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UniPr: conferenza sull’11 settembre 2001 con Dambruoso

14 Ottobre 2011
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05/12/2024

Giovedì 20 ottobre, alle ore 15.

30, presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo (Via Università 12), si terrà la conferenza “A dieci anni dall’11 settembre e dopo l’eliminazione di Bin Laden dobbiamo avere ancora paura? Un’analisi della lotta al terrorismo internazionale”.

La conferenza, che si aprirà con i saluti del Rettore, Prof. Gino Ferretti, e con l’introduzione del Prof. Cesare Beghi, docente dell’Università di Parma e Presidente del Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale (CUCI), proseguirà con l’intervento del Dott. Stefano Dambruoso, magistrato ed esperto di terrorismo internazionale. L’incontro è moderato da Paolo Ferrandi, giornalista de “La Gazzetta di Parma”.

«Dopo l’overdose di articoli e trasmissioni televisive la vita è tornata alla normalità. Non per tutti: da dieci anni lo stato di allerta è divenuto una condizione quotidiana per chi deve garantire sicurezza al Paese». Stefano Dambruoso ha affidato a Vincenzo Spagnolo, giornalista d’inchiesta di Tv2000 e Avvenire, le riflessioni lucide e incalzanti di un magistrato tenace, che non ha mai smesso di ragionare, capire, valutare indizi, costruire collegamenti. Dieci anni dopo l’orrore del grande attentato alle Torri gemelle, il network del terrore si è profondamente trasformato, ma non è scomparso, tanto che la stessa morte di Bin Laden probabilmente non ne segnerà la sconfitta o il declino: «Oggi uno spettro si aggira per il mondo, per l’Europa e, dunque, anche per l’Italia», scrivono Dambruoso e Spagnolo. «Uno spettro che genericamente chiamiamo “terrorismo” oppure, con riferimento alla matrice ideologica o alla forma organizzativa, jihadismo o qaedismo. Ma che, in concreto, può assumere sembianze e strutture difficili da individuare, quando addirittura non si basa su un’unica mente, un kamikaze solitario, capace di ideare e attuare un attentato senza alcun coinvolgimento diretto di altre cellule».

Gli autori del libro “Un istante prima”, Dambruoso e Spagnolo, mettono dunque in risalto che il terrore non ha sconfitto la vita dei cittadini dei paesi colpiti da gravi atti terroristici, ma che si vive comunque sempre in uno stato d’allerta per la tutela dell’ordine pubblico a causa di un fenomeno che non termina soltanto con l’eliminazione di un capo.

© Riproduzione Riservata
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