È ormai cosa nota che le tasse universitarie dovrebbero avere un tetto massimo pari al 20% del finanziamento statale rivolto all’ateneo. Cosa ancora più nota, almeno a tutti coloro che sono costretti a pagare le tasse universitarie, è che spesso e volentieri gli atenei, chiedono molto di più alle tasche degli studenti e delle loro famiglie.
“In questi tre anni ci siamo trovati davanti ad una progressiva riduzione del fondo di finanziamento ordinario con un corrispettivo aumento delle tasse universitarie che ha portato ad oltrepassare il tetto vincolante del 20%, finendo fuorilegge” dichiara l’Unione Universitaria, “si vuole far passare questo ormai famoso tetto del 20% come il minimo della contribuzione richiesta agli studenti (quando invece dovrebbe essere il massimo) e la quota in esubero come la somma necessaria per garantire i servizi”.
Nel bilancio del 2011 dell’ateneo lo sforamento del tetto massimo era intorno al 26%, pari a sei milioni di euro circa. Già questo basterebbe a giustificare la presentazione di un ricorso, ma nell’ultima previsione di bilancio del 2012, le cose sono anche peggiori. Il Cda ha approvato, infatti, un conto che porterebbe lo sforamento del tetto fino al 29%, portando così a otto i milioni di euro che sono richiesti illegalmente alle tasche degli studenti.
Il rettore si giustifica dicendo che queste quote in esubero sono necessarie al mantenimento dei servizi attuali. La preoccupazione maggiore dell’Unione Universitaria è che con il passare del tempo, le quote in esubero siano sempre maggiori e che per mantenere questi “carissimi” servizi, gli studenti e le loro famiglie saranno costretti a pagare sempre di più.
Secondo l’unione universitaria la presentazione del ricorso è un atto dovuto, per salvaguardare gli studenti.
Vincenzo Gatta