L’iniziativa è frutto della collaborazione pluriennale tra Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Salerno che provvedono da quattro edizioni all’attuazione dell’omonimo programma europeo di educazione civica focalizzata all’ambito economico-finanziario.
Focus sull’iniziativa – “Conoscere la Borsa” è un programma europeo di istruzione ed educazione finanziaria istituito nel 1983 in Germania dall’Associazione delle Casse di Risparmio Tedesche e si rivolge agli studenti delle scuole superiori in quanto futuri risparmiatori e investitori. Dal 1999, grazie al Gruppo Europeo delle Casse di Risparmio di Bruxelles, l’iniziativa ha acquisito maggiore popolarità e il programma è ora realizzato in otto Paesi.
Tra i principali scopi, vi è quello di contribuire a diffondere la cultura e la conoscenza dei meccanismi della finanza mediante esercitazioni pratiche (i gaming) che simulano la partecipazione degli studenti al mercato borsistico su un arco di tre mesi. L’intento è quello di iniziare da ora a costruire risparmiatori/investitori forgiati della necessaria responsabilità unendo il gioco e la realtà: infatti sebbene tutte le transazioni d’acquisto e di vendita siano simulate, le quotazioni in base alle quali gli studenti decidono i loro investimenti sono reali. I partecipanti hanno così la possibilità di investire, via internet, un capitale figurato di 50.000 euro in 175 titoli quotati nelle principali Borse europee. In occasione dell’appuntamento conclusivo il teatro dell’Ateneo salernitano si è riempito delle scolaresche provenienti da vari istituti tecnico-commerciali del salernitano.
La Testimonianza – Alessandro Profumo verrà ricordato come l’artefice dell’espansione nell’ Est Europa di quello che oggi è il primo gruppo bancario italiano (e non solo in Italia), presente in 23 Paesi. Un uomo di banca forgiatosi piano e dal basso come lui stesso fa intendere raccontando brevemente dal suo precoce esordio al vecchio Banco Lariano, gli anni spesi a fare il consulente finanziario, l’esperienza in Ras, la successione di incarichi presso Unicredito Italiano e la direzione poi del Gruppo Unicredit. La breve biografia professionale è il pretesto per lanciare il consiglio di non temere di esporsi a posti di responsabilità diretta in quanto essa è momento formativo ineguagliabile. Il primato della dura e vera pratica, certo, ma non senza il conforto di una solida teoria alla base: quella anche in base a cui gli uomini della finanza mondiale avrebbero dovuto ‘nasare’ il marcio che si è nascosto durante tutti gli anni Zero dietro l’atteggiamento diffuso di pretendere rendimenti senza sobbarcare rischi.
Lo dice chiaramente Profumo: “Il rischio va apprezzato e opportunamente valutato ma non rifiutato. Non ci può essere rendimento se non c’è rischio!” e poi “Preferisco avere anche meno clienti ma con un rapporto più profondo quindi condividendo con essi maggiori rischi”
La crisi finanziaria che ha raccolto l’attenzione esasperata dei media e che per mesi e mesi ha scosso di preoccupazione e di litanie la gente comune è stata la catalizzazione dell’erronea attitudine a sottostimare l’importanza di valutare i rischi con opportuna freddezza, erronea attitudine che, originata dal clima post 11 settembre, era diventata processo sistematico. L’ago nella bolla rappresentato dall’americana Lehman Brothers e la generale caduta dalle nuvole si è poi drammatizzata in disoccupazione crescente, contrazione (‘doverosa’, sostengono gli esperti) della liquidità , crisi dei consumi, la ricerca massmediatica del colpevole e ..la crisi di fiducia tra operatori bancari e, soprattutto, del pubblico dei singoli risparmiatori nel Sistema.
Non bisogna essere un tecnico bancario o un economista per avvertire l’esigenza di ripensare i comportamenti individuali e collettivi, di rastrellare la loro dinamica reciproca alla ricerca del significato di ‘correttezza’ e, in sintesi, di ritornare ad una qualche forma di riflessione attorno all’etica umana e pubblica. E’ ciò a cui saggiamente invita Profumo nel proseguo del suo intervento, enunciando le tre dimensioni in gioco dell’utilità individuale, dell’utilità collettiva e dell’orizzonte temporale. La riflessione è che l’orientamento a breve termine dell’agire istituzionale dotato del potere di interessare la collettività, qual è l’agire delle banche, e la focalizzazione sulla singolarità dei propri business non permette alla lunga di fare le scelte giuste per la collettività: ciò significa porre le basi per il misconoscimento della sostenibilità di qualsiasi tipo di politica d’impresa.
La sostenibiltà è invece la risultante della capacità di predisporre risorse e decisioni in funzione del futuro della Collettività. Alla sostenibilità si contribuisce singolarmente e quindi in maniera aggregata e addizionale ma sempre sulla stessa enfasi per la progettualità, per il possibile e la convenienza aperta a tutti i contribuenti. L’agire delle imprese e, in quanto tali, delle banche, si rivolge alla sostenibilità quando ha il coraggio coltivare strategie per il lungo termine per assicurarsi sopravvivenza basata sulla legittimazione pubblica e sociale del proprio operato. L’orizzonte temporale esteso è infatti ciò che consente di distinguere tra il profitto di oggi e il valore di sempre.
Prendendo in carico le responsabilità individuali e collettive riguardo il lungo periodo si visualizza il fatidico e stra-discusso bene comune, la sola dimensione imparentata con la sorte complessiva di una società di soggetti interoperanti. Al di là di tutto il resto, quindi, ciò che deve riannodarsi è il discorso di lealtà tra la gente che lavora , investe e risparmia e le istituzioni pubbliche e private che regolano i processi riguardo il lavoro, gli investimenti e i risparmi. Se l’infedeltà del singolo risparmiatore o della singola impresa che chiede credito rientra nell’ esercizio legittimo della scelta dei propri interlocutori e se la banca è tenuta a tutelare i propri interessi legittimi, la lealtà a due vie, così come la chiama Profumo, si garantisce attraverso un sistema di regole chiare e condivise e quindi attraverso l’esistenza e il buon funzionamento di supervisori forti e super partes.
In quanto al lavoro, aspetto bollente della crisi di questi anni, Profumo dichiara che comunque non è accettabile che oggi il varco di accesso al lavoro si chiami precariato: ma attenzione sviare il problema guardando solo al comportamento di coloro che alzano le barriere all’erogazione del credito e rilasciano le concessione dietro una numerosa scorta di requisiti di garanzia, perché l’intervento risolutore della Politica è insostituibile. La lezione per i giovani è altrettanto chiara: non dovete pensare che tutto vi sia garantito.. avete anche voi le vostre responsabilità. La responsabilità di sognare, di progettare e richiedere regole chiare e rispettate.
Raffaele La Gala