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Giuseppina Muzzarelli alla Fondazione San Carlo di Modena

Redazione Controcampus 26 Novembre 2011
R. C.
20/04/2024

La Fondazione San Carlo di Modena sta proponendo un ciclo di lezioni dedicate al Bene Comune e all’elaborazione religiosa della responsabilità sociale.

La prossima conferenza sarà tenuta martedì 6 dicembre alle 17,30 da Stefano Piano su “Il bene del mondo”, trasmessa anche in diretta web.È una donna, Gervaise, a percorrere svelta Rue Plonceau a Parigi per recarsi al Monte di Pietà dove rivendere scialli e modeste suppellettili in cambio di qualche soldo nell’ottocentesco Assomoir di Zola. È sempre una donna la protagonista di uno degli episodi dell’ultimo libro di Elena Loewenthal, Una giornata al monte dei pegni (ed. Einaudi, 2010): una disperata che porta un tappeto orientale arrotolato sotto il braccio. È un’altra donna, stavolta un’anziana curva che abbraccia un fagotto di stoffa, quella ritratta nel quadro di Luigi Serra (Al Monte di Pietà, 1878, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). E così pure Amelia Mechenni dipinge la Banca dei Poveri (Firenze, Collezione Cassa di Risparmio di Firenze): come ultimo avamposto dei miserabili e delle donne disgraziate.

Insomma, è questo lo stereotipo che domina l’immaginario classico trasposto nell’iconografia e nella letteratura riguardanti i Monti di Pietà, che ancora oggi esistono e funzionano. In realtà, si tratta più di contaminazioni culturali che di vertià storica. A svelarlo è la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli.

Professoressa di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, è stata anche Vicepresidente della Regione Emilia Romagna, e nel 1973 si è laureata in Filosofia proprio discutendo una tesi sull’origine dei Monti di Pietà in Emilia Romagna. Da quel momento la sua ricerca sull’antica istituzione creditizia non si è più fermata. Massima esperta italiana sull’argomento, ha tenuto, martedì 22 novembre, una lezione alla Fondazione San Carlo di Modena, un approfondimento che si inserisce nel programma di un ciclo di seminari dedicati al Bene comune.

Bene comune è una formula coniata da S. Tommaso d’Aquino, la sua codificazione enciclopedica risponde dunque ad una ratio filosofico-morale, mentre il concetto è ancora più risalente e deriva dalla spiritualità di Francesco d’Assisi. È stato il suo scandalo ad indicare l’alternativa etica rispetto ad una società organizzata attorno all’accumulo della ricchezza. Al suo tempo, dire ricchezza significava già denaro e denaro significava già mercato. E Francesco era proprio un mercante, figlio di commercianti, competente e benestante. Che fosse un uomo del suo rango a spogliarsi di ogni simbolo e di ogni avere per votarsi alla povertà fu ancora più spiazzante. S’intenda il cammino di povertà intrapreso come una condizione di dignità e come gesto politico non volto a rifiutare l’esistenza e l’uso del denaro, quanto piuttosto provocazione per suggerirne modi di circolazione e destinazione alternativi alla cupidigia.

Sbalordisce ancora come “Francesco abbia elaborato un pensiero sulla ricchezza a partire dalla riflessione e dalla pratica della povertà” sottolinea Muzzarelli. Su questo sfondo cristiano si staglia l’invenzione dei Monti di Pietà. Più che di invenzione si dovrebbe parlare di idea mutuata e adattata alle necessità, poichè esisteva già un modello di riferimento a cui gli ordini minoritici e soprattutto Bernardino da Feltre si sono ispirati: antesignani erano i banchi dei prestatori privati, ebrei e cristiani. In età comunale erano proprio le città a valersi di prestatori privati convenzionati su base di condotte, cioè esplicite richieste da parte delle signorie di governo di esercitare l’attività di prestito di consumo: piccole somme che non potevano essere chieste dai cittadini ai grandi banchi dei cambiatori professionali rivolti ai mercanti. Si trattava in ogni caso di prestiti ad interesse, un tasso di mercato certo, ma molto elevato, a volte insolvibile.

Il Monte di Pietà si differenzia da queste realtà private per il fatto di essere, al contrario, una risposta pubblica a necessità private convogliate nel circuito della responsabilità collettiva. Nella tradizione religiosa, si rinviene un archetipo nella fondazione del c.d. Banco Cristiano che funzionava secondo la logica del debito pubblico rispetto al quale si obbligavano i consociati ad acquistarne quote accumulando montagne di denaro da reinvestire nella res publica. Questa metafora insieme all’immagine della redenzione veterotestamentaria di Cristo in pietà danno nome all’istituto: Monte di Pietà, appunto. Un connubio di suggestioni bibliche e terrene che doveva richiamare all’assunzione di un impegno sociale, diverso dall’elemosina o dalla carità, piuttosto orientare verso una responsabilità di servizio, concreto e funzionale, mirato alla ridistribuzione organica e conveniente delle risorse.

Le predicazioni e le processioni pubbliche, organizzate per sensibilizzare la cittadinanza, si fondavano dunque sull’accettazione dell’importanza del denaro e sulla consapevolezza della scarsa generosità dei molti: tensioni interiori che venivano però ricondotte nell’alveo più significativo di una spiritualità addomesticata che scommetteva sulla capacità di salvarsi di quei bisognosi abili al lavoro a cui dare fiducia.

Ancora una volta emerge l’importanza del principio del prendersi cura, non a caso compare frequentemente, nelle rappresentazioni sul tema, il cartiglio con il passo evangelico curam illius habe: la parabola del Buon Samaritano che evoca l’attivazione di uno spirito solidaristico che privilegi la vita, le relazioni, la comunità.

Bene comune ed Economia etica? Oggi, in una situazione di grave crisi globale, si parla molto di microcredito, di lavoro e di ammortizzatori sociali, ma si persevera su strade ormai evidentemente fallimentari. La crisi può invece essere un’opportunità, per mettere a fuoco quel che resta sommerso e sfatare gli inganni, trovando soluzioni che a volte hanno matrici antiche, dimenticate, come questa consapevolezza del primato del primum vivere, non come mezzo, ma come fine, perchè, ha recentemente affermato la teologa ed economista Ina Praetorius, si può fare mondo al di là dei vincoli di un sistema al tramonto.

Laura Testoni

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto