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Cosa non è il rabbino

17 Gennaio 2012
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09/11/2024

Nell’immaginario collettivo il rabbino è identificato come guida spirituale delle comunità ebraiche e come ministro di culto.

Anche se queste definizioni non sono formalmente sbagliate, si tratta comunque di immagini parziali che non rendono giustizia alla complessità delle funzioni e delle caratteristiche proprie di questa figura.
Non possiamo limitarci a considerare il rabbino come analogo ebraico del prete cattolico, del pastore protestante, del pope ortodosso o dell’imam musulmano; ammesso e non concesso che queste figure siano fra loro omologhe, si tratta di capire in una prospettiva sia storica, sia geografica, quando e dove l’istituzione del rabbino assunse ruoli di guida di una comunità ebraica, e in che modo tale ruolo venisse esercitato, con quali condizionamenti ed entro quali limiti formali. Sarà quindi utile chiarire da subito cosa non è un rabbino: non è un sacerdote (non lo è mai stato nella storia), e non è il capo di una comunità ebraica, nel senso che non svolge alcuna funzione politica secolare, che generalmente è affidata a corpi elettivi.

Il neonato Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità – DiSSGeA dell’Università di Padova, diretto dal prof. Giovanni Luigi Fontana, organizza in collaborazione con la Comunità Ebraica di Padova la presentazione del libro “Rabbini” di Gadi Luzzatto Voghera, Editori Laterza. Il volume offre al lettore un percorso di storia istituzionale, con uno sguardo per quanto possibile interdisciplinare con l’obiettivo di chiarire il ruolo svolto dal rabbinato nella lunga storia della civiltà ebraica.
“Rabbini” sarà presentato martedì 17 gennaio alle ore 16,30 nell’Aula Magna del Dipartimento di Storia a Palazzo Luzzatto Dina, via del Vescovado, 30 Padova, alla presenza dell’autore Gadi Luzzatto Voghera. Intervengono Adone Brandalise e Silvana Collodo dell’Università di Padova e Adolfo Locci Rabbino Capo di Padova.

© Riproduzione Riservata
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