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Precari: scadenze, numeri, come carne al macello

30 Maggio 2010
.
11/12/2024

Quando in un lontano futuro si parlerà del periodo storico che oggi viviamo il termine più utilizzato per descrivere studenti, laureati, giovani ma più in generale per parlare del mondo del lavoro, siamo certi sarà PRECARIO.

Diranno di noi che eravamo ossessionati dal futuro, che non riuscivamo ad
immaginarlo IL FUTURO.
Constateranno come tanto si discuteva, si dichiarava, si auspicava e che poco di pratico si faceva per i PRECARI.
Studieranno le varie applicazione di questo termine che nei tanti articoli, interviste, film dell’epoca venivano fatte.
Analizzeranno come le opinioni della classe dirigente divergessero sull’argomento.

Ricaveranno da tutto ciò un ritratto del precario medio:
Giovane, ma non abbastanza, laureato, spesso con specializzazioni e master, con alle spalle diverse esperienze, con un bagaglio di delusioni ed umiliazioni, incompreso e a volte arreso. Da qui il fenomeno della cosiddetta fuga di cervelli.
Un ritratto a dir poco sconfortante!

Aspettando l’ardua sentenza dei posteri, tra le varie iniziative, pubblicazioni, tesi, discussioni sul mondo dei precari che animano il web ci fa piacere evidenziare l’iniziativa di una giovane fotografa precaria.
RITRATTO DEL LAVORATORE PRECARIO è un progetto di Chiara Schiaratura.
Chiara fotografa precaria. Lavora come assistente all’infanzia in una scuola elementare, in attesa di tempi migliori. Come tutti i precari sogna la concretizzazione dei suoi studi e il riconoscimento del suo talento nella fotografia.

Ritratti di precari è un progetto che richiede la partecipazione volontaria di lavoratori precari.
Progetto nato per reazione e saturazione per “metterci la faccia” come dice l’autrice “E’ giunto il momento di darci una dignità, di raccontarci senza timore, rendere pubblica la situazione in cui un lavoratore precario si ritrova, a testa alta, per ricordare a tutti, che siamo persone, non solo contratti, non solo ricambio di mano d’opera”.

Ritratti di precari è un progetto nazionale nato nel 2009 come tesi specialistica alla IUAV di Venezia, e vuole continuare. Si tratta di un lavoro fotografico che ritrae persone marchiate con scadenze, numeri, come carne al macello. L’obiettivo di raccogliere testimonianze di chi vive il precariato.

Tutti i precari che vogliono contribuire possono farlo, specificando nome, età, indirizzo, attuale impiego e raccontare la propria storia. Chiara immortalerà il vostro essere precario. L’iniziativa è arrivata su facebook ([email protected]) dove raccoglie già numerose adesioni.

Simona Del Regno

© Riproduzione Riservata
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