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La Galleria di Storia Naturale dell’Università di Perugia

25 Novembre 2011
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29/03/2024

Tra le collezioni naturalistiche presenti nel territorio umbro, però, due delle più ricche e consistenti furono costituite da Orazio Antinori (Perugia, 1811 - Lèt Marefià, 1882) e mons.

Giulio Cicioni (Cerqueto, 1844 – Perugia, 1923).
La raccolta ornitologica di O. Antinori, con ben 800 campioni, è una delle più antiche e “preziose” collezioni di storia naturale presenti nel territorio regionale e una tra le raccolte più significative nell’ambito nazionale; nucleo storico delle collezioni del Museo Zoologico della Libera Università di Perugia.
La raccolta di Storia Naturale di mons.

Giulio Cicioni, che rappresenta la collezione più interessante, ricca e corposa della Regione, realizzata dal naturalista perugino, è costituita da oltre 6000 campioni tra minerali, rocce, fossili, piante, animali e materiali etnografici, provenienti da tutto il pianeta. La raccolta è stata conservata per anni presso il Museo di Scienze Naturali del ven. Seminario Arcivescovile di Perugia, chiuso negli anni novanta.

Finalmente, dopo anni di «esercizi di memoria» per non dimenticare le collezioni Antinori e Cicioni, conservate nei magazzini del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (C.A.M.S.) dell’Università degli Studi di Perugia, i campioni delle raccolte «tornano alla luce» in tutta la loro importanza (storica, scientifica, culturale, educativa e sociale), in mostra presso la Galleria di Storia Naturale di Casalina (Deruta), progettata nei locali che ospitavano la Manifattura ex tabacchi della frazione di Casalina in Via Risorgimento, effettuando così anche un interessante recupero di uno dei tanti edifici industriali, oggi dismessi, presenti nella Regione. L’operazione è stata possibile grazie ad un contributo comunitario erogato dalla Regione dell’Umbria – Servizio Promozione e Valorizzazione Sistemi Naturalistici e Paesaggistici (DOCUP obiettivo 2 2000-2006, Misura 3.2), cofinanziato in parte dall’Università degli Studi di Perugia.

L’idea espositiva sviluppata nell’ambito della Galleria di Casalina fa perno essenzialmente su un rapporto fondamentale che dovrebbe esistere all’interno di ogni struttura museale: le collezioni di storia naturale e la funzione sociale che queste rivestono nell’ambito della Comunità che le conserva e le valorizza nel tempo.

In pratica, le diverse collezioni finalmente “ricomposte” presso la Galleria di Casalina rappresentano le più ricche e interessanti raccolte naturalistiche dell’intera Regione e come tali rivestono un ruolo sociale primario che le rende culturalmente uniche e in grado di interagire in pieno con l’intero sistema di strutture che in Umbria ospitano materiali naturalistici. Tali raccolte, per le loro peculiari caratteristiche, possono quindi fungere da ganglio centrale dell’articolato e complesso sistema regionale di ecolaboratori e musei naturalistici, rappresentando un vero e proprio punto di riferimento per tutte quelle realtà, dall’Università al mondo della scuola, dai Centri per l’Educazione Ambientale fino alle più disparate Associazioni culturali e ambientaliste e ai singoli cittadini, che si occupano in Umbria dei più diversi aspetti del variegato mondo delle Scienze Naturali.

Inoltre, le diverse collezioni rappresentano l’unico megacorpus regionale di raccolte naturalistiche in grado di rapportarsi dignitosamente con il più ampio panorama delle migliori realtà museali nazionali, cioè di tutti quei Musei di Scienze Naturali distribuiti sul territorio italiano, che godono da tempo di stabilità e svolgono un ruolo di primaria importanza nel campo della promozione della ricerca di base e della diffusione della cultura scientifica. In base alle relazioni intessute, nel corso del tempo, dai due noti naturalisti umbri con alcune delle più note realtà museali dell’epoca come il Museo di Scienze Naturali G. Doria di Genova e il Museo Zoologico “La Specola” di Firenze, le collezioni Antinori e Cicioni offrono l’opportunità di riaprire validi collegamenti con le attuali strutture eredi di quegli antichi e prestigiosi musei che oggi rappresentano, insieme ai musei civici di Storia Naturale di Milano e Verona, al Museo di Scienze Naturali di Torino e al Museo Tridentino di Scienze Naturali le più attive e innovative istituzioni del genere a livello nazionale. Oltre ai numerosi collegamenti attuabili con l’intero sistema degli Ecolaboratori dell’Umbria e con strutture museali extraregionali le raccolte Cicioni ed Antinori che constano principalmente di collezioni con materiali di origine esotica rappresentano ottime possibilità di contatti ed interscambi culturali con realtà internazionali.

