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Tasse Universitarie 2015: scadenza tasse e nuovo modello Isee e Iseeu

Antonietta Amato 7 Febbraio 2015
A. A.
29/03/2024

Prosegue il dibattito politico intorno alla riduzione delle Tasse Universitarie 2015, tra scadenze e nuovi modelli Isee ed Iseeu.

Intervista all’Onorevole Luigi Gallo (M5S).

Università, quanto mi costi? Studenti e famiglie prendono la calcolatrice: arrivano le nuove Scadenze e Tasse Universitarie 2015!

Intanto le rette “tricolori” continuano a correre pericolosamente sopra la media Ue: oltre mille euro per studente (dati Ocse). Peggio di noi solo Inghilterra e Olanda, che erogano però più borse per il diritto allo studio. Rette d’oro e malcontento record. Studenti e rappresentanze puntano i piedi: pochi servizi e a prezzi carissimi. Il Governo salvi il diritto allo studio.

Cos’è la contribuzione studentesca? Quali e quante sono le tasse universitarie 2015 in calendario?

Ecco tutti gli aggiornamenti sulle prossime scadenze, ateneo per ateneo, sul ruolo di Isee ed Iseeu. Cosa cambia con l’introduzione del nuovo Isee 2015?

A molti il dubbio sarà certamente venuto. Studenti italiani i più tartassati d’Europa? Sembrerebbe di sì. Almeno se si fa fede alle ultimissime stime Flc-Cgil, che, per il solo quinquennio 2009-2014, calcola un aumento complessivo delle tasse universitarie del 75%, per una tassazione media nazionale  di oltre 1.500 euro annui a studente. Tra le più alte d’Europa. Un’ipertrofia galoppante, con una geografia tutta sua. A far registrare i picchi più alti, ancora una volta, sono gli atenei del Nord Italia: dai 1.802 euro a studente del Politecnico di Milano ai 1.614 della Statale. Più economiche, invece, le rette nelle università del Sud. A Potenza, l’Università della Basilicata chiede 490 euro l’anno a studente, mentre a Catanzaro (Magna Grecia) la contribuzione si aggira intorno ai 532 euro.

Dura tax, sed tax. L’Università italiana non è mai stata così cara, tanto  da sembrare, in alcuni momenti, quasi a suo agio nei panni dell’esattore. Così il Bel Paese, già maglia nera europea in quanto a capacità di sfornare laureati, incassa l’ennesimo schiaffo “comunitario”. Prima di noi, come analizza il rapporto Education at a Glance, rilasciato dall’Ocse nel 2014, c’è solo il Regno Unito, coi suoi oltre 4.500 euro (la media è chiaramente “comparativa”) l’anno in tasse agli studenti e paesi d’oltreoceano, come Giappone, Stati Uniti, Australia. Tornando in Europa, i paesi scandinavi sono, invece, i più virtuosi. Studiare non costa nulla. Anzi, in Danimarca e Svezia chi desidera laurearsi riceve indistintamente una borsa di studio mensile di 900 euro, perché (per quanto suoni strano alle nostre latitudini) lo studio  è considerato, a tutti gli effetti, un lavoro. A costo zero anche le università di Cipro, Malta, Ungheria, Repubblica Ceca e Grecia. In Germania, invece, le tasse toccano soglie vicine ai mille euro l’anno, 500 euro a semestre. In Belgio non superano i 653 euro l’anno, in Spagna sforano al massimo i 1.100 euro, mentre in Francia si oscilla da un minimo di 200 euro a un massimo di 1.400. Ma a mettere la ciliegina su questa cartella clinica tutt’altro che esaltante dei costi e delle tasse universitarie 2015 è ancora l’Ocse, per la quale la nostra Università “vanterebbe” la percentuale più bassa di studenti con borse di studio (il 20%) unitamente alla percentuale più bassa (ex equo con la Spagna) di residenze universitarie (solo il 2% sul totale degli studenti).

Tasse universitarie 2015: quali e quante sono? Come pagarle?

L’iscrizione degli studenti presso atenei sia pubblici che privati è, com’è noto, subordinata al pagamento delle cosiddette tasse universitarie. Modalità di pagamento e scadenze sono definite in modo autonomo da ciascun ateneo e anche l’ammontare delle tasse e dei contributi può differire da un’Università all’altra, in misura più o meno consistente soprattutto in considerazione del corso prescelto.

