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30 anni agli aguzzini di Eleonora

27 Giugno 2006
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23/04/2024

Eleonora era una bambina di soli sedici mesi, odiata dalla sua famiglia poiché nata da una relazione occasionale che la madre aveva avuto quando anc Eleonora era una bambina di soli sedici mesi, odiata dalla sua famiglia poiché nata da una relazione occasionale che la madre aveva avuto quando ancora si prostituiva.

Era quindi diventata una sorta di ingombro per la storia che la madre ed il suo nuovo convivente stavano vivendo; convinti che la piccola fosse posseduta dal demonio, era lasciata al freddo, sporca, ferita, senza cibo né acqua, trattata come neanche si tratta un animale. E questo calvario l’ha portata inevitabilmente alla morte, avvenuta il 7 gennaio 2005 mentre veniva trasportata in ambulanza all’ospedale San Paolo di Bari. Eleonora viveva in questa città, nel degradato rione Enzineto, con tre fratellini (due avuti dall’ex marito e una bambina di pochi mesi avuta dal convivente) che di certo – visti gli insegnamenti dei genitori – non dovevano trattare la piccola in un modo tanto diverso da come si usa fare con un pupazzo. Quando era sul passeggino Eleonora veniva legata, costretta a guardare il muro; quando piangeva, cosa che doveva avvenire sovente in una situazione del genere, diventava il bersaglio preferito di oggetti da parte della madre, del convivente e dei fratellini.
La sentenza contro la madre ed il suo convivente, emessa qualche giorno fa dal tribunale di Bari, ha condannato entrambi a trent’anni di carcere. Era stato chiesto l’ergastolo ma, per effetto del rito abbreviato, la pena è stata ridotta. Probabilmente nemmeno la condanna a vita sarebbe stata sufficiente per un reato simile. La cosa importante è che tutti e due scontino la pena, senza se e senza ma: avranno tutto il tempo per meditare sullo scempio che hanno commesso, sperando che vengano tormentati da un rimorso straziante e che ne siano devastati per il resto della loro vita.

© Riproduzione Riservata
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