
Tu
La modifica dei cinquanta articoli della seconda parte della Costituzione è stata bocciata in modo netto ed inequivocabile dal 61,4% dei votanti. Tutto è come prima: la Riforma Costituzionale è stata rimandata al mittente e l’Italia resta ferma al 1948. La modifica era stata ideata e scritta dal centro destra con l’intento di ammodernare le Istituzioni ed alleggerire l’intera macchina del Governo. Ma il messaggio, a quanto pare, non è stato colto o condiviso dagli italiani che si sono dimostrati ancora legati alla vecchia e sempre cara Carta Costituzionale. Probabilmente ciò che non ha funzionato non sono stati gli obiettivi della Riforma, ma il modo attraverso cui sono stati presentati. La necessità del cambiamento è apparso forse troppo legato alla Lega, ai suoi ideali, spesso non troppo condivisi; ha fatto paura la parola ‘federalismo’, soprattutto al centro ed al sud; certamente ha influito in senso negativo l’atteggiamento disfattista del Governo Prodi che ha sempre paventato la possibilità di una divisione “in pezzetti” dell’Italia, criticando la Riforma con i soliti toni apocalittici e definendola l’ennesimo sfacelo del Governo Berlusconi. E poi si sa che all’incognita della novità è sempre preferibile la sicurezza di ciò che c’è, anche se non è proprio eccellente.
La cosa importante è che la corsa appena iniziata non si fermi qui. Sarebbe infatti disgraziatamente stupido far prevalere la volontà dei conservatori duri e puri che non cambierebbero nemmeno una virgola della Costituzione. Occorre lavorare, possibilmente insieme, per ammodernare il Paese. Se questo non dovesse avvenire, sarebbe stato meglio votare subito ‘sì’.