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Risolto l’enigma della Torah della biblioteca Universitaria di Bologna

Redazione Controcampus 21 Settembre 2014
R. C.
19/04/2024

Come un romanzo, risolto l’enigma della torah della biblioteca dell'Unibo  Chiarita la provenienza e la storia del manoscritto del Pentateuco datato tra la seconda metà del XII secolo e l’inizio del XIII secolo conservato alla BUB.

Il “Rotulo 2” è lo stesso che per secoli i Domenicani hanno conservato tra le loro reliquie più preziose.

Il 28 settembre verrà esposto al pubblico per la prima volta nell’Aula Magna di Santa Lucia Unibo.

Dopo l’identificazione, da parte del prof. Mauro Perani, del più antico rotolo ebraico completo della Torah, conservato presso la Biblioteca Unibo (seconda metà del XII secolo e inizio del XIII secolo), rimanevano da chiarire la provenienza e la storia di un manoscritto di tale importanza, che sembravano avvolte nel mistero. Ma ora l’enigma è stato risolto grazie ad un’accurata indagine svolta dal Settore manoscritti della stessa Biblioteca che  ha  promosso e seguito la ricerca, preannunciata dalla direttrice Biancastella Antonino nel maggio 2013 durante la presentazione alla stampa.

Una serie di indagini effettuate sulle fonti a stampa e manoscritte dal XVI secolo in poi  da Rita De Tata, responsabile del Settore manoscritti e rari della biblioteca Unibo, seguite da ulteriori analisi scientifiche, hanno permesso di stabilire con sicurezza che il Rotulo 2 della BUB è lo stesso che per secoli i Domenicani di Bologna hanno conservato fra le loro reliquie più preziose, ritenendolo addirittura autografo di Esdra: alla mano del profeta lo attribuiva infatti una scritta, cucita a metà del documento, secondo la quale il rotolo era stato regalato dagli Ebrei ad Aimerico Giliani da Piacenza, maestro generale dell’Ordine domenicano dal 1304 al 1311.

È solo a partire dal XVI secolo, però, che il rotolo diventa un’attrazione per tutti i viaggiatori e gli studiosi stranieri che approdano a Bologna sll’Università di Bologna, dal re di Francia Francesco I al gesuita belga Andreas Schott, dall’erudito spagnolo Benito Arias Montano al paleografo francese Bernard de Montfaucon, che del rotulo dette una dettagliatissima descrizione e che riportò per esteso nel suo Diarium italicum l’iscrizione bilingue (latina ed ebraica) che attribuiva ad Esdra la scrittura del testo.

Se fra Sei e Settecento venne sempre più messa in dubbio l’autografia di Esdra, il manoscritto continuò tuttavia ad essere annoverato fra i testimoni più antichi del Pentateuco, tanto che all’arrivo delle truppe napoleoniche fu inserito fra i cimeli più interessanti da requisire e trasportare a Parigi.

Tornato integro dalla Francia nel 1815, il rotulo – che però a questo punto non conservava più la scritta relativa alla donazione da parte degli Ebrei, come documentato presso l’Archivio nazionale francese – venne depositato e conservato presso l’allora Biblioteca Pontificia, oggi Biblioteca Universitaria Unibo, insieme ad altri manoscritti provenienti dalle corporazioni religiose soppresse. Sarà proprio la mancanza della scritta a dare origine, nel corso del XIX secolo, ad un equivoco che si è protratto fino ad oggi, rendendo così difficile risalire alla provenienza del rotulo.

Il famoso autografo di Esdra appartenuto ai Domenicani venne infatti identificato con un altro rotulo ebraico del Pentateuco, conservato anch’esso presso la stessa Biblioteca Universitaria Unibo e mutilo della prima metà: proprio con questa mutilazione, che nella seconda metà dell’Ottocento fu attribuita alla requisizione napoleonica, si poteva spiegare l’assenza della scritta che secondo Montfaucon si trovava a metà del volume.

In realtà questo secondo rotulo era stato donato nel Settecento alla Biblioteca dell’Istituto delle Scienze, oggi Universitaria da papa Lambertini: il manoscritto, che si presentava all’epoca già mutilo della prima metà del testo, in seguito non si era mai allontanato dalla Biblioteca Unibo.

Il rotulo integro un tempo appartenuto al convento di S. Domenico rimaneva invece dimenticato e perdeva a tal punto la sua identità così da essere ritenuto, secondo la catalogazione fatta da Leonello Modona nel 1889, un manoscritto della Torah di scarso pregio scritto in modo goffo nel XVII secolo: la recente ricatalogazione e le incontrovertibili analisi al Carbonio 14 gli hanno restituito l’antichità e il valore che gli competono, mentre la “lente” del bibliotecario ha ripercorso all’indietro la vicenda di questo importantissimo manoscritto, risolvendo l’enigma dovuto a un vero e proprio scambio di documenti. E’ stato così restituito alla città di Bologna un tesoro che per secoli ha costituito un’attrazione per i turisti e gli studiosi di tutta Europa.

Nel periodo successivo al riconoscimento dell’antichità della Torah della Biblioteca Unibo ovvero da maggio del 2013, non solo il rotulo è stato attentamente studiato dai bibliotecari che lo custodiscono, ma è stato oggetto di numerose ulteriori analisi e interventi, tutti offerti gratuitamente dalle aziende che fanno capo all’Associazione ONLUS SOS Archivi e biblioteche.

La Frati & Livi l’ha accuratamente restaurata e ha predisposto un nuovo contenitore in cui il manoscritto della Torah sarà conservato, la Biores art ha effettuato una serie di analisi microbiologiche che hanno sostanzialmente confermato le buone condizioni di conservazione del rotulo e la CTS ha eseguito una serie di analisi e test immuno-enzimatici sulla pelle e gli inchiostri che hanno confermato le descrizioni dei paleografi del ‘700: la pelle della Torah è di vitello e non di agnello e l’inchiostro è costituito da particelle carboniose, quindi è al carbone e non di galla. L’azienda Tabularasa ha eseguito la digitalizzazione del rotulo che potrà essere consultato, per il momento solo in Biblioteca, in modalità touchscreen. Infine la generosità della famiglia Ottolenghi ha permesso alla BUB l’acquisto di una bella vetrina dotata di tutti i sistemi di ottimale conservazione e sicurezza, nella quale finalmente il Rotulo 2 potrà essere esposto al pubblico.

La prima esposizione al pubblico nell’Aula Magna di Santa Lucia, dalle 10 alle 18, sarà inaugurata domenica 28 settembre dal Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in occasione della manifestazione “Sul Tempo”, organizzata dal Cortile dei Gentili e dall’Alma Mater Unibo. La presentazione, che è prevista dalle 10.00 alle 10.30, sarà a cura del magnifico rettore Ivano Dionigi, della direttrice della Biblioteca Universitaria di Bologna Biancastella Antonino, del professore di ebraico Mauro Perani e del Rav. Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna. Nell’Aula Magna, attraverso un percorso, sarà possibile scoprire il Rotulo 2 e la sua storia e immergersi nel significato del Pentateuco grazie all’installazione “Torah, un libro in viaggio” di Gianluca Cingolani (con la collaborazione di Frediano Brandetti, Lucia Tancredi, Luca Violini).

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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