Università degli Studi di Parma - L’Università di Parma celebra Bernardo Bertolucci: l’Ateneo della città natale del Maestro di “Prima della rivoluzione” e dell’“Ultimo imperatore”, di “La strategia del ragno” e di “Il tè nel deserto” gli conferirà la laurea magistrale honoris causa in “Storia e critica delle arti e dello spettacolo”
Il prossimo 16 dicembre al Teatro Regio di Parma, in concomitanza con l’apertura del nuovo anno accademico, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini e di numerose autorità della cultura, della politica e dello spettacolo.
Il Rettore Loris Borghi aveva recentemente inoltrato al Miur la richiesta di conferimento della laurea su proposta del Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società dell’Università di Parma, e oggi è pervenuto il nulla osta del Ministro Giannini.
“Desidero formulare un ringraziamento sentito e particolare al Ministro Giannini per la tempestività e la cura con la quale ha seguito la nostra richiesta di assegnazione – ha detto il Rettore Loris Borghi -. Si tratta di un evento di grande importanza, non solo per l’Ateneo ma per la città di Parma e il suo territorio, che tanta parte hanno avuto nella formazione del Maestro, nella creazione e nella sintassi stessa delle sue opere, filmiche e letterarie”.
La scelta del 2014 è tutt’altro che casuale, poiché si tratta di un anno di anniversari per Bernardo Bertolucci e per la sua famiglia.
Cinquant’anni fa, il 12 maggio 1964, infatti, “Prima della rivoluzione”, la sua opera seconda ma certo la più importante della sua prima fase produttiva, fu presentato al Festival del cinema di Cannes (dove tra l’altro nel 2011 a Bernardo Bertolucci è stata assegnata la Palma d’oro alla carriera), per uscire poi nelle sale italiane nel mese di ottobre.
Trent’anni fa, il 15 novembre 1984, l’Università di Parma conferì la laurea honoris causa in Materie letterarie ad Attilio Bertolucci, padre di Bernardo e tra i massimi poeti del Novecento italiano.
“Posso dire che per noi è un grande onore: un tributo doveroso dell’Ateneo, e anche della città, nei confronti di uno dei più grandi Maestri della storia del cinema, non solo italiano ma internazionale – commenta il Rettore Loris Borghi –. Bernardo Bertolucci ha firmato capolavori indiscussi e tanta parte ha avuto, con il suo lavoro, nella costruzione di un immaginario culturale collettivo. Un maestro che vive lontano e che ha lavorato tanto all’estero ma che è partito da qui, e per il quale questo territorio e i suoi “umori”, i suoi saperi, le sue atmosfere, sono stati spesso fonte d’ispirazione. Con questa laurea rendiamo omaggio alla sua creatività, al suo impegno, al suo amore per l’arte, alla sua passione, alla sua capacità d’innovare: a una produzione, cinematografica ma non solo, che si può certo definire straordinaria”.
La laurea honoris causa conferita a Bernardo Bertolucci dall’Università di Parma il 16 dicembre sarà il fulcro di una serie di iniziative in onore del Maestro, ma anche del padre Attilio e del fratello Giuseppe, che prenderanno il via a Parma a partire dal prossimo autunno: progetti che coinvolgeranno la cittadinanza e le scuole, realizzati con il sostegno delle istituzioni cittadine e di aziende, associazioni, realtà diverse del territorio.
Il programma delle iniziative sarà presentato a breve.
CURRICULUM VITAE DI BERNARDO BERTOLUCCI
Nato a Parma il 16 marzo 1941, Bernardo Bertolucci è il figlio del poeta Attilio Bertolucci e di Ninetta Giovanardi. Cresciuto assieme a suo fratello Giuseppe (anche lui regista cinematografico e noto autore teatrale), è il nipote del produttore cinematografico Giovanni Bertolucci.
Fin da piccolo respira aria di cinema in casa sua che, da adolescente, lo spingerà a realizzare cortometraggi in 16 mm come “Morte di un maiale” e “La teleferica” (1956-1957), girati nella casa di Casarola sull’Appenino emiliano. Decisiva per la sua carriera un’amicizia, quella con Pier Paolo Pasolini, presentatogli da suo padre quando il regista prenderà casa vicino alla loro.
Iscrittosi alla Facoltà di Letteratura Moderna dell’Università La Sapienza di Roma, abbandona gli studi per dedicarsi al cinema. Il primo lavoro (trovatogli dal produttore Cino Del Duca) è quello di assistente regista di Pasolini nella pellicola “Accattone” (1961) con Franco Citti e Adriana Asti (che sposerà); poi nel 1968, firma con Dario Argento e Sergio Leone il capolavoro del cinema “C’era una volta il West” (1968).
