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Il Cinema incontra l’Università: lezioni di cinema per gli studenti

R. C.
30/04/2024

Grazie a un’iniziativa dell’Assessorato alla Cultura, Sport, Politiche Giovanili e Turismo della Regione Lazio insieme ad Anec Lazio sono state organizzate una serie di lezioni di cinema a seguito di proiezioni cinematografiche riservate agli studenti universitari di ogni facoltà.

Le proiezioni-lezioni si terranno fino a venerdì 23 novembre in varie sale cinematografiche della città di Roma con ingresso gratuito per gli studenti ma anche per i cultori, docenti o esperti in ambito cinematografico. Su www.aneclazio.it o sui siti degli atenei romani si trova l’elenco dei film in programma.

Le prime lezioni si sono tenute lunedì 22 ottobre, con la proiezione del film Diaz-Don’t clean up this blood, martedì 23 ottobre con il film La kriptonite nella borsa e oggi, 29 ottobre, con la proiezione del film drammatico L’Industriale.

Le proiezioni dei film sono seguite da un dibattito nel corso del quale gli studenti potranno dialogare direttamente con i vari registi, sempre presenti durante e dopo le proiezioni, per parlare insieme delle tematiche affrontate. Inoltre nel corso degli incontri i giovani avranno l’occasione di porre domande e confrontarsi con i registi anche riguardo ad altri aspetti legati al film in quanto prodotto, dal montaggio alla scelta dei colori o dell’ambientazione al linguaggio utilizzato.

Siamo stati alla proiezione-lezione de L’Industriale, film drammatico di Giuliano Montaldo, realizzato in coproduzione con Torino e Regione Piemonte. Il tema è quello della crisi economica che sta colpendo grandi e piccoli imprenditori soprattutto nel Nord-Est dell’Italia. Ma viene trattato anche un’ altra crisi: quella coniugale, per mostrare come da un lato le difficili condizioni economiche possano influire sugli aspetti personali delle persone ma anche come talvolta la crisi economica anziché a cause esterne sia dovuta al carattere di alcuni imprenditori.

L’industriale è Nicola Ranieri, interpretato da Pierfrancesco Favino, figlio di un operaio che, nel boom economico degli anni Sessanta, acquistò la fabbrica di pannelli fotovoltaici in cui lavorava ma che ora con la gestione del figlio rischia il fallimento. Il film mette in scena le difficoltà nel trovare finanziatori, la banca che si rifiuta di fare prestiti all’imprenditore, la finanziaria che mira soltanto all’acquisizione della ditta e i compratori stranieri, tedeschi, poco propensi all’acquisto di una fabbrica in via di fallimento.

Ma la crisi ha effetti negativi anche sulla vita coniugale del protagonista, causando incomunicabilità fra lui e la moglie Laura (Carolina Crescentini), la quale trova nel garagista rumeno Gabriel (Eduard Gabia) un amico e confidente. Gabriel sarà poi accusato da Nicola di essere l’amante della moglie e finirà per essere ucciso da Nicola accidentalmente.

La scelta di proiettare un film che tratta un simile tema risulta di piena attualità, nonostante risalga al 2009. È il regista Montaldo stesso ad affermarlo:”Abbiamo iniziato nel 2009. Allora ho immaginato un maremoto, un vero maremoto che avrebbe investito l’industria. Ma non immaginavo che sarebbe successa questa crisi. Noi viviamo in un momento di crisi globale e volevamo raccontare cosa accade al proprietario di una piccola azienda del Nord-Est. Volevamo raccontare di un imprenditore che lavora per gli operai ma che non li conosce, non conosce le loro problematiche. “ Montaldo fa a questo proposito riferimento a Marchionne, che cede di agire per il bene della Fiat ma è totalmente estraneo alle problematiche dei suoi operai. “Marchionne non conosce le problematiche delle sue tute blu. I loro padri erano operai. Poi, nel momento del boom gli operai stessi hanno comprato queste fabbriche e ora i loro figli non riescono a mantenerle. Il personaggio del vecchio operaio nel film dice a riguardo una cosa fondamentale: ”Tu fai per te, noi per noi. Il tuo orgoglio.Nicola agisce per gli operai ma è così brutale con loro.”

Al regista è stato chiesto se le banche sono state volutamente rappresentate come strozzini. “Nel film sono tutti sciacalli. Quello a cui le banche miravano era la firma della suocera, la ricca proprietaria terriera e produttrice di vino. Ma in periodi di debolezza come questo, le banche approfittano di questi momenti. Sono sciacalli, sono iene!”

