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Pensione privata: dalle pensioni integrative ai prestiti a pensionati

Redazione Controcampus 3 Aprile 2015
R. C.
29/03/2024

La pensione privata e la pensione integrativa, cosa sono e come funzionano, come ottenere un prestito se pensionati: il fondo previdenziale e i requisiti, calcolo e simulazione prestiti Che siate lavoratori giovani o che siate lavoratori prossimi alla pensione, l’argomento pensione privata può interessarvi, in quanto è grazie alla pensione privata che sarà possibile evitare quello sbalzo tra ultimo assegno di stipendio percepito e primo assegno pensionistico, cercando di garantirsi il mantenimento di uno stile di vita se non uguale almeno di livello non troppo basso rispetto a quello mantenuto fino a quel momento.

Ma come si istituisce una pensione privata o integrativa? E come si ottiene un prestito se si è pensionati?

Prima di passare a capire nel dettaglio come funziona la pensione privata o integrativa, è bene comprendere bene cos’è. Se la pensione che il lavoratore percepirà comunque a fine carriera è ottenuta grazie ai contributi versati durante la carriera, quella integrativa è versata tramite alcune forme di previdenza alternative e complementari all’Inps o all’Inpdap che fanno in modo di far arrivare ogni mese al lavoratore una pensione privata, aggiuntiva a quella che già gli spetta dallo Stato.

La pensione privata è un fondo previdenziale individuale, scelto non in base alla carriera ma scelto dal soggetto in base a quanto preferisce versare ogni lasso di tempo per raggiungere un certo accumulo che gli verrà restituito in forma scandagliata al momento della pensione – per questo motivo la pensione privata o integrativa può essere definita anche previdenza complementare.

Purtroppo, dal momento che non tutti conoscono l’ammontare preciso del reddito annuo, vista anche la precarietà del mondo lavorativo attuale, non è detto che la sottoscrizione di una pensione privata o integrativa renda assolutamente possibile uno stile di vita quasi invariato tra periodo lavorativo e periodo di pensionamento.

Qualora la decisione ricadesse comunque sulla volontà di creare una pensione privata, ci sono varie opportunità da tenere in considerazione: fondi pensione aperti, fondi pensione chiusi e piani individuali pensionistici, abbreviati molto spesso nella sigla PIP.

Pensione privata: come funziona e tipologie

Tipologie pensioni private

Tipologie pensioni private

fondi pensione aperti sono gestiti normalmente da società private, compagnie assicurative o banche; i fondi pensione chiusi sono generalmente quelli gestiti da organizzazioni imprenditoriali in accordo con quelle sindacali; i Piani Individuali Pensionistici sono invece dei piani di previdenza individuali creati mediante assicurazione sulla vita.

Come già accennato, per creare una pensione privata bisogna versare una somma stabilita da un apposito contratto che determina anche il lasso di tempo in cui tali versamenti saranno scanditi.

Successivamente, chi ha deciso di sottoscrivere il contratto, avrà diritto a una rendita vitalizia basata sul capitale che avrà accumulato mediante tutti i versamenti.

L’importo della somma della pensione privata che si percepirà mensilmente sarà calcolato in base al risultato di vari dati come la durata della vita (ad esempio: un dato rilevante in tale calcolo potrebbe essere il sesso – le donne risultano vivere più a lungo).

In caso di decesso, è possibile includere nel contratto una clausola di reversibilità, indicando un’altra persona che possa continuare a godere della pensione privata sottoscritta dal soggetto in questione. In tal caso, le modalità dell’erogazione del denaro sono differenti – mentre chi sottoscrive il contratto per la pensione privata può ritirare l’intero capitale quando vuole, chi riceve tale pensione per reversibilità ha diritto solo a una rendita vitalizia rivalutata in base a questa importante modifica da parte della compagnia assicurativa.

In caso desideriate sottoscrivere una pensione privata o integrativa, ci sono varie compagnie assicurative che offrono svariate modalità di sottoscrizione in tal senso, in modo da pianificare un contratto che sia pensato per le esigenze che ogni persona può avere.

Prestiti ai pensionati, come funzionano, requisiti per ottenere un prestito

Prestiti ai pensionati

Prestiti ai pensionati

Se non avete una pensione privata ma avete comunque bisogno di denaro, sono molte le banche che offrono la possibilità di usufruire di prestiti pensati ad hoc per i pensionati, pur non essendo clienti della banca in questione.

Generalmente, per sottoscrivere un contratto di prestito, in caso dei pensionati è bene avere un’età anagrafica di massimo 83 anni.

Come spesso accade nel caso dei prestiti, è probabile che venga richiesta la finalità della necessità di questa erogazione di denaro da parte della banca.

I prestiti indirizzati ai pensionati hanno una durata che parte da 24 mesi e arriva ad un massimo di 120 mesi.

Gli importi che possono essere erogati variano di banca in banca e generalmente sono comprensivi di interessi e tasse varie – il tasso di interesse è fisso e dipende dall’età del pensionato e dalla durata che avrà il finanziamento.

L’importo delle rate di rimborso del prestito saranno di minimo 80 euro mensili e avranno un massimo che non può andare oltre ad un quinto dell’importo netto dell’assegno pensionistico. La rata è trattenuta dall’Inps o dall’Ente Previdenziale del pensionato in questione.

Al momento della sottoscrizione del contratto, è necessario un documento di identità, il codice fiscale, e la Comunicazione di Quota Cedibile. L’esito della domanda di prestito viene ricevuto in tempi brevi ed è normalmente accreditato direttamente sul conto corrente indicato dal pensionato.

