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Formazione senza tirocinio

12 Luglio 2006
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29/03/2024

Le scienze sociali assumono un ruolo sempre più centrale nella società contemporanea.

La necessità di far fronte a nuove sfide, nLe scienze sociali assumono un ruolo sempre più centrale nella società contemporanea. La necessità di far fronte a nuove sfide, non solo di carattere economico e politico, ma anche di natura umana ha determinato la diffusione di nuovi percorsi di studio, improntati sull’acquisizione delle competenze necessarie a rispondere ai malesseri ed ai disagi di alcuni strati della società. Gli anziani, i giovani disagiati, gli immigrati diventano oggetto di attenzione di nuove discipline che ponendoli in rapporto con la società ed il contesto di vita di riferimento cercano di dare soluzione a problemi quali l’emarginazione, l’abbandono, il malessere psicologico, il senso di rifiuto e di smarrimento che il caos contemporaneo produce. Corsi di studio, quindi, costruiti ad hoc, per preparare all’azione sul campo tanti e variegati agenti sociali, per sradicare i problemi alle origini e per fornire un punto di raccordo tra le istituzioni competenti e l’individuo in cerca di aiuto.
L’università di Roma Tre, con la Facoltà di Scienze della Formazione, ed i relativi corsi di laurea,fa propria questa sfida, accogliendola e trasportandola in nuovi metodi didattici, basati non solo sullo studio dei testi, ma anche e soprattutto sul percorso pratico. Per esso si indente acquisizione di conoscenza sul campo, attività dal vivo ed in strutture che siano in grado di mettere lo studente di fronte alla reale dimensione della professione che ha scelto di intraprendere. Questo approccio di carattere interdisciplinare, diretto ed attivo punta sulla presa di coscienza del futuro assistente sociale e sulla sua capacità di mettersi alla prova. Una fase fondamentale, che oltre che a raccogliere al proprio interno il nucleo delle discipline teoriche affrontate in aula, caratterizza ed aiuta a delineare il profilo professionale del corso.
Tuttavia, all’indiscussa importanza attribuita alla fase del tirocinio, non corrisponde un’adeguata capacità di realizzazione. Per cui spesso capita che alle buone parole ed intenzioni non seguano i fatti. Numerosi sono, infatti, gli studenti, che trovano difficoltà di inserimento nelle strutture convenzionate con l’ Università per svolgere il praticantato. Il rischio è quello di restare indietro con il corso di studio e di ritardare il raggiungimento della laurea. Il problema diventa ancora più rilevante se ci si sofferma sulle ore necessarie all’espletamento completo del percorso formativo (200 – 300 ore), difficile da gestire e da recuperare laddove non si sa nemmeno quando e dove iniziare. Ancora a venire meno è il principio della scelta, relativamente alla specializzazione professionale che lo studente intende conseguire. Agli iniziali sogni di poter lavorare, anche se per poco, con gli anziani o con i detenuti, con le donne o con i bambini malati, si sostituisce la necessità di andare a “formarsi” in qualsiasi struttura sia pronta ad accogliere lo studente, pur di poter arrivare ad una conclusione.
Forse ciò che in tutto questo resta salvo e vivo è lo spirito dell’assistente sociale, che ha per scelta suprema quella di andare ad agire là dove c’è bisogno di lui prescindendo dalla categorizzazione dei disagi e dei bisogni.

© Riproduzione Riservata
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