>
  • Liguori
  • De Luca
  • Ward
  • Catizone
  • Barnaba
  • Cacciatore
  • Rinaldi
  • Dalia
  • Bonanni
  • Quaglia
  • Casciello
  • Bruzzone
  • Valorzi
  • Napolitani
  • di Geso
  • Pasquino
  • Carfagna
  • Chelini
  • Crepet
  • Romano
  • Rossetto
  • Paleari
  • Coniglio
  • Gnudi
  • Miraglia
  • Falco
  • Tassone
  • Scorza
  • Cocchi
  • Quarta
  • Mazzone
  • Santaniello
  • de Durante
  • Romano
  • Gelisio
  • Grassotti
  • Buzzatti
  • Alemanno
  • Boschetti
  • Meoli
  • Bonetti
  • Ferrante
  • De Leo
  • Leone
  • Andreotti
  • Algeri
  • Califano
  • Antonucci
  • Baietti

Uno, nessuno e un po’ di tutto

Redazione Controcampus 20 Marzo 2006
R. C.
25/04/2024

All’inizio dell’Odissea Atena scende dall’Olimpo per incontrare il giovane Telemaco e convincerlo a cercare informazioni su suo padre, da vent’ann All’inizio dell’Odissea Atena scende dall’Olimpo per incontrare il giovane Telemaco e convincerlo a cercare informazioni su suo padre, da vent’anni assente da Itaca; sotto mentite spoglie Atena gli chiede se davvero lui è il figlio di Ulisse.

Telemaco risponde “Ospite, ti parlerò con franchezza. Mia madre dice che sono figlio di Ulisse ma io non so: nessuno riconosce da sé la sua origine”.
Incredibile, Telemaco non sa chi è suo padre! O meglio, lo sa per sentito dire. Incredibile? Non poi così tanto se ci pensiamo bene. Avviene la stessa cosa a tutti noi: quando nasciamo non sappiamo chi siamo. Sono i genitori i primi a svelarci la nostra identità quando ci dicono che sono loro i nostri genitori! Ce lo devono dire perché altrimenti non lo sappiamo. E in seguito lo sappiamo solo perché ce lo hanno detto loro. Siamo molto fragili e dipendenti da piccoli: dipendiamo dalle notizie di noi che gli altri ci danno. Da piccoli, se siamo magri o grassi, alti o bassi, simpatici o mortalmente antipatici, pigri o iperattivi ce lo dicono gli altri. Chi siamo e come siamo se non ci fossero gli altri non lo sapremmo mai. Ma gli altri per fortuna (o per sfortuna?) ce lo dicono, anzi sembrano lì apposta per dirci in continuazione chi siamo. Ci insegnano essenzialmente una cosa: a confrontarci con il prossimo. Facendo continui paragoni con chi ci sta attorno noi veniamo a sapere se siamo grassi o magri. Che meraviglia! Gli altri ci hanno svelato. O no? O non ci hanno piuttosto velati, coperti, nascosti per sempre a noi stessi? Il dubbio aleggia sovrano: gli altri ci svelano o ci velano? Riusciamo davvero a capire chi siamo o attraverso il confronto costante con gli altri diventiamo sempre di più ciò che non siamo? Quando siamo giovanissimi abbiamo bisogno di trovare più identità. Cerchiamo convulsamente parole, persone, luoghi, idee che ci definiscano. Cerchiamo clan, gruppi, tessere: dobbiamo a tutti i costi appartenere a qualcuno e a qualcosa. Ci conforta poter dire: gioco in quella squadra di volley, sono di destra, marxista, anti-Tav, sono cattolico, ateo, valdese, porto ai piedi le Clark o le Puma.
Ogni scelta, dalla più grande alla più insignificante, ci definisce ma anche ci fornisce una tessera: ci de-finisce e ci pre-definisce, intrappolandoci, confondendoci con gli altri, omologandoci. E quindi anche ci finisce: ci limita, nel senso che disegna i nostri contorni (e confini) per sempre, chiudendoci la libertà di pensare ogni volta come se fosse la prima, e di avere opinioni diverse e nuove a seconda degli argomenti. Alla fine, verso i vent’anni, a forza di predefinizioni progressive, noi saremo diventati qualcosa di molto de-finito, prevedibile, scontato e immutabile. E più la vita va avanti, più la nostra definizione-predefinizione crescerà: se siamo di sinistra, ad esempio, non faremo le vacanze alle Maldive ma solo nell’India centrale, non leggeremo Il Foglio ma sempre Il Manifesto o al massimo La Repubblica. Ci sembrerà di scegliere ma faremo in realtà solo scelte preconfezionate, obbediremo a dei cliché, anche nei nostri pensieri: penseremo cose pre-pensate, diremo cose pre-dette. Avremo così il rassicurante sentimento di appartenere a qualcosa di collettivo e la raccapricciante sensazione di aver perso un pezzetto di noi, del nostro essere più vero e nascosto. Credo che esistano due identità: un’identità interiore, quel che siamo intimamente, ed una esteriore, quel che diciamo di essere nel mondo: un insieme di etichette, costituite da immagini, ruoli, appartenenze. Sono entrambe vere, come il nocciolo e la buccia di un frutto; tuttavia il problema è un altro. Le varie etichette ci confondono, ci depistano, ci fanno rumore intorno. La vita ci incrosta. A poco a poco, a furia di etichette e stendardi, formule ed appartenenze, lentamente ci ricopriamo di incrostazioni.
Il desiderio è che arrivi un mare che ti lavi via tutto e ti faccia tornare liscio, nudo, intatto. Come se la vita non ti avesse mai preso.
Da giovani si cerca disperatamente cose che ci diano identità, da adulti si cerca di perdere le tante identità che abbiamo indossato. Credo che si possa perdere l’identità senza bisogno di fuggire, ingannare gli altri o addirittura autoeliminarsi. Spogliarci delle troppe etichette con cui abbiamo addobbato i nostri vestiti, facendoli divise. Farne a meno. Denudarci un po’, tornare leggeri, essenziali. Potremmo scoprire di avere un’identità interiore molto complessa, sfaccettata, variegata.
Denudarci comporta un prezzo elevato: vuol dire rimanere inermi, indifesi, soli. Le etichette ci offrono protezione, riparo, sicurezza, aiuto. Psicologicamente ci fa sentire bene, non isolati, accettati, inclusi. Concretamente ci offre relazioni utili, appoggi, privilegi. NON APPARTENERE invece vuol dire non inclusi mai in nulla; esclusi e quindi soli. Ma se qualcosa di buono e di nuovo può nascere è solo fuori dalle rassicuranti appartenenze; è solo pescando dentro di sé, in un vuoto e in un silenzio assoluti che qualcuno (magari uno solo in un secolo) potrà ancora creare e far avanzare il mondo. Qualunquismo? Presi dalla smania di appartenere, possiamo dunque arrivare nientemeno che ad accantonare quello che siamo? Altro che qualunquismo! Proporrei una forma di “NESSUNISMO”, come la finale e più perfetta conquista dell’uomo che trova la sua vera, interiore identità e diventa finalmente e grandiosamente…nessuno: cioè, quel che è.
Non a caso Ulisse si salvò proprio chiamandosi Nessuno. Se fosse diventato Qualcuno, allora sì che sarebbe stato un deplorevole uomo qualunque!

© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata
Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto