Questa volta non si parla delle agitazioni e delle sommosse che si sviluppano contro il governo, ma di
Nuovo aumento delle tasse, nuova protesta. Questa volta non si parla delle agitazioni e delle sommosse che si sviluppano contro il governo, ma di quelle che accadono all’interno dell’Università di Salerno. A scatenare un sit in di protesta contro l’amministrazione, avvenuto giovedì 6 luglio, è stato l’ennesimo aumento delle tasse. “Per il quarto anno consecutivo- tiene a sottolineare il presidente dell’associazione Agape Quintino Pitrelli e uno dei fautori del sit in- sia per gli immatricolati che per gli studenti già iscritti è stato previsto un aumento anche abbastanza consistente delle bollette da pagare per l’iscrizione.” “Per le lauree del nuovo ordinamento, comprendenti anche quelle della specialistica si prevederanno 27€ in più per coloro che appartengono alla prima fascia di contribuzione e ben 142€ per chi appartiene all’ultima.”-continua Quintino-“Per i ragazzi che invece fanno parte ancora del vecchio ordinamento, le cose non sono molto diverse: si va dai 22€ in più per la prima fascia di contribuzione ai 135€ per l’ultima. Dopo la protesta di giovedì scorso si è ottenuto, comunque, risultato: un’aggiunta di soli 5€ per la prima fascia, che va ad essere controbilanciato da una di 10€ per le ultime.”
“Un’ultima aggiunta da tenere in considerazione”- conclude Pitrelli-“è l’aumento da 15€ a 20€ della tassa per l’iscrizione ai test d’ingresso”.
Ciò che comunque indispettisce gli organi dei rappresentanti degli studenti non è tanto l’aumento in sé, che da solo non farebbe nemmeno notizia, quanto il fatto che ciò non è controbilanciato da un miglioramento della condizione studentesca. “Le tasse devono essere considerate come una qualcosa che garantisca una controprestazione”- afferma il presidente Agape- “in questi anni non abbiamo visto né un aumento del part-time né la destinazione di fondi per i disabili, per non parlare poi delle attrezzature computeristiche non utilizzate.” La lista dei malfunzionamenti potrebbe continuare a lungo e toccare temi scottanti come la condizione degli studenti del V.O. e l’approvazione dell’anno zero in quasi tutte la facoltà, ma per ora è meglio limitarsi all’aspetto puramente “economico”. “Noi, in qualità di rappresentanti degli studenti abbiamo votato contro questa modifica, ma siamo stati gli unici in un coro di voci unanime e concorde”, sottolinea Quintino, mettendo anche in luce come non si sia ascoltata (solo questa volta?) la voce degli studenti.
Maria Rosaria Stanzione