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Due convegni a carattere mondiale presso le Università di Firenze e di Pisa

19 Giugno 2006
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19/04/2024

Dormire serve a rimettere ordine nel cervello: questo è quanto dimostrato dagli studi compiuti dal team di ricercatori guidato dal professor Giulio ToDormire serve a rimettere ordine nel cervello: questo è quanto dimostrato dagli studi compiuti dal team di ricercatori guidato dal professor Giulio Tononi (ennesimo nome italiano che fa fortuna all’estero), docente di psichiatria all’Università del Wisconsin e uno dei relatori di maggior prestigio del convegno mondale sul cervello ‘Human brain mapping’, che si è concluso nei giorni scorsi (11-15 giugno) all’Università di Firenze, dove sono intervenuti circa 3000 ricercatori provenienti da 47 Paesi che hanno illustrato i risultati delle ultime ricerche in materia di fisiologia cerebrale.

Le ricerche del suo gruppo hanno dimostrato che il cervello sfrutta il sonno per fare ordine e scartare quanto di inutile ha accumulato durante la giornata, preparandosi ad affrontare al meglio quella successiva. I ricercatori hanno scoperto inoltre che ogni area del cervello può cadere in un sonno più o meno profondo in relazione a quanto ha lavorato durante il giorno ed inoltre più il sonno è profondo più il giorno seguente quella regione cerebrale eseguirà meglio i suoi compiti.
Basandosi su dati comportamentali, farmacologici e criteri molecolari, il team di Tononi ha inoltre dimostrato che la Drosophila, il comune moscerino della frutta, ha dinamiche sonno-veglia simili a quelle dell’uomo. “Il moscerino della frutta dorme come l’uomo e ci sta insegnando che cosa avviene nel nostro cervello quando dormiamo e quando soffriamo la privazione di sonno”, ha detto il professor Tononi. “Per provare e capire la funzione del sonno e per chiarire le conseguenze funzionali della perdita di sonno, il nostro laboratorio ha impiegato una combinazione di metodi differenti, dalla genetica dei moscerini, al profilo espressivo dell’intero genoma negli invertebrati e nei mammiferi, all’analisi del comportamento in gatti e topi”. Il primo metodo sfrutta il potenziale della genetica della Drosophila per identificare i geni addetti alla regolazione del sonno: è stato così dimostrato che i moscerini dormono e hanno bisogno di dormire più o meno allo stesso modo dei mammiferi. “Con un secondo metodo di ricerca, invece, è stato sperimentato per la prima volta l’uso del profilo dell’intero genoma per identificare tutti i geni la cui espressione cambia nel cervello addormentato rispetto ad uno stato di veglia. “Negli ultimi dieci anni – ha detto Tononi – abbiamo portato avanti questi test sul genoma utilizzando micro-schiere di DNA ad alta densità nei moscerini, nei ratti, nei criceti e negli esseri umani. Nei ratti abbiamo scoperto che le centinaia di geni vengono espressi in modo differente nel cervello durante il sonno e la veglia”.
Il convegno di Firenze è stato organizzato anche in stretta relazione con l’altro convegno a carattere mondiale, che si è tenuto presso l’Ateneo di Pisa (16-17 giugno), ‘La paura dell’altro’, presieduto dal professor Mario Guazzelli, ordinario di psicologia clinica alla facoltà di medicina dell’Ateneo pisano. Al convegno hanno partecipato filosofi, teologi e intellettuali fra i quali Vincenzo Cerami. La civiltà tecnologica se ha certamente contribuito a vincere alcune paure ne ha tuttavia create di nuove, confermando che la paura è una delle principali emozioni dell’uomo e degli animali, il cui ruolo fondamentale per la vita gli etologi, gli psicologi, i filosofi e i politologi hanno da sempre esplorato. Se la paura si presta a fornire una chiave di accesso per alcune questioni che investono le nostre società contemporanee ciò vale anche nel campo della psicopatologia, dove il fenomeno della paura percorre trasversalmente le principali entità dell’ansia, della psicosi e della depressione, lasciando intravedere per ognuna di esse una prospettiva capace di produrre e declinare un sapere più definito e articolato. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a profondi cambiamenti che hanno attraversato la psichiatria, dalla rivoluzione farmacologia allo spostamento del baricentro assistenziale dall’ospedale al territorio. Il Convegno ‘La paura dell’altro’, organizzato dalla Cattedra di Psicologia Clinica e dal Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell’Università di Pisa, con il sostegno economico dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Fondazione Iris di Castagneto Carducci, ha inteso approfondire queste linee di sviluppo e con il suo approccio interdisciplinare dischiudere nuove prospettive, da una parte arricchendo l’agire dello psichiatra e dello psicologo del patrimonio dei saperi umani e dall’altra ancorandolo alle solide basi scientifiche della ricerca psicologica e neuroscientifica.

© Riproduzione Riservata
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