Chi decide di finanziare il prestito, richiede una copertura assicurativa che garantisce comunque il pagamento del credito residuo in caso di decesso del pensionato richiedente tale somma di denaro.

La pensione privata secondo l’esperto contabile Aniello Napoli

Al fine di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi sulle pensioni private abbiamo chiesto l’opinione del dott. commercialista Aniello Napoli che ci spiegherà cosa sono le pensioni private, cos’è la pensione integrativa, come funziona e come far ottenere prestiti a pensionati

Aniello Napoli

Aniello Napoli

“La maggior parte dei lavoratori, oggi, sente il bisogno di crearsi una rendita aggiuntiva rispetto a quella che saranno le entrate nel momento in cui si andrà in pensione”. 

“Ovviamente questo desiderio deve fare i conti con le disponibilità finanziarie e familiari attuali e con il periodo di stagnazione della nostra economia.” 

“Le soluzioni che si possono adottare in tal senso sono varie e si può scegliere tra diverse opzioni. Una di essa è la pensione privata.” 

“In pratica consiste nello stipulare con compagnie assicurative private un accordo attraverso il quale, versando una determinata somma mensilmente, ci si garantirà una rendita quando si andrà in pensione. Si tratta di un’integrazione rispetto alla pensione pubblica, che si percepirà dagli enti che hanno trattenuto i contributi da lavoro nel corso degli anni.” – Dice  il dott. Napoli –

“Ogni compagnia privata ha a disposizione dei fondi che consentono di incanalare il denaro di chi lo sottoscrive per ricevere in futuro una pensione privata. I fondi possono essere di vario tipo: fissi, flessibili, bilanciati oppure azionari. Si può scegliere quello più adatto alle proprie circostanze in base a dei criteri specifici che verranno discussi in sede di contrattazione. Essi sono: la durata del contratto, l’età di chi lo sottoscrive e il periodo favorevole o meno dei mercati finanziari. Ogni tipo di fondo ha una durata pari alla vita della persona che lo richiede. Nel momento in cui egli comincerà a percepire la pensione pubblica, allo stesso tempo percepirà quella sottoscritta a livello privato. Anch’essa sarà reversibile nei confronti del proprio coniuge nel momento in cui il sottoscrittore dovesse decedere”.

Cosa sono le pensioni integrative?

“La pensione integrativa privata costituisce una rendita creata attraverso delle particolari forme di previdenza complementare con il fine di ottenere una somma aggiuntiva alla pensione pubblica in grado di aumentare il proprio stile di vita anche in seguito alla cessazione del servizio lavorativo; un modo per ottenere un capitale aggiuntivo anche per far vivere meglio i propri cari”.

“La pensione integrativa prevede l’accantonamento di un capitale in aggiunta a quello obbligatorio, tramite differenti forme di previdenza come i fondi pensione e le assicurazioni vita in caso vita, che permettono di garantirsi un capitale se, al termine delle scadenza del contratto della polizza, il soggetto che ha sottoscritto la polizza è ancora in vita”.

“Per ottenere una pensione integrativa, ovvero una somma aggiuntiva alla pensione obbligatoria è possibile scegliere la soluzione di fondi pensione, che si suddividono in base alla modalità scelta per il versamento della quota ovvero fondi pensione aperti, chiusi oppure aderendo a PIP o FIP vale a dire piani individuali di previdenza costituiti mediante polizza e contratti di assicurazione vita”.

“I fondi pensione negoziali o chiusi sono forme pensionistiche collettive, istituite sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali di specifici settori, ecco perché l’adesione a questi fondi è riservata a specifiche categorie di lavoratori. I fondi pensione aperti, invece, sono istituiti direttamente da banche, società di intermediazione mobiliare, compagnie di assicurazione e società di gestione del risparmio. I contratti di assicurazione vita con finalità previdenziali, infine, sono forme pensionistiche individuali e ciò comporta dei vantaggi come la possibilità di interrompere, e poi eventualmente riprendere, il versamento dei premi prestabiliti senza che il contratto si interrompa o venga penalizzato.”

“Pensare a una pensione integrativa implica una vera e propria pianificazione perché bisogna ipotizzare quale sarà la pensione pubblica e quanto è necessario per mantenere il tenore di vita desiderato”.

Come funzionano i prestiti ai pensionati?

“Entrando subito nel meccanismo di funzionamento, possiamo dire che un pensionato INPS di qualsiasi ente previdenziale può ottenere un prestito usufruendo della cessione del quinto sulla pensione. Le modalità di istruttoria sono molto semplici dato che il finanziamento è un diritto del pensionato a condizione che egli abbia i requisiti prescritti dalla legge.”

Come funzionano i prestiti ai pensionati

Come funzionano i prestiti ai pensionati

“La concessione del prestito avviene pertanto in pochi giorni e, subito dopo la notifica del contratto all’ente pensionistico, avviene l’erogazione che viene effettuata o con bonifico bancario o con l’invio di assegni circolari non trasferibili. Il rimborso viene effettuato con la cessione di una quota mensile della pensione, che non può superare il quinto della stessa, con una durata variabile, a scelta del cliente, fino a 120 mesi. La natura di questo tipo di finanziamento non prevede che il cliente fornisca delle garanzie reali, l’unica forma di garanzia è costituita dalla pensione che va a garantire un ipotetica insolvenza del prestito. E’ prevista inoltre la sottoscrizione obbligatoria di un’assicurazione per il rischio vita che garantisce, in caso decesso, la copertura dell’importo ancora dovuto. Il costo relativo alla copertura assicurativa viene trattenuto direttamente dal soggetto finanziatore, il quale erogherà al richiedente un importo al netto dello stesso”.

Ambra Benvenuto

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto