezza e andando alla sostanza vera delle cose.”

“Per la prima volta, il sito dell’Ateneo ha reso pubbliche le linee strategiche proposte dalla Rettrice, le quali chiarivano lo stato del nostro Ateneo e sulle quali si chiedeva l’intervento di tutte le realtà locali. L’inaugurazione dell’anno accademico è stata un’altra occasione in cui la relazione della Rettrice ha mostrato alla città, alle autorità cittadine, lo stato dell’Ateneo e le criticità che si sarebbero dovuto affrontare a causa dei vincoli normativi prima descritti. L’Università ha poi adottato azioni di programmazione, anch’esse pubbliche ed aperte alle critiche e ai contributi di tutti. Abbiamo ricevuto stimolanti osservazioni da singoli cittadini e da studenti, ma non abbiamo ricevuto nulla né dalle istituzioni cittadine né dalla politica, solo un silenzio assordante.”

“Eppure la politica “professionale” in questi giorni interviene sul governo dell’Università accusandolo di scelte “assurde” che porteranno a ledere “il diritto allo studio”. Parole e tesi inaccettabili oltreché infondate. Il diritto allo studio riguarda gli studenti di tutti i nostri 66 corsi di studio, non una sottoparte di essi. Approvando l’offerta formativa abbiamo non solo difeso il diritto degli studenti dei 61 corsi in regola, ma anche quello di coloro che fanno parte dei 4 corsi con numero limitato, perché abbiamo evitato che il Ministero potesse adottare le misure più drastiche, la loro chiusura. Il punto non è diritto o non diritto allo studio, ma la misura e l’esercizio di tale diritto.”

“Se la politica vuole difendere numeri più alti, se vuole allargare il diritto allo studio pur preservando il diritto alla qualità dello studio, deve allora impegnarsi a riequilibrare il sistema università, a togliere i vincoli al turn over, a incentivare e premiare seriamente quelle realtà che si impegnano e lavorano nella ricerca, a bloccare i tagli ai fondi di funzionamento ordinario. Solo in questo modo si fanno gli interessi veri degli studenti e della collettività tutta. Il resto sono occasioni per facili applausi, la cui eco si spegne assieme ai riflettori della ribalta. Per questa politica le porte dell’Università sono sempre aperte e le riflessioni ascoltate con attenzione.” Conclude la rettrice Inverardi sulla questione dei corsi a numero chiuso a Univaq –

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto