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Conferenza stampa “Il sesso aggiunto”

Redazione Controcampus 23 Aprile 2011
R. C.
19/04/2024

Il giorno 21 aprile si è svolta a Roma, presso la Casa del Cinema, la conferenza stampa del film Il Sesso aggiunto, erano presenti il regista e sceneggiatore Francesco Antonio Castaldo, gli attori Giuseppe Zeno, Miriam Catania e Valentina D’Agostino, il produttore e montatore Giovanni Madonna, il compositore Nicola Piovani e, per la casa di distribuzione, Christian Lelli Come prima domanda chiederei ai nostri ospiti di parlarci un po’ del film.

C.L. La nostra casa di distribuzione privilegia film dal valore socio culturale elevato. Quando mi si è presentata l’opportunità di produrre un film come quello di Castaldo non me la sono fatta sfuggire. Questo perché ritengo che la pellicola, affrontando un tema come quello della tossicodipendenza, vada a toccare tematiche attinenti al sociale.

Altra cosa che mi ha convinto a produrre il film sono state le situazioni descritte al suo interno, le ho trovate, infatti, molto realistiche. Ho lavorato alcuni anni con i tossicodipendenti e ho trovato la sceneggiatura di Castaldo molto verosimile.

F.A.C. Ho voluto girare un film dove la tossicodipendenza fosse rappresentata non fotografata. Non ho voluto raccontare come si comporta un tossico, descrivendo le sue azioni quotidiane. Ad un certo momento del film il tema della tossicodipendenza si sposta in secondo piano. Il protagonista intraprende un percorso di autopsicanalisi, rivive i momenti più significativi della sua vita, come il rapporto con il padre, con se stesso e con il suo sogno infranto di diventare calciatore. A questo punto l’amore diviene il protagonista principale. Esso si configura come quel dio che è presente all’interno di ognuno di noi, che ci fa sentire le sensazioni più pure e che ci può far affrontare gli ostacoli che la vita ci presenta. Ho voluto, inoltre, girare questo film perché negli ultimi anni ha ripreso piede il consumo di eroina. Gli ultimi dati riferiscono di un incremento dell’uso della polvere bianca pari al 40%. Spero che questo film verrà visto dai giovani e possa dimostrare loro quanto l’uso di droga possa allontanare l’uomo da se stesso.

G.M. Le motivazioni che mi hanno spinto a produrre questo film sono molteplici. Per prima cosa il piacere di lavorare con un grandissimo regista come Castaldo; riponevo piena fiducia nei confronti suoi e degli attori, il che mi ha portato anche a destinare al progetto un budget di 1.400.000 euro. In più, ciò che mi ha convinto, è come il film tratta il tema della tossicodipendenza. Una delle speranze che ho, e che condivido con Castaldo, è che il film sia visto dai giovani e che sia uno spot contro tutti i tipi di dipendenza.

Com’è stata, per voi attori, l’esperienza sul set sesso aggiunto?

M.C. Il mio personaggio è molto particolare, Nancy è un’ex tossicodipendente che, però, purtroppo, ricade nuovamente nel baratro della droga. Ho cercato di immaginare come potesse essere forte la dipendenza da eroina, a tal punto che, anche se ne sei uscita, non riesci mai a smettere di pensare a lei.

Gli attori come si sono preparati per interpretare i propri personaggi in sesso aggiunto? C’è stato un lavoro di documentazione?

M.C. Ho parlato con molti tossicodipendenti, per me interpretare Nancy è stato difficile, perché è un personaggio per me nuovo, molto diverso da quelli da me in precedenza interpretati. Ho cercato di ricostruire le sensazioni di falso benessere fisico e psicologico che ti dà il consumo di eroina.

V.D. Mi sono preparata cercando di immaginare gli effetti fisici che sopravvengono dopo il consumo di eroina, in particolare il senso di rilassatezza e debolezza. L’eroina ti riduce ad uno stato semivegetativo e questo ti svincola dalle responsabilità, ciò dona ai tossicodipendenti un senso di liberazione. Non ho mai fatto uso di droghe, però come molte persone anche io ho delle mie dipendenze, e proprio concentrandomi su queste che ho potuto interpretare il mio personaggio.

G.Z. Non mi sono preparato, per così dire, in modo classico. Conoscevo e conosco diversi tossici, ma non ho dedicato tempo eccessivo a parlare con loro, anche per non cadere nell’imitazione e per non portare in scena un personaggio che si rifà ai classici clichè del tossicodipendente. Francesco (Castaldo il regista ndr) era molto documentato e si è rivelato un aiuto prezioso. Se Alan non fosse stato un tossicodipendente sarebbe stato un poeta, mi sono principalmente basato su questa indicazione di Francesco.

N.P. E’ difficile dire come un musicista si possa preparare per scrivere le musiche di un film. Quello che posso raccontare è perché ho deciso di scrivere la colonna sonora. Per caso mi è arrivata la sceneggiatura di Castaldo e l’ho trovata subito interessante. Si presentava come qualcosa di inedito e quindi affascinante e autentico. Ho cercato di cogliere l’essenza di fondo del film, che per me non è l’amore, ma la sua assenza.

Il film sembra avere una doppia anima, una più intimista e, per così dire familiare, l’altra che tende più verso il sociale, con una rappresentazione della tossicodipendenza che è parsa poco credibile.

F.A.C. Ho vissuto in prima persona esperienze di tossicodipendenza, dato che per un certo periodo della mia vita ho frequentato una ragazza che aveva problemi di droga. Il mio obbiettivo era rappresentare il mondo interiore della tossicodipendenza e in particolare del protagonista del film.

Il film presenta una pezzatura molto lunga, siamo vicini alle due ore di film. Come mai questo minutaggio così elevato?

F.A.C. Avevo bisogno di certi tempi di riflessione. Non è una scelta fatta a priori. Ho cercato, in fase di montaggio, di tagliare più scene possibili, ma non sono riuscito a ridurre ulteriormente la durata del film.

Francesco Tamburrino

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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