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Egitto in Veneto. Apre ad Aprile la mostra Egitto in Veneto

Redazione Controcampus 4 Aprile 2013
R. C.
18/05/2024

Università degli Studi di PADOVA - Mummie, perle, sarcofagi, splendide stele dipinte, papiri: saranno più di 300 i reperti esposti nella mostra Egitto in Veneto distribuita tra i poli museali di Padova e Rovigo e che aprirà il 19 aprile 2013.

Fin dall’antichità, come testimoniano gli scavi archeologici, Veneto ed Egitto sono stati indissolubilmente legati dai traffici commerciali che univano appunto l’area della laguna al Delta del Nilo. Ma venete erano anche figure leggendarie che hanno legato il loro nome, a livello internazionale, a quelle terre lontane: il padovano Giovanni Battista Belzoni per primo entrò nella piramide di Chefren, esplorò la Valle dei Re e Abu Simbel, mentre il rodigino Valsé Pantellini, avviata una fortunata carriera alberghiera in Egitto, divenne uno dei maggiori importatori italiani di antichità. La dedizione e lo studio per l’antica civiltà del Nilo si ritrovano anche in Carlo Anti, Rettore dell’Università di Padova dal 1932, che fu Direttore della Missione Archeologica Italiana in Egitto dal 1928 e che ivi scavò a Tebtynis, una cittadina nell’oasi del Fayum. Per la prima volta cinque sedi espositive del Veneto esporranno contemporaneamente i reperti dell’Antico Egitto arrivati nei secoli nelle loro collezioni.

«Il patrimonio egizio in Veneto è costituito da numerosi materiali di varia tipologia, età, provenienza, luoghi di conservazione – afferma la curatrice della mostra Paola Zanovello – È un patrimonio diffuso nel territorio e lo spirito di questa mostra, distribuita su più sedi, mira proprio a rendere conto di questa peculiarità veneta. I reperti, molti esposti per la prima volta al pubblico, permettono di seguire il filo delle ricerche condotte tra Veneto ed Egitto, dai primi viaggiatori e scopritori, alle indagini sul campo in tempi più recenti; dalle collezioni ai sempre più numerosi materiali che provengono da contesti archeologici veneti, indizio delle prime relazioni commerciali e culturali tra grandi civiltà del passato».

Incredibile è la vastità e la qualità dei reperti in mostra. Le collezioni ora visibili, ma per anni conservate per mancanza di spazi espositivi nei depositi dei musei, tornano alla luce come “nuove scoperte”.  Dai depositi emergeranno, finalmente restaurati, papiri, mummie, monili, frammenti di scritti e arredi funerari che forniranno una preziosa chiave di lettura sul periodo in cui erano in uso e faranno capire quella “passione” per l’Egitto che contagiò l’Italia dal Rinascimento fino all’Ottocento.

Nelle sale del CAM dell’Orto Botanico di Padova, ad esempio, si potranno ammirare non solo una mummia e il suo sarcofago, ma anche la ricostruzione in 3D del volto della persona inumata grazie alla collaborazione degli esperti del Gabinetto Interregionale del Triveneto della Polizia Scientifica. Al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte del Liviano saranno invece esposti, tra gli altri, un flauto in canne, papiri, perle e frammenti di vasi, rinvenuti durante gli scavi archeologici in un’oasi egiziana, in cui sono incise e quindi “registrate” le vendite di vini. Al Museo Civico Archeologico una stele racconterà la storia di due sorelle della Padova romana devote alla dea Iside, mentre un vaso in fayence, pasta silicea smaltata, dalla mirabile fattura ritrovato in una tomba romana via Acquette a Padova farà capire l’amore degli antichi per l’arte egizia. Al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo verrà esposta, tra gli altri reperti, una stele dipinta dai colori colori brillanti che illustra l’incontro tra alcune divinità e un uomo. Con altri arredi presenti in mostra sarà ricostruita una tomba di Antico Regno e una cassetta di proprietà di un principe. Il Caffé Pedrocchi con la sua Sala egizia è infine la chiave per capire il fenomeno dell’Egittomania, quella intensa passione che a partire dell’Ottocento fece del paese del Nilo un’ispirazione per l’arte e la cultura dell’Europa.

«I materiali selezionati per la mostra vogliono essere la testimonianza concreta del legame che il Veneto ha stretto nel corso del tempo con quell’Oriente mediterraneo di cui è parte l’Egitto – dichiara Emanuele Ciampini, egittologo e curatore della mostra – Le ricerche promosse nel territorio, insieme con quelle condotte nelle stesse regioni che videro fiorire le civiltà del Nilo, vogliono essere il filo conduttore del percorso espositivo; i materiali esposti saranno così legati a vari aspetti della cultura faraonica, a testimonianza della ricchezza di un patrimonio di antichità egizie diffuso capillarmente nel territorio».

La mostra è parte integrante del progetto EgittoVeneto, nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, affiancate dal personale e dalle strutture della Regione del Veneto. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che lo ha selezionato fra i vincitori del “Bando Progetti di Eccellenza”.  La ricerca è coordinata scientificamente da Paola Zanovello, docente di Archeologia delle Province Romane presso l’Ateneo Patavino ed Emanuele Marcello Ciampini, docente di Egittologia nella sede veneziana e si avvale della collaborazione di Martino Gottardo, Claudia Gambino e Giulia Deotto, giovani studiosi delle due università. Lo scopo della mostra Egitto in Veneto e lo spirito in cui nasce la ricerca del Progetto EgittoVeneto sono quelli di far conoscere e progressivamente valorizzare l’ingente patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto attraverso la catalogazione, il restauro e la restituzione al grande pubblico dei ritrovamenti archeologici.

La mostra “Egitto in Veneto”, distribuita tra i poli museali di Padova e Rovigo, vedrà l’apertura al pubblico nella città patavina del Centro di Ateneo per i Musei dell’Orto Botanico (CAM) e del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte dell’Università di Padova, del Museo Archeologico all’interno dei Musei Civici agli Eremitani e del Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, mentre a Rovigo ad essere protagonista sarà il Museo dei Grandi Fiumi che anticiperà l’apertura il 12 aprile 2013.
Le sezioni tematiche degli spazi espositive sono “Esplorando l’Egitto: viaggio nella cultura egizia” al CAM, “ Il Veneto e l’Egitto nell’antichità: relazione e scambi” al Museo Archeologico dei Musei Civici agli Eremitani di Padova, “L’Egittomania a Padova” al  Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, “Lo scavo e la ricerca archeologica patavina in Egitto” al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte dell’Università e “L’Egitto all’Accademia dei Concordi di Rovigo” al Museo dei Grandi Fiumi.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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