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Orientamento universitario: problemi, difficoltà e soluzioni

11 Dicembre 2011
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24/04/2024

Wow, cosa vedono i miei occhi! L’Università degi Studi di Salerno, riceve innumerevoli complimenti: “All’Università di Salerno (50mila studenti), un ragazzo racconta di aver risolto i suoi dubbi grazie al Caot, il centro di Ateneo per l’orientamento, che lo ha seguito per mezza giornata, con informazioni sui vari corsi, possibilità di placement, consulenza psicologica.

Poi si è immatricolato via Internet Point, ha pagato le tasse alla banca interna, ha fatto domanda di borsa di studio online e richiesta del tesserino mensa. Mezza giornata, poi è tornato a casa.”

Parole pubblicate non da un giornalino qualunque, ma scritte dal Corriere.it.

Chi come me vive con quotidianità, la vita dell’Ateneo salernitano, stenterà a credere a queste parole, non perché io ne voglia metterne in dubbio la serietà o la veridicità, ma le migliaia di ore di “file e file e file “ che ho felicemente sopportato in questi anni di studio, mi portano ad essere perplessa.

La Segreteria Generale è di solito affollata, spesso chiusa. Chi dovrebbe aiutarci a capire regole, regolette, postille e simili, talvolta ne sa meno di noi. Il sito è, per usare un eufemismo, arcaico, organizzato con sistema di scatole cinesi, intrecciato e intricato. Gli Internet Point sono pochi e molto “sommari”.

In questo bailamme, però, c’è una stella che ci guida il Caot.

La notizia non può che farci piacere, giacché un quinto dei giovani che si iscrive all’Università si ritira dopo il primo anno proprio a causa di un orientamento approssimativo.

Se il Caot rappresentasse un’importante occasione per documentarsi, chiarire dubbi, individuare i nostri punti di forza, conoscere il sistema universitario, individuare il corso di laurea adatto a ciascuno in base alle proprie attitudini, sarebbe l’ideale.

Scegliere il proprio percorso di studi non è facile: a diciotto anni non si è ancora sicuri di ciò che si vuole diventare, a volte non abbiamo un campo di studi che ci appassiona più di un altro, altre volte l’anello debole sono i genitori, che si sostituiscono ai figli nella scelta.

Insomma, i percorsi universitari sono una giungla, e più in generale l’Università italiana, lo è. Lei stessa confusa, affaticata, strattonata, disorientata, trova difficile Orientare, noi universitari, o futuri tali.

Noi” poveri comuni mortali “, frequentatori di file, turni e liste, riteniamo il ragazzo che in mezza giornata è riuscito a terminare tutto il complesso iter per iscriversi all’Ateneo salernitano, un eroe.

Mi rivolgo a te SuperCaot: se dovessi leggere quanto detto sopra, manifestati e svelaci il tuo segreto: come andare in un ufficio dell’Unisa e non attendere il proprio turno (prima di te solitamente ci sono 40/50 studenti molto, ma molto arrabbiati ) per ore e ore, per poi sentirsi dire: ”Di queste cose non ci occupiamo noi”!

Grazie per un’eventuale risposta.

Lucia Celenta

© Riproduzione Riservata
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