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25 Novembre 2013 Giornata delle Donne: Basilicata cattivo esempio da seguire

R. C.
30/04/2024

Sciopero 25 Novembre 2013 - Femminicidio e Violenza.

Scandalo Basilicata: adesione25 Novembre 2013 senza donne. Il punto del Sindaco De Maria

Il 25 Novembre, Giornata delle Donne contro femminicidio e violenza, l’Italia si ferma per l’atteso Sciopero Generale, che coinvolgerà tutti i comparti della vita pubblica italiana, dalla scuola ai lavoratori, ma che riguarderà soprattutto loro: le donne.

Una mobilitazione “rosa” su scala nazionale per chiudere definitivamente con la cultura della discriminazione sessista.

E’ il giorno dello Sciopero Generale, il 25 Novembre 2013 lo Stivale si vestirà di rosso. Rosso come la Rivoluzione che spezza le catene. Rosso come le poltrone del Parlamento italiano e della politica tutta, che ancora oggi vede la donna soggetto marginale della dibattito pubblico, con spazi di democrazia e parità spesso ridotti al lumicino. Intanto il Governo ribadisce unanime la sua solidarietà allo Sciopero 25 Novembre, senza lesinare retorica. Peccato che a frenare l’entusiasmo delle tante attiviste già pronte ad animare lo Sciopero 25 Novembre siano le immancabili docce fredde che arrivano dalla real politik, che ancora racconta un gap uomo-donna al limite dell’emergenza democratica.

Le dolenti note, nel giorno dello Sciopero del 25 Novembre 2013, arrivano dalla Basilicata, dove le ultime elezioni hanno portato al Consiglio Regionale una squadra tutta al maschile, scatenando le ire dell’elettorato femminile lucano, che ha subito parlato di misoginia e mobbing. 

Un record tutto italiano. Su 20 neoconsiglieri, insomma, non c’è nessuno donna.

Da ormai due legislature le donne non sono rappresentate in Consiglio.

Le candidate “rosa” non sono arrivate neppure vicine all’elezione.

Gli uomini hanno dominato le preferenze e anche in caso di eventuali dimissioni non ci sarà spazio per sostituzioni femminili.

Il neoeletto Presidente Marcello Pittella (PD) sceglie di non risponde alle accuse, rassicurando: “Non ho ancora fatto delle valutazioni sulla presenza di donne, certamente ne terrò conto.

Ma una cosa voglio dire: il primo criterio nella scelta degli assessori sarà la competenza. Non il genere”. Un triste primato di cui Pittella non potrà fare a meno di occuparsi (e preoccuparsi). Un segnale poco incoraggiante in vista dello Sciopero 25 Novembre 2013, che rilancia l’interrogativo circa la reale volontà e capacità della nostra classe politica di invertire una tendenza discriminatoria oramai insostenibile.

Una vittoria senza quote rosa, che Pittella definisce ugualmente straordinaria ed epocale, a riconferma dello storico dominio della famiglia Pittella in Lucania. Una dinastia che non sempre ha avuto grossa fortuna con le donne. Marcello è infatti figlio di un altro famoso Pittella, Domenico, detto “don Mimì”, anch’egli medico, ex senatore del Partito Socialista Italiano. Un personaggio discusso su cui pesa una delicata vicenda: quelle delle cure prestate alla brigatista Natalia Ligas, nel 1981, in cambio di un favore politico (il sequestro del deputato socialista Schettini) dopo che la donna era rimasta ferita in un attentato, nella clinica che il senatore gestiva a Lauria. Episodio che ne stroncò la carriera politica. Per lui 12 anni e un mese di reclusione per per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata. Pena parzialmente graziata dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, quando Pittella, trascorsi sei anni di latitanza in territorio francese, decise di costituirsi. Ma a tanti restò invece l’atto “eroico” di un medico che salva una donna, benché terrorista, per puro dovere morale.

Nella giornata dello sciopero del 25 Novembre 2013 viene così da chiedersi come mai Pittella Junior, memore del nobile gesto paterno, non abbia ancora preso posizione contro una tendenza sessista così vergognosamente longeva.

