Possono diventare oggetto di studio in Italia?Le televisione è ancora, nonostante l’avanzata a pieno regime di internet, un appuntamento quotidiano nelle giornate di quasi tutte le persone. Si guarda la tv per svagarsi, rilassarsi e staccare dalla routine del lavoro, di incombenze varie, ecc. I programmi più diffusi nei palinsesti sono i film, i telefilm, gli appuntamenti sportivi e i reality.
Dalla sua nascita fino ad oggi, il mezzo televisivo è stato studiato come uno strumento in grado di coinvolgere le persone e accomunarle verso un’unica e identica esperienza emotiva. Attori e attrici diventano eroi incredibili, con schiere di fan in tutto il mondo.
Si creano legami immaginari con questi personaggi, nuove manie e tendenze, io stesso conosco persone che hanno svolto tesi di laurea sulla trilogia di Matrix o su Dr. House – Medical Division, per indagare i loro significati sociali e culturali.
Un discorso analogo e se possibile ancora più ampio può essere fatto per le pop star. Da questo punto di vista, il continente americano è senza dubbio il più prolifico: si può pensare a Michael Jackson, Madonna, Anastacia, Alicia Keys, ecc. Nonostante la fama raggiunta da cantanti di questo calibro, in Italia non si è ancora sviluppato un filone di studi che indaghi la portata di questo fenomeno. Almeno fino ad oggi.
Fabio Acca, ricercatore presso il Dms (Dipartimento di Musica e Spettacolo) di Bologna, ha inaugurato un nuovo terreno di studi, intitolando “Performing Pop” il nuovo numero del semestrale “Prove di Drammaturgia”, redatto dal Cimes (Centro di Musica e Spettacolo).
Acca sostiene che le pop star si esibiscano attraverso tecniche anche teatrali, come i più classici dei performer e che studiarli possa consentire di livellare la differenza tra alta e bassa cultura.
Personalmente, ritengo che svolgere questo tipo di indagine sia molto utile anche per ampliare le conoscenze sul tipo di comunicazione che si instaura tra queste icone mondiali e i milioni di fan. O perlomeno sulla grande energia che viene trasmessa durante i loro concerti.
Marco Reggiani Della Gala