Le Università non-statali sono più costose di quelle pubbliche. I corsi del settore scientifico sono generalmente più esosi in quanto prevedono anche l’uso dei laboratori; anche l’iscrizione ai corsi di Master universitario e quelli di specializzazione prevede il pagamento di tasse universitarie 2015 piuttosto elevate. Alcune categorie di studenti, tuttavia, sono esonerate dal pagamento delle tasse e dei contributi, per esempio nel caso dei vincitori di borsa di studio e di quanti dimostrano condizioni di reddito particolarmente disagiate. Queste, in generale, le informazioni di base per chiunque cominci a muovere i primi passi in quella “piccola jungla fiscale” che è la contribuzione universitaria. L’entità effettiva delle rette varia in funzione del reddito, del tipo di corso e dell’ateneo prescelto. La contribuzione studentesca è, insomma, una conseguenza diretta dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) o, in alternativa, dell’ISEEU, un ricalcolo dell’ISEE che tiene conto di alcuni criteri specifici previsti per l’Università dal DPCM 9 Aprile 2001:

  • redditi e patrimoni dei fratelli/sorelle sono calcolati al 50%;
  • redditi e patrimoni posseduti all’estero;
  • lo studente avente nucleo familiare a se stante potrà essere considerato tale solo qualora si verifichino le condizioni dello studente indipendente.

Per richiedere l’attestazione ISEE ed il calcolo dell’ISEEU lo studente deve rivolgersi esclusivamente ad uno dei Centri di Assistenza fiscale (CAF) convenzionati con l’Ateneo. I CAF provvederanno, a titolo gratuito, previo appuntamento, a prestare adeguata assistenza agli studenti nella compilazione della DSU e a rilasciare l’Attestazione ISEE ed il calcolo ISEEU. Ma attenzione! Lo studente che non dichiara il proprio reddito nel modulo di autocertificazione relativo all’immatricolazione o all’iscrizione, viene inserito direttamente nell’ultima fascia contributiva, quindi in quella più costosa.

Tipologia Tasse Universitarie 2015 richieste dagli Atenei Italiani

  • Tassa Regionale di 140,00 euro: tasse universitarie riscosse dal singolo ateneo per conto della relativa Regione.
  • Tasse universitarie 2015 di iscrizione o di immatricolazione.
  • Bollo: tasse universitarie relative alla domanda di iscrizione o di immatricolazione.
  • Prima Rata: caratterizzata da un importo uguale per ciascuno studente, ad eccezione dei beneficiari di borse di studio e degli studenti il cui Isee presenti un importo totale di tasse e contributi inferiore all’ammontare della prima rata di tasse universitarie 2015.
  • Seconda Rata: importo caratterizzato dalla differenza tra il totale di tasse universitarie e contributi dovuti in base all’Isee e l’importo versato con la prima rata.
  • Terza Rata: alcuni atenei la prevedono; si applicano le stesse regole relative alla seconda rata.

Ma quali sono le differenza tra Contributi Universitari e Tasse Universitarie 2015? La tassa va versata in quanto controprestazione di un servizio reso dall’Università, mentre i contributi sono prelievi coattivi relativi ad opere di pubblica utilità. Secondo l’articolo 2, secondo comma: “I contributi universitari sono determinati autonomamente dalle università in relazione ad obiettivi di adeguamento della didattica e dei servizi per gli studenti, nonché sulla base della specificità del percorso formativo”.

Tasse universitarie 2015 e nuovo Isee 2015: arriva l’Isee Università

Anno nuovo, nuovi indicatori o meglio un indicatore “modulare”. Addio insomma all’Indicatore della situazione economica “integrato”. Da Gennaio 2015 gli Italiani, infatti, hanno a disposizione ben sei tipologie di indicatori differenziati sulla base della prestazione agevolata richiesta. Uno di questi riguarda proprio gli universitari che chiedono di accedere alle prestazioni agevolate connesse al diritto allo studio, il cosiddetto Isee Università. Un Isee su misura di studente, fanno sapere dal LPS.

Ma come funziona l’Isee Università e come compilarlo? Si tratta, in pratica, di richiedere un Isee ad hoc, calcolato prendendo a riferimento il reddito del nucleo familiare dello studente “slegato” dalla residenza anagrafica dello stesso. Una misura anti-furbetto pensata apposta per arginare la pratica, oggi diffusissima, di falsificare la residenza dello studente perché possa risultare più “povero” in quanto collocato lontano dai genitori.

Studenti e famiglie in seno alle scadenze dele Tasse Universitarie 2015 non dovranno fare alto che compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) Standard  (non la mini). La Dsu per l’Isee Università, più precisamente, potrà consistere o nella compilazione del modulo MB.1 (sul nucleo familiare e la casa) o del modello MB.2 (quadro C) sulle prestazioni universitarie: in questo caso occorrerà precisare la presenza dei genitori nel nucleo familiare e l’autonomia dello studente. Nel caso particolare in cui nel nucleo familiare sia presente un solo genitore e l’altro risulti non coniugato e non convivente, andrà compilato anche il quadro D del modello. Per quelle prestazioni, invece,  che afferiscono ai dottorati di ricerca, permangono  le regole generali che disciplinano l’Isee standard.

L’unica novità sta nella possibilità di poter scegliere un nucleo familiare ristretto rispetto a quello ordinario, utilizzando il modulo MB.1rid in sostituzione del Modulo MB.1. Il nucleo familiare ristretto è dato dal beneficiario (maggiorenne) e – se esistenti – coniuge, figli minorenni e/o maggiorenni solo se a carico ai fini Irpef e se non coniugati e/o senza figli. L’Isee Università va presentata all’Inps oppure alle segreterie dell’ateneo o l’ente per il diritto allo studio, che, entro quattro giorni dalla ricezione della Dsu, trasmetteranno in via telematica i dati al sistema informativo dell’Isee. Entro il quarto giorno lavorativo successivo a quello della ricezione dei dati autodichiarati nella Dsu e dell’inoltro della richiesta da parte dell’Inps, si procederà all’acquisizione dei dati contenuti nell’anagrafe tributaria da parte del sistema informativo dell’Isee. Poi, entro il secondo giorno lavorativo successivo all’acquisizione dei dati dall’anagrafe tributaria, l’Inps determinerà l’indicatore Isee, sulla base dei dati autodichiarati e di quelli contenuti nell’anagrafe tributaria. Solo allora l’Isee sarà inoltrato, mezzo posta elettronica certificata, al richiedente. In alternativa lo si potrà scaricare dal sito web dell’Inps (solo per gli utenti registrati) oppure si potrà dare mandato al Caf o all’ente destinatario della richiesta.

Nuovo Isee, aumento tasse universitarie 2015 e proroga pagamento

Ma sì sa, non c’è Isee senza spine. In molti atenei, denuncia l’Udu, mancherebbero ancora le convenzioni con i Caf necessarie al rilascio del modello rinnovato. Il rischio, insomma, per molti iscritti è quello di sforare le scadenze prefissate e vedersi collocare nell’ultima fascia, quella più esosa. Di più, insiste l’Udu: stanti così le cose, studenti dello stesso ateneo con reddito uguale rischiano di pagare importi diversi, dacché chi ha inoltrato il vecchio Isee alle segreterie universitarie ricadrà ovviamente nella vecchia normativa, che presenta rette più morbide. Così per consentire un adeguamento dei diversi sistemi di tassazione alle nuove esigenze, molti atenei hanno deciso di prorogare le scadenze. A Firenze e Ancora, ad es., si è deciso di far slittare i termini a fine di gennaio, mentre a Padova per pagare le tasse universitarie 2015 si potrà aspettare la fine di Febbraio, così come all’Unito, che ha prorogato al 16 Marzo 2015 il termine di presentazione, senza applicazione dell’indennità di mora, dell’autocertificazione per la riduzione della contribuzione studentesca.

Ma a che punto è la discussione in Commissione cultura in merito all’auspicato alleggerimento delle tasse universitarie 2015? Al di là dei proclami ufficiali, quante speranze ci sono, oggi, di portare la tassazione universitaria a livelli di sostenibilità ed equità più consoni a quest’epoca di austerity diffusa? Per restituire allora ai diretti interessati una fotografia del caro tasse universitarie 2015 un pò meno statistica (e statica), quindi più a “misura del contribuente diretto” (lo studente), ci siamo avvalsi del parere chiarificatore di un “insider”, l’ On. Luigi Gallo, membro della VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) per il M5S.

In tempi di Sblocca Italia, sono tante le questioni ancora da dirimere, soprattutto sul fronte istruzione-spending review: tra queste la spinosa questione della contribuzione universitaria. Ogni anno più salata, con rette spesso ampiamente sopra la media europea, a conferma di un diritto allo studio sempre più sottodimensionato, zoppicante e definanziato. I rettori puntano il dito contro sforbiciate ed amnesie del sistema politico. Il Governo, invece, si trincera sotto la gonnella della crisi economica. On. Gallo, quali e quante colpe ritiene sia possibile addebitare alla politica e quali/quante agli atenei?

