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L’Ateneo pisano in crisi: prosegue l’Odissea dei precari

20 Luglio 2010
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25/04/2024

“Questa riproduzione in alto non è una pipa” disse Magritte per spiegare il suo celebre dipinto.

Parafrasando il pittore belga al giorno d’oggi potremmo dire che quella della Gelmini non è una riforma, se per riforma intendiamo un provvedimento organico volto a modificare e risolvere i problemi di un intero settore.

L’Università italiana, infatti, versa in gravi problemi: i tagli voluti dal Ministro rendono difficile, se non impossibile, la ricerca e il lavoro di docenti e ricercatori.

Anche l’Ateneo pisano, riconosciuto come una delle migliori istituzioni italiane per qualità di ricerca e didattica, è in piena crisi. L’Odissea dei precari non accenna a fermarsi.

Il Consiglio di Amministrazione del 13 luglio, che avrebbe dovuto deliberare sul reclutamento di 85 ricercatori e la stabilizzazione di 89 unità del personale tecnico amministrativo, ha rimandato le decisioni a settembre. La mancata delibera ha creato ulteriore scontento nei confronti del Rettore uscente da parte dei precari della ricerca.

Per tale motivo al Polo Carmignani si è svolto un incontro, organizzato dalla lista “Sinistra Per”, fra i tre candidati a Rettore, i precari della ricerca e gli studenti.
Il confronto, durato più di due ore e mezza, ha riguardato temi generali del sistema universitario ma anche questioni spinose riguardanti l’ateneo pisano, come la fumata nera del CdA.

La prima a prendere la parola a riguardo è stata la professoressa De Francesco: “Non faccio parte del CdA, per cui ciò che so mi è stato riferito. Io credo che le cause della situazione che si è determinata siano la mancanza di conoscenza, di comunicazione e di trasparenza”.
“Credo – prosegue l’attuale prorettrice alla didattica – che scelte anche difficili debbano essere prima valutate collegialmente senza inseguire le emergenze: gli stessi tempi dell’operazione dei prepensionamenti si è condotta con tempi molto ristretti. Se sarò Rettore organizzerò prima dell’approvazione del bilancio una riunione del corpo accademico per discutere dei provvedimenti da prendere. Occorre, però, anche dire che spesso i docenti presenti in CdA e in Senato Accademico non si informano adeguatamente su ciò di cui si discute, per cui serve informazione ma anche responsabilizzazione”.

Esprime “delusione”, invece, Paolo Miccoli per la mancata decisione, ma precisa: “Avremmo voluto che una decisione venisse presa. Mi auguro che a settembre il Consiglio d’Amministrazione prenda una posizione al riguardo”.

Critico con le posizioni espresse dai candidati è il professor Augello: “Credo che siano state delle letture riduttive su ciò che è accaduto. Sono circa 7-8 mesi che lavoriamo con la Commissione Sviluppo alla definizione di questo piano e non si può liquidare la cosa dicendo solo che “il Rettore è stato messo in minoranza”. Sarebbe stato sufficiente che il Rettore, e i suoi più stretti collaboratori avessero espresso in CdA lo stesso voto con cui si erano pronunciati in Senato ed il provvedimento sarebbe stato approvato e noi saremmo ora qui a festeggiare e non a discutere di ciò che non è stato”.

“Occorre rispettare gli impegni presi – incalza il Preside di Economia – e bisogna smetterla con i balletti delle cifre. Abbiamo dimostrato in ogni modo che questa manovra è pienamente sostenibile in un’ottica pluriennale. Il Senato ha deciso l’operazione dei prepensionamenti in una forma condizionata rispetto al piano delle assunzioni e questo non può essere omesso. I tempi stringono e questo ulteriore rinvio è un grave danno non solo per i precari, ma anche perché si è prodotto un conflitto tra i due organi di governo che, ricordo, sono presieduti dalla stessa persona”.

Per quel che riguarda il DDL Gelmini ed i tagli del governo al sistema universitario i tre candidati hanno mostrato di avere pensieri simili. E se la professoressa De Francesco evidenzia “come la nuova figura del ‘ricercatore precario’ non fa altro che aumentare la precarietà all’interno del sistema universitario, in cui si dovrebbe andare nella direzione di un’unica figura dopo il dottorato a cui offrire tempi certi di inserimento nel mondo accademico a partire da una vera valutazione sul merito”, Augello sottolinea la recente mobilitazione dei ricercatori all’interno dell’ateneo raccolta e sostenuta da numerosi Consigli di Facoltà con il blocco della programmazione didattica: “Ho proposto il blocco della pubblicazione del manifesto degli studi perchè nel momento in cui iniziano le immatricolazioni agli studenti, andranno garantite loro le attività didattiche”.

Il tema della nuove forme di governance attraversa parte del dibattito ed è Miccoli ad esplicitare come la norma in cui si prevede la consistente presenza in Consiglio di Amministrazione di soggetti esterni ponga le università “come fondazioni di diritto pubblico. Non sono favorevole ad ammettere posizioni industriali o bancarie dentro questo organo che potrebbero condizionare troppo la didattica e la ricerca, ma sono favorevole ad aprirsi al mondo del lavoro”.

L’incontro si chiude con una domanda del prof. Testi che chiede ai colleghi quale sia stata la motivazione che li abbia spinti a candidarsi e in cosa si differenziano l’uno dall’altro.

A rispondere per primo è Miccoli: “Mi sono candidato perché chi ha oggi da dare qualcosa all’università si deve mettere a disposizione. Credo che ciascuno di noi debba essere giudicato per la propria storia ed il proprio profilo”. La De Francesco rivendica, invece, “l’esperienza maturata come prorettrice. Ho incontrato molte persone in questi anni e ho visto anche molti accordi al vertice e questa è una pratica che non mi appartiene. Non voglio deleghe, ma occorre che si faccia un grande lavoro collettivo per il bene dell’Università di Pisa”. L’ultimo a parlare è Augello: “Due sono i motivi della mia candidatura. Il primo è l’attaccamento a questa istituzione, dall’altro il fatto che in questi anni sono stato una voce critica rispetto a questa amministrazione sia per le questioni di metodo seguite sia per le scelte di merito fatte, per cui il mio è anche il tentativo di un dare una concretezza di governo a queste idee”.

Non resta che sperare che da settembre le parole diventino fatti.

Marianna Brescia

© Riproduzione Riservata
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