Un giro d’affari stimato sui 50mila euro in 8 mesi, con esami che variavano, come costo, dai 700 ai 3mila euro. L’udienza si terrà il 6 maggio, giorno in cui inizierà l’esame dei testimoni.
Le accuse sono di: associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso e rivelazione del segreto d’ufficio. Tra gli imputati figurano: docenti, dipendenti amministrativi, bidelli, studenti e anche genitori. Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione, perché di questo si trattava, era gestita dai bidelli che ritiravano le bustarelle dagli studenti e facevano da tramite con i professori. Oggetto della compravendita esami e tesi di laurea.
Il profilo del cliente ideale era: studente fuori corso o studente straniero, in particolare greci, che per concludere l’università nel più breve tempo possibile preferivano comprare gli esami. A far scoprire l’intero meccanismo un ex bidello che era parte dell’organizzazione che ha fatto nomi e cognomi di coloro che hanno partecipato. L’università di Bari si è costituita parte civile.
Marano Virgilio