“Le colpe dei partiti sull’aumento delle tasse universitarie 2015 sono enormi. Non dimentichiamo che il duo Tremonti-Gelmini ex PDL, ora Forza Italia, ha inferto un colpo al mondo dell’istruzione enorme sottraendo risorse per circa 7 miliardi. Poi arriva l’esecutivo Monti sostenuto anche dal PD che elimina di fatto il tetto massimo alla contribuzione universitaria da parte degli studenti prevedendo, in via teorica un aumento di tasse potenzialmente infinito per gli studenti fuori corso. Gli atenei hanno colpa quando hanno sprecato risorse del proprio bilancio in consulenze e progetti di scarsa utilità per il mondo accademico e per gli studenti. Il M5S ritiene il tema delle riduzione delle tasse universitarie una priorità, tanto che è stata la prima proposta di legge portata in discussione in commissione cultura, finita nelle sabbie mobili del Partito Democratico.”

La proposta dell’On. Manuela Ghizzoni del PD (riassumibile in 3 punti: assegnazione agli atenei statali di una quota aggiuntiva di finanziamento in proporzione al numero degli studenti esenti e l’importo medio regionalizzato della contribuzione studentesca non superiore ai 900 euro, ma soprattutto una no tax area fino a 20.000 euro di ISEE) sembra aver incassato la disponibilità a convergere del M5S, per quanto la vostra proposta insista soprattutto sul contenimento del gettito complessivo. Ci aiuta ad approfondire l’animus della proposta 5 stelle? Quali ricadute si aspetta dall’alleggerimento complessivo delle tasse universitarie 2015 e per gli anni successivi?

“Il nostro obbiettivo è la riduzione delle tasse universitarie 2015 e per gli anni successivi gli anni successivi che in un periodo di crisi economica come questo diventa un ostacolo al diritto allo studio per le famiglie che non navigano in buone acque. Di conseguenza ci interessa far ritornare a crescere il numero di studenti che si iscrivono all’università. La nostra proposta iniziale chiede di ripristinare, per i contributi universitari provenienti da tutti gli studenti, siano essi in corso che fuoricorso, il tetto al 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario. Una misura che costerebbe circa 240 milioni, quanto mai necessaria, in un momento dove ormai i contributi privati all’università in Italia aumentano a discapito di quelli pubblici come affermano tutte le rilevazioni internazionali. Ma il MoVimento 5 Stelle è disposto a sposare qualsiasi proposta che si pone il nostro stesso obiettivo. La proposta del PD prevede un investimento ancora maggiore, ma sembra una proposta di facciata, visto che lo stesso governo si è pronunciato negativamente su emendamenti in legge di stabilità che ricalcavano quella filosofia.”

Il Ministro Giannini, tempo addietro, si era detta disponibile ed interessata, almeno in linea di merito. Tanto che si era parlato di nuovi tavoli a Febbraio. Secondo Lei, ci sono i margini per arrivare, senza troppe lungaggini, ad un testo unico condiviso tra Commissione e Governo?

“Abbiamo chiesto in legge di stabilità al ministro Giannini di vincolare i 150 milioni aggiuntivi che sono stati inseriti sul Fondo di Funzionamento Ordinario alla riduzione delle tasse universitarie 2015 ma il governo ha rigettato la proposta e i parlamentari del PD e di maggioranza hanno votato contro. I margini si fanno sempre più stretti per un risultato. Per questo stiamo pensando di muoverci sul fronte della mobilitazione negli atenei.”

 Scarica gratis: Tasse Universitarie 2015. Tutte le scadenze – Ateneo per ateneo

© Riproduzione Riservata
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Antonietta Amato Studentessa alla facoltà di Economia, è entrata nel mondo del giornalismo giovanissima. Ha partecipato in qualità di direttrice ad un progetto che prevedeva la diffusione locale di un giornale prodotto completamente da ragazzi, i cui proventi sono stati devoluti interamente all’Unicef . Animata anche dalla passione per la scrittura, si è diplomata con una buona media al liceo classico, si è iscritta alla facoltà di economia e gestisce un’attività commerciale, ma continua a coltivare il sogno di poter lavorare un giorno in un’azienda che faccia dell’informazione apartitica la sua capacità distintiva. Il suo compito a Controcampus prevede la risoluzione di tutte le questioni relative alla organizzazione amministrativa, gestione utenze presso la testata: sarà ben disponibile a dare ai nostri collaboratori tutte le relative informazioni. Leggi tutto