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UniVe: da Venezia a Pordenone le opere d’arte in 3D

14 Ottobre 2011
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12/10/2024

E’ il primo centro multimediale al mondo, interamente digital virtual, dedicato ad un artista antico, il pittore rinascimentale Giovanni Antonio de Sacchis, detto “Il Pordenone”.

Attraverso le tecnologie (3D, monitor multipli, Hdr) lo spettatore verrà cioè collocato all’interno dei dipinti in maniera del tutto virtuale ma con ogni rigoroso criterio storico-artistico.

Nella location sarà allestita una stanza intermedia, tra l’accoglienza e l’ “immersione” dove su tre differenti postazioni si presenterà l’opera nei suoi contenuti tecnici, iconografici e stilistici.

Sorgerà a Pordenone, nel corso del 2012, l’ultima frontiera della fruizione dell’opera d’arte: il Centro multimediale e laboratorio di arti visive dedicato alla figura e all’opera del “Pordenone” è un progetto ideato e promosso da Banca FriulAdria-Crédit Agricole insieme a tutto il territorio, dalle istituzioni alle categorie economiche fino ai privati e al mondo dell’associazionismo. A coordinare i lavori del comitato scientifico Giuseppe Barbieri, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con l’Università di Udine.

Sono queste le ultime novità del progetto annunciate nel corso della tre giorni internazionale di studi New Perspectives NewTechnologies che si tiene in questi giorni fra Venezia (Auditorium Santa Margherita – 13 e 14 ottobre) e Pordenone (15 ottobre). Il convegno, che vede il susseguirsi di interventi di dottorandi e specialisti in un ampio confronto interdisciplinare, è curato dai professori Giuseppe Barbieri e Donatella Calabi e promosso dalla Scuola dottorale inter-ateneo Ca’ Foscari IUAV in “Storia delle Arti”.

L’iniziativa è resa possibile dalla partnership con Banca FriulAdria-Crédit Agricole che da anni è a fianco di Ca’ Foscari in ricerche e sperimentazioni didattiche (che si sono tradotte in mostre e convegni).

I nuovi ambiti della ricerca, le nuove modalità di approccio e di fruizione, informatica e cultural heritage sono i campi sui quali sono stati chiamati a intervenire speaker di otto nazionalità provenienti da 30 tra atenei e centri di ricerca: come sarà la storia dell’arte del XXI secolo? Conserverà certamente la lezione di generazioni di studiosi che l’hanno trasformata, dalla metà dell’Ottocento, in una disciplina scientifica, ma dovrà usare anche le moderne tecnologie: per una migliore documentazione dell’opera, per predisporre restauri non invasivi, per condividere conoscenze, per coinvolgere più attivamente il visitatore di un museo e di una mostra, per restituire l’aspetto di un edificio perduto, per recuperare l’assetto di una città antica.

L’obiettivo è quello di promuovere la costituzione di un network internazionale per  sviluppare le competenze degli allievi della Scuola che presenteranno le proprie indagini in corso fianco a fianco con alcuni dei più autorevoli specialisti della scena internazionale. L’orizzonte è quello di una cadenza biennale del convegno, in coincidenza con la Biennale di Arti visive di Venezia.

© Riproduzione Riservata
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