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Christa Wolf, il profumo dei tigli

Redazione Controcampus 5 Dicembre 2011
R. C.
23/04/2024

Christa Wolf è stata una delle scrittrici e delle pensatrici più autentiche, coraggiose ed impegnate della Germania contemporanea.

Immaginiamo di relazionarci a lei tenendo i suoi libri accanto.

Iniziamo dicendo che è stata testimone della storia dell’Europa della seconda parte del Novecento fino ad oggi. Della sua Berlino e della cultura del Vecchio continente ha saputo raccontare la violenza e le contraddizioni, con realismo e passione, senza rinunciare alle sue idee, senza rinnegare le sue posizioni politiche, senza perdere la forza di immaginare un paese ed un mondo liberi, capaci di riformarsi dall’interno, dopo la grande colpa del nazismo. Pennellate di intelligenza e invenzione mescolate nelle sue opere che indagano la memoria: un passato che non può mai essere rimosso; fonda l’identità; e matura lento nell’evoluzione psicologica.

Prima di addormentarmi penso che di giornate come questa è fatta la vita. Punti che alla fine, se abbiamo fortuna, sono congiunti da una linea. Ma penso anche che possono disgregarsi in un cumulo insensato di tempo passato, e che solo un costante, fermo sforzo dà senso alle piccole unità di tempo in cui viviamo…. (da Sotto i tigli, ed E/O, 1995)

Christa Wolf lo definì futuro agganciato al ricordo (erinnernde Zukunft). Assaporare ogni istante anche nella fatica della contingenza, questa era una delle sue ossessioni, perché anche il quotidiano svela il suo aspetto magico e potente se lo si osserva con attenzione. La ricchezza narrativa della Wolf offre la celebrazione dell’istante, quel momento prezioso che potrebbe insegnare qualcosa di essenziale, da scoprire per capire come non perpetrare il male o semplicemente per arginare la nostalgia di quel che si è perso per sempre, come quello struggimento che coglie in primavera, quando si respira il profumo intenso e sfuggente dei tigli.

Che non si riescano a vivere realmente gli attimi prima di addormentarsi – altrimenti non ci si addormenterebbe – è cosa che mi rincrescerà sempre (idem).

La vigilanza sulla propria coscienza è stata l’altra ossessione e, al contempo, la grande virtù di questa donna che ha ragionato sulla propria biografia e sulla propria azione intellettuale trasformandole incessantemente, al ritmo della vivacità della sua interiorità. Realismo ed esistenzialismo si sono per lei fusi nella missione di una scrittura vibrante, carnale, misterica con devozione alla funzione che vedeva impressa nel genere della letteratura con le sue radici nella mitologia classica.

Non posso immaginare altro compito per la letteratura attuale se non il dovere di svelare ciò che appare fanatico ed utopico. Essa riesce ciò che nè la scienza né la politica possono, ossia mostra come il “vero” talvolta non sia perseguito, e talaltra non sia effettivo (biografia curata da Alexander Stephan, ed. Oscar Beck, Monaco, 1987).

Il primo dicembre Christa Wolf ci ha lasciati. Nell’autunno di 22 anni fa crollava il muro di Berlino e l’8 novembre del 1989, la scrittrice decise di registrare un appello televisivo in cui pregava concittadine e concittadine di non lasciare Berlino Est, bensì di rimanere per rifondare una repubblica socialista nell’ambito di una confederazione tedesca, prospettando un’esistenza non facile, ma utile per la costruzione di una società democratica. La divisione della Germania era per lei inevitabile per resistere al capitalismo occidentale. La sua consapevolezza politica fu segnata da separazioni e disillusioni, ma anche da grandi ideali sgretolatisi nel tempo.

I sentimenti personali non sono un incantesimo che di per sé ci salvi, ci giustifichi e ci completi, se non ne rintracciamo radici ed echi nel nostro rapporto circolare con gli altri, col tempo e col mondo di cui siamo parte. (Postfazione di Maria Teresa Mandalari a Il cielo diviso, ed. E/O, 1996)

Disincanti che l’hanno attraversata nell’intimo delle sue relazioni personali come nello spazio pubblico. Vari furono infatti i tentativi di screditarla per non aver mai rinnegato l’utopia marxista e per aver creduto nella DDR, ed in seguito per non essersi pronunciata in modo sufficientemente tranchant contro il regime di Honecker. Addiritura la si accusò di collaborazionismo, mentre il suo spirito critico aveva da tempo preso le distanze dalle degenerazioni del comunismo e attraverso la scrittura si risituava costantemente, conservando il desiderio e la ferma convinzione che si potesse convivere affermando il pacifismo socialdemocratico.

Il cielo diviso (ed. E/O, 2000) è il romanzo con cui ha esordito la voce letteraria più originale della Germania orientale. “Il cielo almeno non possono dividerlo” disse Manfred. “Sì, invece” disse Rita piano. “Il cielo è sempre il primo ad essere diviso”.

Come i personaggi del suo romanzo, anche Christa Wolf sin da giovanissima si iscrisse al SED (partito socialdemocratico tedesco) egemonico nella DDR, ma dopo qualche tempo capì che nessuna rappresentanza poteva testimoniare la sua dissidenza. Dissidenza rispetto ad un potere corrotto e omologante le cui logiche avrebbero riproposto gli stessi errori di sempre. Così il cielo, come il suolo della città che abitava, si divise di nuovo: quando capì che la cifra della sua libertà e della sua responsabilità le imponevano la necessaria separazione dalla politica maschile. Gli uomini vogliono convincersi che la loro sfortuna viene da un unico responsabile, di cui ci si può sbarazzare facilmente. (René Girard, La violenza e il sacro, citato da C. Wolf)

Il riconoscimento e l’affermazione della radicalità della soggettività femminile si è accompagnata alla riscoperta e alla reinterpretazione filologica di figure archetipiche, epiche, donne sempre fedeli a loro stesse e al loro modo di stare al mondo, cioè vivendo con un sguardo mai subalterno, ma denso di significati. Medea fiera e trasgressiva, è profuga, ma continua ad essere presente a sè ed al suo tempo, provocando lo scandalo della ragione: negando la separazione tra pubblico e privato; non riconoscendo altra autorità se non quella del proprio intuito, irriducibile alla norma dei potenti. Non sono andata via dalla Colchiche per venirmi a sottomettere qui, questi sono i discorsi che fa, e non si lega le ciocche selvagge dei capelli come fanno le donne di Corinto dopo il matrimonio. E corre per le strade come un temporale, e grida quando è arrabbiata e ride forte quando è allegra. (Medea. Voci, ed. E/O, 1996)

Il più bel ricordo di lei ce lo ha offerto la filosofa Chiara Zamboni: era convinta che non l’emancipazione, ma questo instancabile interrogarsi, fare domande, ascoltando l’altra, permettesse di sottrarsi alle orme seguite dagli uomini, senza per questo proporre un modello certo e definito di femminilità.

Christa Wolf, impigliata nella storia per volere e necessità, non si è mai sottratta, coniugando mirabilmente utopia e disincanto, continuando a creare facendo dialogare le sue opere con la sua vita, oltre ogni ideologia.

Il compito che il narratore tedesco del XX secolo si vede assegnato può essere paragonato a un macigno. È una consapevolezza che affiora come un’onda, ed è già troppo tardi per ritirarsi. (in La ragione terrena saggio critico di C. Wolf dedicato a La gita delle ragazze morte di Anna Seghers, ed. La Tartaruga, 1981).

Continua …

…. con un’intervista ad un’importante germanista dell’UniBo.

Laura Testoni

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto