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L’Italia dei luoghi abbandonati

10 Gennaio 2012
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22/09/2024

Il 6 gennaio 2012, nelle prime ore del pomeriggio il Dott.

Lucio Maggio, Direttore Amministrativo dell’Università di Catania e l’Ing. Mario Cullurà, dirigente dell’Area della progettazione dello sviluppo edilizio e della manutenzione dell’Ateneo, scorta al seguito composta da agenti di Polizia e Digos (forse pensavano di dover stanare un covo di al Qaeda) hanno sgomberato l’edificio universitario, di via Oberdan- via Carrata, occupato il 5 gennaio dal Collettivo Aleph e ribattezzata CSOA Ziqqurat.

«Le residenze non sono state consegnate benché ultimate perché ci sono problemi di sicurezza: è stato necessario avviare le pratiche per eseguire lavori di consolidamento antisismico», sono le parole con le quali l’Ing.Cullarà ha giustificato la chiusura a doppia mandata della struttura.

Il Movimento Studentesco Catanese (e noi tutti) non desidera mettere a repentaglio la vita di alcuna persona ma si chiede come sia possibile che un edificio la cui ristrutturazione è costata centinaia di migliaia di euro (voci di corridoio parlano addirittura di 6 milioni di euro) e i cui progetti sono passati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, possa risultare inagibile.

Gli studenti (e tutti noi) sono indignati perché si chiedono, per quale motivo all’interno dell’edificio sono stati lasciati armadi, scrivanie, sedie, televisore, impianti di condizionamento dell’aria, nonostante l’inagibilità più volte ribadita.

Cari miei, la “barzelletta”non finisce qui.

La cosa “simpatica”sta nel fatto che chi ha dichiarato l’inagibilità dell’edificio, in altre parole l’Ing. Mario Cullurà, è la stessa persona che ha svolto l’incarico di collaudatore tecnico amministrativo proprio per i lavori di realizzazione dell’immobile.

Lo sdegno, il ribrezzo per quell’atto di sgombero così prepotente e altero, aumenta quando si pensa che quest’azione riconsegna all’oblio e al degrado una struttura di enorme valore.

Purtroppo in Italia siamo abituati a questi scempi, a questi sprechi del pubblico denaro: piscine nascoste tra i palazzi, ville dimenticate nella provincia, caserme militari vuote, ospedali e cinema chiusi, centinaia di edifici abbandonati e ormai in rovina, spesso noti solo agli abitanti del luogo e a Striscia la notizia.

Il Movimento Studentesco Catanese lancia il proprio accorato appello a tutte le forze democratiche, sociali e politiche, che lottano con giustizia contro gli sprechi, per la riappropriazione degli spazi e dei beni comuni.

Gli studenti auspicano un’azione congiunta, sin dai prossimi giorni, per accendere i riflettori sull’insostenibile abbandono dei locali dell’Università, sia per arrivare a svelare il “mistero ” dell’improvvisa inagibilità e la successiva rimozione dei molteplici lucchetti.

Lucia Celenta

© Riproduzione Riservata
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