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“I quel labirinto mi sono presa per mano”: viaggio nei meandri della coscienza umana

Redazione Controcampus 11 Gennaio 2011
R. C.
01/11/2024

In quel labirinto mi sono presa per mano è un opera di ampio respiro in cui si intrecciano le vicende esistenziali di una donna , Annachiara, apparentemente fragile, la quale però riesce tuttavia grazie alla sua forza interiore ad uscire dal buio della tristezza e a riacquistare una nuova vitalità- il tutto sullo sfondo di una capri patinata, ricca che tuttavia nasconde insidie e squallore.

Profilo dell’autrice
Elena Bertonelli è nata a Pola, in Istria. Ha trascorso alcuni anni della sua infanzia a Sasseta di Zignago, nell’entroterra spezzino. Ha vissuto e studiato a Napoli. Per motivi professionali si è trasferita per circa un decennio in Calabria, nell’Alto Crotonese.

Dal 1993 vive a Roma. Ha pubblicato numerosi saggi sul sistema di istruzione italiano e sulla questione del linguaggio burocratico. Particolarmente significativa la sua attività culturale legata alla collaborazione con Luigi M. Lombardi Satriani. Frutto del loro comune interesse per il Sud è la Rassegna “Cinema e Mezzogiorno”, pluriennale laboratorio di analisi della realtà meridionale che si è concretata, tra l’altro, in numerose pubblicazioni di storia e antropologia del cinema.

Trama
La protagonista Annachiara su incarico del marito Guido si trova a Capri per concludere un importante affare. Durante il suo soggiorno si trova coinvolta in un fatto di sangue e in un intreccio torbido che riuscirà a sciogliere soltanto grazie alla sua capacità di interpretare fatti e persone. Su questo sfondo si muove una vasta galleria di personaggi e si realizza il processo di crescita interiore che consentirà alla protagonista di riacquistare il proprio equilibrio interiore e di far luce sul senso della propria vita e gli offrirà una chiave di lettura del mondo del tutto nuova.

Analisi dell’opera
Dal punto di vista stilistico “In quel labirinto mi sono presa per mano” può essere considerato come un romanzo breve caratterizzato da una scrittura rapida essenziale e al contempo penetrante. Con pochi tratti di penna l’autrice presenta i personaggi e ci fa vivere in un turbinio rapido di accadimenti le vicende narrate. Un libro quindi da leggere tutto d’un fiato soffermandosi in particolar modo sulla dimensione psicologica e sentimentale di cui ogni pagina è impregnata.Il romanzo a una prima lettura superficiale, può apparire come un giallo in cui le vicende narrate servono da sfondo all’autrice per arrivare a determinare il colpevole del fatto di sangue. Il romanzo, infatti, si apre con il ritrovamento di Don Demetrio Pala che giace ferito nei pressi dell’abitazione della protagonista Annachiara. In realtà da una lettura più attenta emerge immediatamente, che l’opera è ben più complessa di quanto possa sembrare.

Vi sono, infatti, diverse chiavi di lettura del romanzo e diversi temi che potrebbero essere analizzati. Innanzitutto, già il titolo sembra suggerire, la volontà di ricercare un’uscita da un labirinto quello delle paure, dei sentimenti individuali, delle angosce che attanagliano ciascun individuo soprattutto nei momenti più difficili dell’esistenza umana. Emerge una volontà di riscatto, di recuperare la propria identità e il proprio equilibrio interiore.

Il romanzo, può essere considerato, infatti, come un viaggio nei meandri della coscienza in cui passato e presente si fondono, si mescolano in una dimensione nuova che annuncia una rinascita spirituale e un recupero dei valori fondamentali. Annachiara è l’emblema dell’uomo moderno che si trova a misurarsi con una realtà ambigua che manifesta l’artificialità dei gesti e in cui l’apparire acquista più rilevanza rispetto all’essenza delle cose. L’autrice attraverso le vicende narrate cerca di offrire una via che ci consenta di guardare oltre la superficie delle cose, che permetta di ritrovare il senso della vita. Un labirinto ch permette di scoprire l’anima e consente di esplorare la propria coscienza offrendo la possibilità di una comprensione del mondo diversa.

Il labirinto sta anche a indicare l’intreccio narrativo, gli episodi, i luoghi in cui si svolgono i fatti. La protagonista suo malgrado, si trova difatti al centro di un torbido intreccio che riuscirà a sciogliere soltanto attraverso la sua capacità di leggere fatti e persone. Un elemento che emerge nel romanzo è la memoria. Si manifesta questo elemento già nella scelta dello scenario in cui si sviluppa la trama del romanzo. Capri non è soltanto il luogo di villeggiatura per antonomasia ma rappresenta lo spazio in cui la protagonista rivive i momenti della propria infanzia e giovinezza . un tuffo nel passato che le consente di riassaporare per un attimo le gioie e la felicità che sembrano essere sfumate che si perdono in un orizzonte incerto. Sembra quasi, che il ricordo rappresenti una via di fuga da una realtà che fugge via, che manifesta la sua falsità e che Annachiara sembra voler rifiutare, rigettare, ribaltare per costruire un nuovo avvenire.

La memoria è anche un ponte che permette alla protagonista di tenere insieme i cocci della propria esistenza e le garantisce la possibilità di non precipitare nell’abisso della desolazione e della tristezza. Per Annachiara ricordare i momenti della propria adolescenza, è un modo per sentirsi rinascere, l’unico elemento che le permette di sentirsi viva. Domina nelle pagine del libro, una velata malinconia che si manifesta non soltanto negli atteggiamenti di Annachiara ma soprattutto nei paesaggi descritti, negli sguardi persi nel vuoto. È possibile cogliere anche un altro spunto di riflessione. Nel romanzo seppur in maniera non evidente, affiora il sentimento dell’amore. Un amore al crepuscolo, quello di Annachiara per Guido.

Diverse volte la donna manifesta, infatti, un sentimento di fastidio nei confronti di un uomo che sente di non amare più. Cosi si va avanti in un vortice di sospetti e pensieri che indicano ormai che il sentimento è al tramonto. Vi è anche un tipo di amore diverso: passionale, carnale intenso come quello vissuto da Giselle, una delle protagoniste del romanzo. Da sottolineare anche, la scelta del palcoscenico su cui far rivivere i personaggi del romanzo. Capri, una Capri leggera e mondana, la Capri dell’alta borghesia, della bella vita.

La Capri delle feste ma soprattutto il luogo in cui è possibile attraverso un percorso interiore ritrovarsi, ritemprarsi, riacquistare fiducia e voglia di vivere. Capri come raccordo, punto d’incontro tra l’anima e il mondo esterno ma, anche rifugio per sfuggire alle vicissitudini di un’esistenza segnata dall’amarezza e dalla voglia di cambiamento, luogo di pace e benessere spirituale dove si mescolano i sentimenti e si riverberano i fasti di un passato che forse non tornerà più. Da evidenziare anche come all’interno del romanzo l’autrice esercita una serrata critica nei confronti della società benestante.

Un sentimento di fastidio pervade Annachiara quando si trova a contatto con quella variegata umanità dove è possibile osservare il vuoto che attraversa lo spirito di ciascun personaggio. I gesti, le parole, le relazioni umane manifestano a pieno la loro falsità dietro il sorriso si cela il disprezzo, il disagio, il dolore.

I fasti delle cene e delle feste notturne sono come un involucro di cartapesta che celando dietro l’apparente atmosfera di allegria il male di vivere e nascondo le ferite interiori . infine occorre sottolineare una sorta di dualità tra la voglia di sognare intrisa di passione e sentimenti contrastanti e il sano realismo della protagonista del romanzo.

Vincenzo Amone

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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