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Quando arriva il picco da Coronavirus e cos’è la curva contagi

Daniela Saraco 31 Marzo 2020
D. S.
13/12/2024

Previsioni su quando arriva il picco del contagio da Coronavirus: la fase acuta della pandemia, la curva dei contagi e le proiezioni degli esperti per la fine o del Covid-19.

Il parere dell’igienista dentale Gaetano Manco, residente a Milano.

Picco di contagi del Coronavirus, quando ci sarà? Questa è la domanda che maggiormente preoccupa l’Italia, immobilizzata dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Sapere quando i contagi inizieranno a diminuire, potrebbe aiutare a fare delle previsioni anche sulla durata delle proroghe, ad esempio.

Siamo tutti in attesa di sapere quando arriva il picco del Coronavirus in Italia. Ma le dichiarazioni del Premier Conte e quelle del Presidente della protezione Civile all’oggi non sembrano rassicurare. Attualmente su tutto il territorio nazionale sono 27.386 i ricoverati con sintomi e 3906 in terapia intensiva.

Continua, la lunga quarantena per l’Italia e nonostante i numeri sembrano in calo, non si fermano i morti.

Vari esperti provano a fare previsioni. All’Università di Genova un team di infettivologi e di tecnici informatici ha ideato un modello numerico per prevedere il picco dell’epidemia. In un primo momento si era definita la settimana dal 23 al 29 marzo. L’istituo Superiore della sanità, invece, ha simulato la proiezione dei contagi fino ad Aprile.  La previsione per il picco dei contagi da Coronavirus è, dunque, la prossima settimana. Difatti dal 20 marzo il numero di nuovi casi segnalati è calato. Inoltre la curva sembra attenuarsi. Ma la discesa della curva dipende solo dai contagi che avvengono e dunque dal rispetto delle misure restrittive ancora in atto.

Cos’è il picco influenzale e quando arriva il picco da Coronavirus: previsioni degli esperti

Il picco influenzale è il momento in cui i contagi sono più elevati. Per abbassare il picco bisogna evitare la diffusione del virus. Identico procedimento è per l’infezione da Coronavirus. Il team scientifico degli istituti di Sanità sta lavorando a modelli che possono  predire  l’andamento dell’epidemia. Di conseguenza, gli studiosi possono fare previsioni  su quanti si ammaleranno nei prossimi giorni, su quanti avranno bisogno di terapie intensive, su quanti moriranno. Ma quando è prevista la data del picco del Coronavirus? Le curve di previsione segnalano il mese di Aprile per il numero massimo di contagi.

Le ultime dichiarazioni da parte del Governo Conte individuano una data precisa: “Con i numeri a disposizione e le elaborazioni di virologi ed epidemiologi, possiamo aspettarci il raggiungimento del picco nel giro di 7-10 giorni e, ragionevolmente, la diminuzione del contagio”. Lo scrive il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, sul Blog delle Stelle, spiegando che “è importante parlare del raggiungimento del picco: perché i dati ci mostrano che i nuovi casi hanno smesso di crescere e i numeri dei positivi che vediamo, comunque elevati, sono da mettere in relazione al maggior numero di test fatti in questi giorni”.

Ci sarà sicuramente un punto massimo di contagi la settimana prossima, quindi, dopo di che la curva dovrebbe cominciare a scendere. Chiediamo a Gaetano Manco, igienista dentale, residente a Milano, quando arriva il picco da coronavirus:” Il momento più alto di contagi è relativo alle varie aree interessate dall’epidemia. Nelle aree di prima introduzione, come la Lombardia, potrebbe arrivare a metà aprile, con picchi più tardivi anche nelle altre regioni italiane. Per questo è importante rispettare le misure restrittive imposte dal Governo. Meno contagi ci sono, più presto arriverà il picco, e prima passerà questo incubo. A Milano la situazione è davvero sconfortante, l’economia nonostamte il decreto Cura Italia è completamente bloccata e gli operatori medici come me rischiano davvero tanto!”

Cos’è la curva contagi, come funziona se sale o scende

La curva dei contagi è lo studio basato sui giorni e sui numeri dei contagi che rileva la situazione quotidiana in Italia. E’ dunque strettamente legata al numero di persone affette da Covid 19. Più si abbassa il numero di malati, più la curva scende e viceversa. Dunque, l’andamento della curva registra l’aumentare dei casi con il passare dei giorni. Di conseguenza è importante non abbassare la guardia in un momento così critico, nel quale si vede un rallentamento della curva. Quindi è bene continuare la politica di isolamento domiciliare ed evitare i contatti tra persone.

Chiediamo all’igienista dentale chi è più esposto al contagio, aumentando la curva contagiati Covi-19: “Di sicuro è importante tutelare gli operatori sanitari. E con questo intendo medici, operatori delle ambulanze, dei pronto soccorso e quelli che lavorano per garantire i collegamenti tra i vari servizi. All’inizio c’è stato un picco di esposizione elevato legato alla poca informazione sul Covid-19 e alla mancanza di dispositivi di protezione. Inoltre, è importante proteggere le persone anziane nelle case di riposo, così colpite dal virus. Solo così e rispettando tutte le misure di prevenzione, possiamo davvero sperare che la curva scendi!”

Dunque è possibile solo fare previsioni su quando arriva il picco e sulla discesa della curva dei contagi. Rispettare le regole di restrizione, però, è un grande impegno di tutti gli Italiani che vogliono dire adddio al coronavirus e alle sue tante vittime.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto