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Storia di un disabile alla Sapienza

25 Maggio 2010
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25/04/2024

La Legge 104/92, "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate" sancisce la piena integrazione delle persone diversamente abili, nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società e garantisce il superamento degli ostacoli in modo che le stesse possano integrarsi nel contesto sociale con benefici tendenti al superamento del loro stesso stato.

Il diritto allo studio è uno dei punti cardine della nostra costituzione, un obiettivo primario per la maggioranza dei giovani, che deve essere garantito e tutelato anche nei confronti delle persone con handicap.
Nelle varie facoltà dell’Università la Sapienza di Roma sono iscritti circa 850 persone con varie disabilità e questo dato è in continuo aumento.

Uno degli obiettivi principali dell’Ateneo è l’integrazione e il coinvolgimento degli studenti attraverso le attività didattiche in modo che possano essere partecipi alle iniziative studentesche.

Negli ultimi anni si sono intrapresi una serie di progetti rivolti agli studenti con diverse disabilità, si è predisposto uno sportello per i loro diritti, (aperto dal lunedì al giovedì orario continuato e il venerdì dalle 09:30 alle 12:30) e un numero verde, 800-410960, gratuito anche effettuando chiamate da cellulari.

E’ stato creato un apposito ufficio amministrativo per i servizi forniti agli studenti portatori di handicap, ed nata una Commissione per la disabilità che discute le proposte riguardanti l’integrazione degli studenti.

Indubbiamente si cerca di migliorare il percorso universitario dei portatori di handicap ma bisogna ricordare che la Sapienza è una struttura nata nel 1935 come Città Universitaria e, essendo stata edificata in base alla legislazione dell’epoca, non aveva considerato spazi e accessi idonei a giovani portatori di handicap.

La Città universitaria occupa oggi circa 439.000 metri quadrati di superficie e il problema più grande, risulta essere oggi l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Tuttavia, uno studente di questa università, vittima di un grave handicap motorio ha considerato La Sapienza un luogo dispersivo e caotico, con corsi di laurea sovraffollati dove gli studenti disabili sono abbandonati a se stessi per quanto riguarda lo studio, senza figure o canali specifici per avere chiarimenti o delucidazioni in caso di necessità. Se per uno studente normodotato è già difficile riuscire ad avere spiegazioni o incontrare un professore, per uno studente disabile è praticamente impossibile.

Lo stesso studente, continuando nella sua testimoniana, ha ammesso di come al momento dell’iscrizione, sembri tutto molto semplice ed organizzato. Soltanto dopo emergono numerose problematiche sia nel seguire le lezioni che nel partecipare ai corsi. Problematiche anche nell’avere dei contatti con i professori per delucidazioni o per supporto durante la preparazione degli esami sono destinati a diventare un’angosciosa abitudine.

Spesso diventa necessario “andare a caccia” del docente cercando di braccarlo con e-mail e telefonate.
Anche riguardo l’accessibilità dei locali il quadro risulta essere negativo perché, nonostante le leggi vigenti, nelle vecchie palazzine si incontrano ancora parecchie barriere architettoniche.

L’unico punto di riferimento per i portatori di handicap e’ l’ufficio dello sportello handicap, dotato di un personale molto disponibile che cerca sempre di risolvere tutte le problematiche a livello amministrativo e non solo.

Ovviamente, però, anche gli operatori di questo servizio hanno dei limiti e possono fare ben poco riguardo alla vera integrazione degli studenti. Altro punto di informazione e’ il sito dello sportello handicap http://sportellodpd.uniroma1.it/ dove vengono riportate notizie chiare ed attendibili,
ma il nostro amico disabile ci fa notare come non tutti i siti dei vari corsi di laurea sono così: “Molti sono confusi -afferma lo studente in questione- con informazioni non aggiornate e soprattutto difficili da navigare per chi usa dei browser per diversamente abili o dei software alternativi per la navigazione in Internet” .

Una lamentela che si estende anche al rapporto con i professori: “Probabilmente -continua lo studente- se avessero più tempo da dedicare all’insegnamento e per seguire gli studenti (il che comporta essere più presenti) il numero di insuccessi accademici sarebbe minore”.

“Se potenziassimo le risorse on-line -conclude il nostro amico- ci sarebbe sicuramente un miglioramento dei servizi. Aumentando l’offerta di materiale didattico da prelevare direttamente dal sito, come ad esempio lezioni e appunti. L’ideale sarebbe avere dei veri tutor che possano seguire gli studenti con difficoltà, magari anche a distanza”.

Raffaella Barbieri

© Riproduzione Riservata
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