In particolare, la Collezione Antinori, in massima parte costituita da campioni zoologici provenienti dall’Africa Nord-Orientale e principalmente dall’Etiopia, offre notevoli possibilità, peraltro in parte già sviluppate dal C.A.M.S., nel campo delle relazioni internazionali nell’ambito della cooperazione in materia di questioni ambientali e di gestione e conservazione delle risorse naturali e, nello specifico, della fauna selvatica. Proprio la presenza di tali ingenti collezioni zoologiche extraeuropee, che annoverano vari esemplari di specie oggi gravemente minacciate di estinzione a livello globale, può anche aprire possibilità di scambi culturali con numerose istituzioni internazionali che si occupano di conservazione della fauna selvatica e contribuire sia a rendere le due raccolte umbre un patrimonio di valore internazionale sia favorire una maggiore apertura della nostra realtà provinciale al resto del Mondo. Considerando anche che molti degli studenti che frequentano i corsi dell’Università Italiana per Stranieri di Perugia provengono dagli stessi paesi di origine dei campioni delle collezioni, Sudan, Etiopia, Eritrea, Gibuti, Somalia (il cosiddetto “Corno d’Africa”), le raccolte si possono ancora una volta configurare come elemento centrale di notevole rilievo nel settore sociale e punto di riferimento per molte iniziative di scambio interculturale e di aggregazione multietnica basate su una reciproca conoscenza e sullo sviluppo di tematiche relative alla conservazione e gestione delle risorse naturali nei più disparati ambiti culturali e sociali.

L’esposizione ideata, che segue un approccio storico di rappresentazione delle scienze naturali, si snoda quindi attraverso le principali e più significative tappe della storia dei “personaggi” e delle raccolte che sono entrate in diversi periodi cronologici a far parte del patrimonio conservato nelle collezioni di storia naturale dell’Ateneo perugino. Tali raccolte rappresentano la memoria della comunità regionale e le permettono di perpetuarsi nel tempo. In particolare è stato dato ampio spazio a due dei più importanti personaggi di questa storia e alle loro importanti raccolte, di cui si è ampiamente parlato nella premessa: Orazio Antinori e Giulio Cicioni. Le due figure storiche di naturalisti che, pur presentando delle chiare affinità e non pochi punti di convergenza, rappresentano due diversi modi di essere “naturalisti” in momenti storici differenti e con una diversa visione del mondo naturale. Elemento portante dell’esposizione sono naturalmente tutti gli “oggetti”, i campioni della più disparata natura, conservati sia all’interno delle due grandi celle climatizzate sia nell’ambito degli spazi della Galleria che vengono attraversati dall’itinerario di visita. Gli “oggetti “ e quindi le collezioni che si possono osservare sono in realtà simboli rappresentativi della comunità regionale e quindi parte della coscienza collettiva poiché acquisiti attraverso l’attività culturale dei musei locali. Particolare interessante infine nell’ambito della visita è la possibilità di accedere, a piccoli gruppi, a degli spazi, considerati come “magazzini visitabili” che permettono al visitatore:

• una proiezione nel “passato” della museologia scientifica grazie alla collocazione dei campioni in degli armadi d’epoca e alla visione di esemplari dell’inizio dell’ Ottocento;
• la possibilità di dirigere liberamente il proprio interesse verso ciò che più lo attrae, senza alcuna mediazione culturale;
• entrare in contatto diretto con le diverse problematiche relative alla documentazione, conservazione e tutela del patrimonio culturale conservato nei musei; problematiche di solito “nascoste” agli occhi del visitatore.

Infine, un rilievo particolare riveste la caratteristica di “flessibilità” che è stata data all’allestimento museografico che permetterà di alternare, con facilità, all’esposizione permanente storica delle mostre temporanee. Utilizzando i campioni delle diverse collezioni, le mostre temporanee avranno come argomento principale la conservazione della biodiversità e la tutela dell’ambiente. Questo permetterà di seguire così quelli che sono alcuni dei nuovi orientamenti dei musei di storia naturale, e in particolare la partecipazione in modo attivo al dibattito sull’ambiente affrontando i grandi temi del presente.

Il binomio Raccolte & Comunità che si è voluto sottolineare nell’ambito del percorso espositivo potrà così rispondere alla domanda “culturale e sociale” che una comunità pone alle strutture museali che operano nel suo ambito territoriale sviluppando attività diversificate nell’ambito della:

• ricerca scientifica;

• conservazione e tutela delle collezioni;

• produzione di attività culturali e didattiche;

• gestione e conservazione dell’ambiente.

In conclusione, La galleria di storia naturale si presta a divenire:

• il più importante “archivio” della biodiversità regionale, nazionale e mondiale presente nel territorio della Regione dell’Umbria

• il luogo deputato a tramandare nel tempo l’inestimabile “ricchezza” sociale rivestita dalle collezioni di storia naturale;

• il fulcro per le attività di diffusione e divulgazione della cultura scientifica nell’ambito regionale e nazionale, e in particolare riguardo ai temi della biodiversità, la cui conoscenza e comprensione è essenziale per salvaguardare il patrimonio culturale della comunità regionale.

In questo modo l’Umbria si potrà collocare nel panorama delle poche Regioni che guardano al proprio patrimonio storico-naturalistico come un bene comune della collettività da salvaguardare e valorizzare, colmando finalmente un vuoto che la vedeva come una delle poche regioni del Paese priva di un Museo di Storia Naturale, nonostante un interessante passato di museologia scientifica.

B.M.

© Riproduzione Riservata
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