Nel film si nota più volte il protagonista che non nasconde i propri sentimenti nei confronti del direttore della banca anche con un linguaggio verbale molto informale. Montaldo afferma: “Anche a me è capitato di mandare a quel paese il direttore della mia banca. Non mi ha parlato per mesi”

Riguardo al fatto che la sala cinema non era piena, Montaldo ha risposto mettendo in connessione anche questo elemento con gli effetti della modernità, della crisi e dei cambiamenti.

Non siamo molti. Sono abituato a questo tipo di impatto. Oggi c’è un po’ di rassegnazione, non si lotta più come in passato. I film funzionano quando c’è gente fuori che fa i capannelli e discutono, litigano. Oggi poi la copruduzione non c’è più. Quando preparavo Sacco e Vanzetti (altro famoso film diretto da Montaldo) il produttore era impazzito all’idea che in Italia non si conoscesse il martirio di questi due uomini. Per girare questo film quest’estate ho fatto 23 città, per sostituire il lavoro non fatto dalla produzione. La gente per strada si accorgeva che quello che avevo appena annunciato si sarebbe avverato”. Si sta riferendo alla crisi economica.

Riguardo al fatto che la pellicola fosse in bianco e nero, fatto notare anche Franco Montini, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, come mai è stata fatta questa scelta?Perché non usare i colori? “Perché non riesco a immaginare la crisi a colori. Non era possiblie nessun’altra rappresentazione. Abbiamo girato in sette settimane a Torino, al gelo.”

Le strade della città di Torino nel film erano spesso vuote. Come mai? La crisi significa anche vuoti, poco traffico. Abbiamo chiesto di svuotare la città. La gente era consapevole della crisi della grande industria e di tutto l’indotto. È dura toccare con mano la realtà come quella di Torino in cui il lavoro è la realtà.”

È stata una scelta precisa quella di non trattare il punto di vista degli operai ma quello di un industriale? “I film sulla classe operaia fatti in Italia, fatti nel mondo, sono pochissimi per paura di non rappresentare bene quel mondo. C’è pudore nel rappresentarla. Noi abbiamo voluto mostrare che la crisi non nasce solo nella fabbrica ma anche nell’orgoglio, in noi stessi, nella gelosia. Il segnale che fa capire a Nicola il tradimento della moglie è quando la vede ridere. Ridere insieme a Gabriel è il vero tradimento. Anche quello causa la crisi della fabbrica. Per me, nato a Genova, molto vicina al mondo operaio , quando mi dicono come mai non faccio un film su Genova. Io ho un pudore terribile perché conosco quegli operai.”

Nel film emerge anche la maturità superiore della moglie. “Lui è un ostinato. C’è da parte della suocera un certo razzismo nei confronti di Nicola perché è il figlio del boom economico degli anni Sessanta. Ma poi l’uomo vittima di razzismo, diveta razzista a sua volta, tanto da uccidere il rumeno, anche se è un incidente.” Il ragazzo rumeno è l’unico personaggio positivo, semplice e genuino del film. “Il film è stato pensato qualche anno fa in previsione di una crisi che poi si è avverata. Cercare l’attore è stato difficile. Il problema per i rumeni è la paura di essere identificati con i Rom. Noi parliamo di Mafia, loro hanno i Rom”

Lei ha sorvolato sulla crisi economica però rispetto a quella coniugale.

“La crisi economica si supera, quella famigliare no.”

Perché inserire il personaggio rumeno? Si poteva descrivere l’incomunicabilità anche senza di lui. “Serviva a lasciare il finale aperto, non troppo sdolcinato. Alla fine lui ottiene il finanziamento per la fabbrica. Ma il film è pieno di mascalzoni:le banche, la suocera, l’avvocato, la moglie che alla fine compra le azioni. Il rumeno è l’ultimo debito. Quando Nicola gli da 40mila euro per andarsene, Nicola quei soldi deve ridargli a chi glieli ha prestati. Questo è un finale aperto.” A proposito di Gabriel aggiunge:”Il rumeno, che nella vita è un ballerino, è la parte artistica. Lui è il buono, genuino, la magia in un ambiente di mascalzoni e di crisi”

Un’ultima osservazione sulla situazione attuale e riguardo ai giovani: ”Un conto è la crisi, un conto è la stupidità. Qua di stupidi è pieno. È la cultura che manca. Vedere che non c’è più co-produzione. Adesso tutto è racchiuso in pochi euro, nel triangolo delle Bermuda, Cinema-Medusa-Ministero. Siete voi che dovete cambiare le cose.”

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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