L’ipotesi avanzata dalle attiviste lucane prossime allo Sciopero del 25 Novembre è che i Pittella tengono troppo all’impermeabile sistema patriarcale costruito in quarant’anni di potere.

Un familismo amorale, incapace di concessioni verso la donna, figlio della peggiore cultura maschilista e sessuofobica lucana. che si tramanderebbe da padre in figlio, invalidando ogni moto di rinnovamento degli assetti politici. Le poche donne ammesse sarebbero, perciò, solo quelle che portano il cilicio o sono disposte a portarlo.

Aprire le porte della politica alla donna fa paura, perché rappresenta un segnale di novità-rottura da esorcizzare a tutti i costi, dacché mette in crisi logiche patriarcali che per decenni hanno permesso ai Pittella di fare orecchie da mercante di fronte alle richieste di un mondo femminile che mai ha smesso di pretendere la giusta ribalta.

Per analizzare il dato emerso dalle regionali lucane e la sua inevitabile ricaduta mediatica sullo Sciopero del 25 Novembre 2013, riflettendo sulle  quote rosa, deficit di rappresentanza di genere e strategie risolutive, abbiamo chiesto il parere di Fausto De MariaSindaco di Latronico, comune Lucano.

 Il punto del Sindaco Fausto De  Maria sullo Sciopero del 25 Novembre 2013

Sindaco, l’ultima consultazione elettorale alla Regione Basilicata porterà al Consiglio Regionale una squadra tutta la maschile: 20 consiglieri eletti, nessuna donna. Il Neogovernatore Pittella si dice addolorato e promette rimedi. Come spiega questo risultato così penalizzante?

Fausto De Maria

“Condivido il rammarico espresso dal Governatore Pittella, tuttavia non vedo perché farne un dramma. Facciamo attenzione a non passare da un estremo all’altro. Rispetto alla questione quote rosa, occorre una precisazione: le donne non vanno premiate in quanto donne, ma in quanto “capaci”. La donna va stimolata, anche rispetto alla partecipazione al voto. Il PD in Basilicata è da sempre attento ad aprire i quadri dirigenziali alle alternanze di genere, ma imporre quote fisse all’eleggibilità di uomini, donne e bambini è inaccettabile.

Sono d’accordo con la necessità di concedere alle donne maggiori spazi di democrazia e parità, ma questi vanno guadagnati sul campo per scongiurare pericolose derive. – dice il Sindaco De Maria –

“Rischiamo cioè di trovare nei posti di comando le moglie, le figlie, le cugine del “maschio” che c’è dietro. A breve ci sarà l’assemblea di insediamento. Spero vivamente che il Presidente ammetta in giunta qualche figura femminile. Ma imporre la presenza femminile in politica, se concepito come un obbligo, può diventare limitante.”

Crede che il deficit di quote rose in Basilicata come nel resto del Paese possa rappresentare un segnale negativo nel giorno dello Sciopero del 25 Novembre?

“Prendo atto che si tratta di un segnale certamente spiacevole, ma non credo tolga nulla alla nostra sensibilità rispetto ai diritti della donna.”

“È un caso fortuito che nessuna donna sia stata eletta. Il problema è capire quante donne capaci godono della stessa possibilità di accesso alla politica concessa agli uomini e, se così non è, lavorare per rimuovere gli ostacoli. Diventa una questione di merito. Le donne valide ce la fanno, anche senza quote. Non è imponendo un’attenzione artificiale e morbosa che si rispetta la loro legittima richiesta di spazi di democrazia reale.”

“La Regione Basilicata, ricordo, è anche pioniera in diverse azioni in favore della donna: siamo la prima regione di Italia e del Mezzogiorno, dove il problema della violenza e del femminicidio sono storicamente documentati, ad aver sottoscritto un protocollo d’intesa interistituzionale per l’attivazione del ‘Codice Rosa’ presso i presidi di pronto soccorso.”

Possibile che non ci fossero donne capaci e meritevoli a queste elezioni? Perché le quote rosa possono rivelarsi discriminanti?

“Io credo che le donne non abbiano bisogno di strade agevolate, ma di spazi nei quali far valere le proprie capacità altrimenti ci perde la politica, ci perdono loro, ci perde tutta la società. Il deficit di rappresentatività costituisce senz’altro un dato allarmante, ma conosco personalmente donne deputate, europarlamentari, molte colleghe sindaco, che ce l’hanno fatta perché capaci non perché donne. Questa è la vera discriminazione. Sappiamo tutti, compreso il Presidente Pittella, che la donna sconta molte più difficoltà rispetto all’uomo tanto nella vita lavorativa quanto in quella politica, ma bisogna intervenire nei partiti più che nelle istituzioni: è lì che bisogna foraggiare la politica con figure femminile valide, che ci sono e che vanno avanti da sole.  Genio femminile e maschile sono complementari, ma il 50 e 50 non per forza corrisponde all’optimum in politica. Nella selezione del personale femminile si sono commesse finora troppe ingenuità: donne scelte da poteri maschili, raramente per competenza, più spesso per amicizia, gioventù, bellezza, e talvolta per disponibilità sessuale. Oppure sono entrate donne “defemminizzate” disposte a vivere vite al maschile, valori da maschi, tempi da maschi, comportamenti da maschi.”

E’ il giorno dello sciopero del 25 Novembre 2013, un’occasione per riflettere sull’indispensabilità che la donna guadagni nuovi spazi di democrazia e parità. A cominciare dalla politica, dove il gap rispetto all’uomo è ancora tangibilissimo. Come si inverte la rotta?

“Per invertire la tendenza bisogna far appassionare le donne alla politica, non spingerle forzatamente verso le istituzioni.

Il PD ha posto non solo a queste elezioni ma anche alle precedenti l’obbligo della rappresentanza di genere, dando già a livello di partito alla donna chances di intraprendere la carriera politica assolutamente identiche a quelle riconosciute agli uomini. Poi vincere un’elezione è discorso diverso. Se alle liste arrivano poche donne, è ovvio aspettarsi che il voto premi per lo più gli uomini perché statisticamente più numerosi. La soluzione è incoraggiare le donne ad una partecipazione più attiva alla vita politica, ad essere meno restie ed arrendevoli. È la stessa difficoltà che riscontro nei giovani. Tempo fa avevo proposto ad esempio di introdurre le “quote azzurre”, le quote per i giovani, che scontano le medesime difficoltà nell’ingresso in politica: poco turnover, logiche di partito che li costringono dietro le quinte ecc. Tutte soluzioni che non garantiscono nessuna parità reale se non si mettono donne e ragazzi nelle condizioni iniziali di potersi giocare alla pari le loro chance e farsi ascoltare.”

Sciopero 25 Novembre 2013 e protesta femminile. Cosa significherà per la donna italiana? Specie al Sud dove femminicidio e violenza restituiscono le stime più allarmanti e la partecipazione politica della donna si conferma rarissima.

“Prima di distinguere donna e uomo, occorre partire dalle capacità individuali in campo. Nel nostro Sud l’imbuto della politica per le donne è assai più stretto che a Nord, anche per un ritardo ideologico: perché resiste quella mentalità clientelare per cui quando una donna arriva è perché c’è dietro qualcuno. Esiste per la donna una difficoltà ulteriore ad affacciarsi alla politica, che discende largamente da questo pregiudizio maschilista. La donna deve poter essere giudicata sulle idee. Sono una risorsa incredibile, è il “femminismo” ridotto a spot che non serve. Lo Sciopero 25 Novembre mi auguro possa smontare questa logica. Bisogna aiutare la donna a crescere nella consapevolezza delle proprie forze, senza facilitazioni e compromessi. Il gap uomo-donna si recupera riconoscendo quell’immagine che è la donna stessa a darsi. Una donna è vincente (politicamente e professionalmente) quando le condizioni di partenza sono le stesse garantite all’uomo. Se è così, la selezione e la rappresentatività dei generi avviengono naturalmente, senza particolari conflitti”.

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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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