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Le mille sfumature dell’emicrania

19 Giugno 2006
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16/04/2024

Utilizzata come scusa dal sesso debole in particolari situazioni, in realtà è un disturbo talvolta sottostimato ma assai diffuso e pro Utilizzata come scusa dal sesso debole in particolari situazioni, in realtà è un disturbo talvolta sottostimato ma assai diffuso e proteiforme, che interessa l’11,6 per cento della popolazione e, solitamente, predilige le donne rispetto agli uomini in un rapporto di tre ad uno e riguarda, in genere persone particolarmente brillanti e vivaci, ma anche ansiose, che riescono ad ottenere una valutazione della propria malattia dopo due o tre anni di penose sofferenze.

Gli studi condotti sul mal di testa hanno individuato diversi tipi di cefalea, nonché differenti farmaci utili a bloccarla o prevenirne la manifestazione. Pertanto abbiamo la cefalea ipnica, o da sonno, che colpisce soprattutto i cinquantenni, interrompendone bruscamente il riposo, e viene curata, nei casi di media intensità, con la caffeina.
Più invalidante è quella forma di emicrania da sforzo, che interessa gli uomini e si manifesta durante i preliminari del rapporto sessuale o nel corso dell’orgasmo. Classificata come cefalea da sforzo, reagisce ai beta-bloccanti e dagli antidolorifici ma, per sua stessa natura, richiede sempre ulteriori accertamenti, perché potrebbe essere il sintomo di un morbo più grave.
Alquanto penoso è il mal di testa cronico parossistico che interessa le donne e si manifesta con lacrimazione ed arrossamento oculare, secrezione nasale e vien contrastato dall’indometacina.
Esiste anche la cefalea definita “a rombo di tuono”, perché si manifesta senza alcun preavviso, può permanere anche per quarantotto ore di seguito e presenta una sintomatologia affine a quella dell’emorragia cerebrale. Per quest’ultimo motivo è bene effettuare accertamenti ben precisi prima di somministrare dei farmaci.
Secondo quanto dichiara Piero Barbanti del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’IRCCS San Raffaele di Milano, “le ricerche più recenti dimostrano che la crisi emicranica si sviluppa in tre tappe successive, partire dal nervo trigemino. Tra l’inizio dell’attacco e l’instaurarsi della sensibilizzazione cutanea della testa, fenomeno chiamato allodinia per cui anche solo un soffio provoca dolore, trascorre un intervallo di tempo di 30-60 minuti, durante il quale la crisi può essere stroncata”.
Gli studiosi di questo fenomeno hanno anche rilevato un’altra interessante caratteristica: ossia che il 40 per cento degli emicranici è osmofobico, ossia non riesce a tollerare nessun odore durante la manifestazione del disturbo ed il sesso debole manifesta tale sintomo in misura largamente maggiore rispetto alla propria controparte. Secondo quanto dichiara Giorgio Zanchin, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, “Sarà interessante proseguire le ricerche per capire i motivi in base ai quali la donna è stata naturalmente selezionata ad avere un olfatto più sviluppato. Esistono già delle ipotesi in merito: la scelta del partner, il riconoscimento dei figli, la raccolta del cibo”.
Insomma se “Parigi val bene una messa”, la continuità della specie può richiedere anche qualche cefalea…

© Riproduzione Riservata
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