Salpando per un viaggio pindarico che parte dai codici e dai rotoli dell’epoca classica, passando per le mani di Mecenate e degli amanuensi, approdiamo ad un’epoca più recente che riconosce in Gutenberg l’inventore della tipografia e in Aldo Manuzio uno dei padri dell’editoria italiana.I modi e gli strumenti di veicolazione della cultura sono sempre stati un punto di attenzione rilevante tanto nella storia passata quanto nella realtà odierna.
Salpando per un viaggio pindarico che parte dai codici e dai rotoli dell’epoca classica, passando per le mani di Mecenate e degli amanuensi, approdiamo ad un’epoca più recente che riconosce in Gutenberg l’inventore della tipografia e in Aldo Manuzio uno dei padri dell’editoria italiana. Qui il libro affonda le sue radici e, nel corso degli anni, si sviluppa e si diffonde fino a diventare uno dei punti cardine della diffusione della cultura, dell’arte, della comunicazione in genere.
Dal passato ai giorni d’oggi l’editoria ha aperto le porte ai più svariati argomenti variando, in base a questi, tanto nei contenuti quanto nella sua veste grafica e stilistica. Una porta che però resta ancora po’ socchiusa è quella dei giovani autori. Nell’editoria, come in tutte quelle forme di espressione che raggruppate danno vita alla parola “Arte”, spesso le voci in erba con il loro carico di entusiasmo e con la loro voglia di dare, fare, condividere, manifestare, vengono accantonate in un angolo buio della società.
Le opportunità e gli spazi offerti a giovani artisti sconosciuti sono in percentuale notevolmente inferiori rispetto a quello occupati da personalità già affermate e note. A discapito della meritocrazia, spesso la notorietà e la commerciabilità del prodotto sono i parametri di valutazione a cui, oggi come oggi, si pone più attenzione. La prima tappa per un neoartista è quella dell’autoproduzione; dopo questo passaggio obbligato si srotola l’intrigante fase di diffusione e campagna promozionale in cui i titani fiscali e burocratici la fanno da padroni.
Pertanto se non sei così fortunato da rientrare in quei rari casi di mercificazione della cultura che nel settore amano chiamare “fenomeno editoriale” e se dalle tue tasche non piovono quattrini, bisogna accontentarsi di lottare contro cavilli legali, istituzioni e amministrazioni locali sterili, avvoltoi fiscali che mascherandosi dietro l’apparente tutela dei diritti d’autore guadagnano sul tuo tentativo di farti conoscere dal mondo.
Ai giovani artisti dunque non resta che inventare, ogni giorno, nuovi modi per distinguersi dagli atri in questa indifferenziata giungla di produzione artistica aggirando la burocrazia con qualche stratagemma clandestino. Ma se è vero che l’unione fa la forza, inviterei tutti a venir fuori dall’individuale anonimato sostenendosi e aiutandosi a vicenda per ritrovarsi tutti insieme a combattere con maggior vigore per un medesimo obiettivo.
Roberta Calò