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Malattie rare: Fazio richiede nuove norme per farmaci orfani

30 Settembre 2011
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17/04/2024

“E’ necessario un documento normativo che riassuma e integri le norme attuali in materia di malattie rare, che tenga conto delle specificità e delle criticità riscontrate nel settore”.

Questa la dichiarazione del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel corso del convegno Autorizzazione Temporanea di Utilizzo:“Carenze Legislative e Tutela del Diritto alla Salute” che si è svolto a Roma mercoledì 28 settembre all’Auditorium del Ministero della Salute, Lungotevere Ripa, 1 dalle 8,30 alle 14.

Un’autorevole presa di posizione, che sottolinea l’importanza di tutelare i pazienti che hanno una malattia rara. Come sottolineato dai relatori del Convegno, l’ATU, Autorizzazione Temporanea di Utilizzo dei farmaci orfani o salvavita, consente un aiuto reale a circa 2 milioni di malati nel nostro Paese, colpiti dalla carenza di strutture e farmaci adeguati.

Esperti del Settore, Società Scientifiche e rappresentanti di associazioni dei malati hanno esaminato gli aspetti legislativi, i progressi della ricerca scientifica, ribadendo l’importanza di questa tematica che l’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori” www.dossetti.it , segue da più di dieci anni. Si è fatta portavoce delle istanze dei malati, presentando in Senato la mozione 1-00232, il 10 febbraio 2010, che ha avuto un sostegno da quasi tutti i gruppi (Pd, Pdl e altri) e un DDL il 3 maggio 2010.

“Al momento – ha precisato il ministro Fazio – abbiamo due leggi già approvate, la 648 e la legge Di Bella del 1998. Il disegno di legge presentato dalla senatrice Baio (nel maggio 2010 n.d.r) sarebbe la terza gamba per formare il documento normativo, in modo da integrare le norme attuali”.

Molto seguito l’intervento della dottoressa Françoise Rossi, Direttore scientifico e Regolatorio di LFB – SA, che ha spiegato il sistema dell’Autorizzazione Temporanea di Utilizzo vigente in Francia: prevede l’uso di un farmaco orfano e/o destinato alla cura di malattie rare o gravi, prima ancora che abbia ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio, purché sia in fase di sviluppo e non ci sia una valida alternativa terapeutica con un altro regolarmente autorizzato. Tale norma consentirebbe ai pazienti di poter assumere tali farmaci con largo anticipo rispetto ai tempi necessari alla conclusione degli studi clinici ed all’ottenimento dell’autorizzazione alla commercializzazione.“In Francia – ha spiegato la dottoressa Rossi – l’ATU è applicata già da 15 anni e ne beneficiano 10 mila pazienti all’anno, sia in forma nominativa, su richiesta del singolo paziente, sia con un’autorizzazione di gruppo per malati che soffrono di una determinata patologia”.

Stefano Tassone

© Riproduzione Riservata
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