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Riqualificazione Centrali Idroelettriche grazie a Univr e Agsm Energia

Redazione Controcampus 11 Giugno 2014
R. C.
12/12/2024

Università degli Studi di Verona - Riqualificazione e valorizzazione delle centrali idroelettriche veronesi Presentazione dei risultati della ricerca per la riqualificazione centrali idroelettriche promossa da Università e Agsm Energia e della quinta edizione di Energita Si è concluso il progetto di ricerca “Il sistema integrato 'irriguo elettrico' veronese di derivazione atesina vicende storiche e prospettive di valorizzazione socio culturale” promosso dall’Università di Verona e Agsm Energia.

Università degli Studi di Verona – Riqualificazione e valorizzazione delle centrali idroelettriche veronesi

Presentazione dei risultati della ricerca per la riqualificazione centrali idroelettriche promossa da Università e Agsm Energia e della quinta edizione di Energita

Si è concluso il progetto di ricerca “Il sistema integrato ‘irriguo elettrico’ veronese di derivazione atesina vicende storiche e prospettive di valorizzazione socio culturale” promosso dall’Università di Verona e Agsm Energia. Il progetto e l’iniziativa “Energita” che si terrà il 13 e 15 giugno sono stati presentati nella sala Barbieri di palazzo Giuliari da Nicola Sartor rettore dell’università, Italo Bonomi, presidente di Agsm Energia, Daniela Zumiani, docente di Storia dell’architettura, Erika Bossum, dottoressa di ricerca e curatrice del progetto e Marco Passigato, mobility manager di ateneo.

“Questa ricerca rappresenta un importante esempio di collaborazione tra università e territorio – ha spiegato Sartor in questo caso con Agsm Energia con cui abbiamo rapporti che mirano, da una parte, alla valorizzazione dell’archeologia industriale, in questo caso lo studio delle vecchie centrali idroelettriche, ma anche a temi più ampi come quello ambientale. Tante sono le iniziative di ateneo che aprono la ricerca al territorio e i joint project ne sono un significativo esempio”. “Una collaborazione che continuerà anche in futuro – ha aggiunto Italo Bonomi – Il rapporto con l’università è importantissimo e continueremo come azienda a collaborare. Sicuramente metteremo nella nostra agenda altri possibili progetti in futuro”.

Progetto per la Riqualificazione Centrali Idroelettriche

Il progetto di ricerca sarà protagonista della quinta edizione di “Energita” promossa da Agsm Energia, Commissione educazione ambientale e risparmio energetico di ateneo e da Fiab – Amici della bicicletta. L’iniziativa si articolerà in due momenti. Venerdì 13 giugno alle 21 nella sede in piazza Santo Spirito si terrà l’incontro dal titolo “Il patrimonio industriale per la produzione di energia idroelettrica” in cui Erika Bossum e Daniela Zumiani presenteranno gli obiettivi e i risultati della ricerca. Domenica 15, alle 9, si potranno invece ammirare dal vivo i luoghi oggetto dello studio con la ciclo-escursione guidata: un percorso di circa 20 chilometri alla Centrale Agsm di Tombetta, Colombarolo di Palazzina e Sorio Vecchia a San Giovanni Lupatoto di Enel, costeggiando le canalizzazioni storiche.

La ricerca per la riqualificazione centrali idroelettriche

La società del gruppo Agsm che intrattiene i rapporti economici e commerciali con la clientela ha finanziato con 60.000 euro il progetto di ricerca triennale che si è svolto nell’ambito del dottorato di ricerca in Beni Culturali e Territorio dell’ateneo. Lo studio, nato con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio legato alla produzione dell’energia idroelettrica veronese attraverso la salvaguardia della memoria storica è iniziato nel 2011, ed è durato 3 anni. A condurre la ricerca Erika Bossum con la supervisione scientifica di Daniela Zumiani docente di Storia dell’architettura dell’ateneo. Nel corso del suo dottorato la Bossum ha analizzato alcune testimonianze del patrimonio architettonico realizzate a cavallo tra Ottocento e Novecento per la produzione di energia idraulica e idroelettrica. Si tratta di strutture di grande interesse e fascino che appartengono all’eredità dell’archeologia industriale veronese. “La ricerca – ha illustrato Daniela Zumiani – si è articolata in varie fasi. In un primo momento c’è stata una ricerca storico-archivistica, ma poi ci siamo posti il problema su come procedere e come finalizzare il lavoro per il futuro. Il nostro obiettivo è che possano essere coinvolti non solo docenti e dottorandi, ma anche studenti”.

RIsultati delle ricerca per la per la riqualificazione centrali idroelettriche

Nel corso dei tre anni di studio, Erika Bossum ha analizzato la formazione del patrimonio veronese nella storia industriale concentrandosi sulle antiche derivazioni atesine urbane e periurbane tra Pilcante (Trento) e Zevio per la produzione di energia idrica. Sei le strutture oggetto dello studio: il sistema del canale industriale, poi canale Camuzzoni; il sistema idroelettrico Perego- Festi Rasini o Santa Caterina, poi Colombarolo-Bassona; il sistema idroelettrico Giuliari Milani; il sistema idroelettrico Medio Adige o Biffis; il sistema irriguo dell’Agro Veronese; il sistema idroelettrico Sava del Comune di Zevio.

L’attenzione è stata inizialmente volta ad aggiornare il panorama bibliografico sul tema; inoltre, sulla base di fonti archivistiche inedite, si è insistito sugli aspetti meno indagati, con l’obiettivo di ricostruire la memoria storica e di restituire identità ai manufatti degni di tutela. Dalle indagini condotte anche in ambito nazionale ed internazionale è risultato che le centrali idroelettriche, dismesse o ancora operative ed i relativi contesti ambientali, caratterizzati dalla presenza dell’acqua e da aree verdi non edificate, costituiscono elementi strategici per la riqualificazione del paesaggio storico in vista di una progettualità volta alla rigenerazione urbana. Sulla base di tali premesse, sono stati valutati i casi di recupero e valorizzazione di centrali contemporanee a quelle veronesi con caratteristiche storiche e ambientali affini ai casi esaminati. Questo al fine di individuare soluzioni possibili per la salvaguardia e la fruizione di queste aree, nell’ottica di una gestione «intelligente» del patrimonio industriale locale.

“Dallo studio – ha spiegato Erika Bossum – è emerso che le centrali possono divenire poli di attrazione e di aggregazione sociale. Anche per la valorizzazione del sistema idroelettrico veronese si potrebbe ricorrere alla catalogazione scientifica di tutti gli edifici dismessi e non, alla catalogazione fotografica dei macchinari, alla rilevazione topografica dei canali minori. Con tali strumenti, il ripristino degli antichi punti di vista e la creazione di nuovi percorsi posti lungo le canalizzazioni non si limiterebbero ad interventi puramente estetizzanti, ma consentirebbe di individuare i modi con cui ricucire al tessuto urbano tali eredità industriali. Focalizzare una nuova attenzione sulle centrali, intese non solo come spazi produttivi, ma anche come luoghi contemporanei di cultura e conoscenza, attraverso l’organizzazione di eventi, manifestazioni, itinerari tematici, consentirebbe di guidare i cittadini alla sensibilizzazione sui temi quali la sostenibilità delle fonti rinnovabili, in questo caso l’acqua, e di avvicinarsi ad una realtà urbana fino ad ora sconosciuta, fruendo dei percorsi storici immersi nel verde, che collegano i diversi sistemi idroelettrici del veronese”.

Durante i tre anni di dottorato, Erika Bossum ha trascorso anche un periodo di studi all’estero, traendo spunti interessanti per il suo lavoro di ricerca. Grazie infatti ai proventi della campagna 5 per mille di Ateneo, la Bossum è stata ospite del “Centro de investigaciones interdisciplinarias en ciencias y humanidades all’Universidad nacional autonoma de Mexico” dove ha potuto mettere a confronto la sua analisi dedicata alle strutture veronesi con quella di Necaxa, il primo impianto idroelettrico ad essere realizzato in America Latina e Los Dinamos, un parco ecologico urbano ubicato nel centro di Città del Messico.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto