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Ultime news sullo sciopero scuola e sul blocco scrutini 2015, contro il Ddl Renzi Buona Scuola: previsti ritardi nelle valutazioni delle pagelle degli studenti e disagi nel comparto scuola

Sciopero Scuola e degli Scrutini

Sciopero Scuola e degli Scrutini

Dopo la prima ondata di scioperi della scuola, i docenti con studenti e sindacati, tornano a scioperare e questa volta la protesta interessa direttamente gli scrutini e le valutazioni degli studenti.

Ecco le novità sul fronte sciopero scuola 2015 lo sciopero della fame come l’hanno definito in molti.

Lo sciopero scuola entra nel vivo, la protesta simbolica contro la Riforma Giannini iniziata lunedì 8 giugno, in concomitanza con l’avvio della discussione del disegno al Senato continua.

Ecco il calendario completo dello sciopero scuola degli scrutini: 8 e 9 giugno 2015 lo sciopero degli scrutini interessa scuole e docenti dell’Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 sciopero scrutini scuola nel Lazio e Lombardia; il 10 e 11 giugno Puglia, Sicilia e sciopero degli insegnanti in Trentino; 11 e 12 giugno sciopero degli scrutini per professori della Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 di questo mese incrocciano le braccia insegnanti dell’Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Valle d’Aosta; infine 17 e 18 giugno sciopero scuola e scrutini 2015 per l’Alto Adige.

Professori, maestri, studenti e genitori sono in prima linea nella lotta alla delegittimazione della scuola pubblica italiana. A nulla è valso l’appello del Ministro Giannini sullo stesso sito istituzionale del Miur alla responsabilità di tutte le forze sindacali.

Lunedì 8 giugno, infatti, i docenti emiliani hanno iniziato l’annunciata protesta contro l’approvazione del disegno legge sulla scuola. E a Bologna, oltre al programmato sciopero scuola degli scrutini, alcuni insegnanti hanno dato vita ad uno sciopero della fame a staffetta.

consiglieri eletti suddivisi per regione – pdf

Per Bernocchi dei Cobas lo sciopero scuola bloccherà almeno il 90% degli scrutini: Lo sciopero degli scrutini, indetto da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals, Cobas e Gilda, simboleggia un’arma destinata a bloccare il ddl di riforma della scuola pubblica.

Non si tratta, dunque, di una sfida lanciata ai dirigenti scolastici, bensì di una dura e motivata presa di posizione nei riguardi del Governo Renzi e del ministro Giannini. C’è grande ottimismo. Gli addetti ai lavori confidano nel successo plebiscitario della contestazione in atto, snobbando l’incognita “precettazione”. Il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, ha dichiarato, di recente,“che lo sciopero dei docenti della scuola supererà quello del 5 maggio, bloccando almeno il novanta per cento degli scrutini”.

Sciopero scuola e degli scrutini contro il al Ddl Buona Scuola del Governo Renzi

Lo sciopero della scuola, che non scalfirà le classi terminali, riguarderà, comunque sia, soltanto la prima ora di scrutinio (cioè l’esame e la valutazione del profitto di ciascun alunno) nei primi due giorni calendarizzati dai singoli istituti.

La Riforma della scuola, prosegue, intanto, il suo iter parlamentare in seconda lettura. La Camera ha smorzato i toni della querelle, limitando, in prima lettura, i poteri dei dirigenti scolastici e scalfendo i diritti degli idonei al concorso del 2012. Ma le incognite del complesso articolato continuano, tuttavia, a mietere timore e sconcerto, specialmente in seguito all’elisione del 5 per mille, il finanziamento dei contribuenti, a beneficio della scuola pubblica.

Il disegno legge, dunque, sarà oggetto di ulteriori modifiche. I prossimi incontri tra il Governo Renzi, la minoranza Dem e l’opposizione saranno a dir poco decisivi.

Lo sciopero degli scrutini

Lo sciopero degli scrutini

Il nocciolo duro del dibattito tra le forze politiche è rappresentato da tre tematiche pungenti:

  • 1) piano straordinario da centomila assunzioni;
  • 2) super-poteri dei dirigenti scolastici;
  • 3) valutazione dei docenti neo immessi in ruolo e dei docenti meritevoli.

Il Segretario del Pd, intanto, continua a credere, al di là del recente mea culpa, che la “Riforma Buona Scuola” non sia una norma finalizzata all’assunzione di duecentomila persone, ma una misura destinata ad andare incontro alle esigenze degli studenti italiani. Staremo a vedere.

Antonio Migliorino

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