Il seminario è stato organizzato dall’Unità Operativa di Cardiochirurgia, diretta dal professor Attilio Renzulli, e patrocinato dall’Università Magna Græcia e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini.
L’incontro ha visto tra i partecipanti numerosi esperti del settore che si sono confrontati sul ruolo fondamentale che la cardio-anestesia gioca nella riduzione delle complicanze cardiorespiratorie durante gli interventi di cardiochirurgia, individuando nella collaborazione tra anestesista e cardiochirurgo, in primo luogo, ma anche con altre professionalità, quali il microbiologo, l’infettivologo, il cardiologo, un anello fondamentale di questo processo di integrazione e cooperazione.
Sono intervenuti all’incontro, moderato dal professor Ermenegildo Santangelo dell’Università Magna Graecia, il dottor Santo Caroleo, anestesista dell’Ateneo catanzarese, che ha trattato le complicanze respiratorie nella circolazione extracorporea, il dottor Nicola Galdieri, direttore dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva cardiochirurgica presso l’Azienda Ospedaliera Monaldi di Napoli, il professor Pierpaolo Giomarelli, responsabile della Rianimazione cardiochirurgica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, che ha relazionato sulle nuove tecniche di ventilazione non invasiva, il dottor Luigi Belloni, responsabile dell’Anestesia e della Terapia Intensiva dell’Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta, che ha illustrato le tecniche di off-pump, ossia le tecniche senza circolazione extracorporea nella rivascolarizzazione miocardica, nei pazienti cioè che soffrono di angine e che devono essere rivascolarizzati.
A concludere la giornata gli interventi dell’infermiere professionale Antonio Mauro dell’Università Magna Graecia sulla gestione infermieristica del paziente con ventilazione non invasiva e la lettura magistrale del professor Marco Ranieri, direttore della Cattedra di Anestesia e Rianimazione all’Università di Torino, impegnato in importanti progetti di ricerca per l’anestesia e la rianimazione sia in Italia che all’estero, che ha illustrato le complicanze dell’ARDS, una sindrome di dissesto respiratorio, ancora gravata da mortalità, che insorge in seguito a una serie di complicanze generali.