Il debutto: La comare secca di Bernardo Bertolucci
Nel 1962, con Tonino Guerra come produttore, realizza il suo primo lungometraggio “La commare secca”, su soggetto e sceneggiatura di Pasolini (che inizialmente avrebbe dovuto esserne regista). Il film narra, attraverso dei flash-back, l’indagine su un caso di omicidio nella periferia romana e che ha come vittima una prostituta. Una pellicola modesta e forse scontata, ma che è il primo passo per un cinema “diverso”.
Prima della rivoluzione e Partner di Bernardo Bertolucci
Dopo essere stato montatore del documentario di Laura Betti “Il silenzio è complicità” (1976), firma la sua pellicola più vicina alla Nouvelle Vague (per eccesso di letterarietà poetica, per il preziosismo delle immagini sopra le righe, per la voce fuori campo, per il montaggio delle sequenze, per l’originalità delle inquadrature) “Prima della rivoluzione” (1964), crisi morale e sociale di un giovane borghese, dove si delinea per la prima volta il suo comunismo e la sua utopia politica.
Sempre seguendo il suo personale discorso esistenzialista arriva “Partner” (1968) con Stefania Sandrelli, tratto dal romanzo “Il sosia” di Fedor Dostoevskij, al quale si aggiunge l’episodio “Agonia di Amore e rabbia” (1969) firmato con Carlo Lizzani, Godard, Marco Bellocchio e Pasolini.
Il capolavoro: Il conformista di Bernardo Bertolucci
Il suo primo film di successo unanime di pubblico e critica fu il capolavoro “Il conformista”(1970), tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, dove impone ancora una volta la Sandrelli, e la affianca a Dominique Sanda (scelta visto il costo troppo alto di Brigitte Bardot). Questa angosciosa parabola di una vita e di un’epoca sbagliata serve a Bertolucci per analizzare con uno stile personale il nauseabondo e sarcastico fascismo quotidiano, omaggiato da un Premio Interfilm e dal Premio Speciale dei Giornalisti, ma soprattutto da una candidatura all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
La strategia del ragno di Bernardo Bertolucci
Parallelamente traspone sul grande schermo il racconto “Tema del traditore e dell’eroe” di Jorge Luis Borges con il titolo di “La strategia del ragno” (1970), con Alida Valli. L’opera è una delle più suggestive del cinema italiano grazie alla leggerezza della struttura narrativa poliziesca, nella quale si fonde il realismo padano e crepuscolare.
Lo scandaloso Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci
Nel 1972 arriva il clamoroso successo di “Ultimo tango a Parigi” con un grande Marlon Brando e Maria Schneider in una delle più memorabili tragedie dello schermo. Il pubblico reagisce in maniera entusiastica (applausi interminabili) a questo lungimirante dramma erotico fra una giovane di vent’anni e un uomo di quaranta che scatenerà un ciclone di scandali, sequestri, polemiche e perfino condanne al rogo, ma che porterà nelle sale ben 14 milioni di spettatori (compresi quelli della riedizione del 1987 da Titanus, dopo la sentenza di oscenità del 17 febbraio). Il motivo è la vasta presenza di spudorati nudi frontali e una scena (la più scabrosa secondo alcuni) con un uso “improprio” del burro. Bertolucci viene condannato a 4 mesi per oscenità, ma la Storia del Cinema è cambiata ormai e, a confermarlo, arriva un Nastro d’Argento e una candidatura all’Oscar come miglior regista.
L’epico Novecento di Bernardo Bertolucci
Chi pensò che Bertolucci non avesse più niente da dire e avesse toccato l’apice del suo successo artistico (ancora lontano) con questa pellicola, si dovette ricredere, perché a incrementare la sua popolarità arrivò l’epico “Novecento” (1976) con un cast mostruoso (Robert De Niro, Gérard Depardieu, Sandrelli, Sanda, Valli, Burt Lancaster e tanti altri ancora). Una metafora di mezzo secolo, con cui il regista trasfigura un melodramma familiare italiano favoloso e talmente massiccio da essere diviso in due atti.
Il bisogno di film più intimi di Bernardo Bertolucci
Dopo tanta grandezza sente l’esigenza di farsi più intimo, di restringersi, e arriva “La luna” (1979), con Roberto Benigni, nel quale si affronta il tema della droga e dell’incesto e che gli permette di imporsi definitivamente come un regista che si ama o si odia. A completare questa necessità del piccolo arriva “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) con Ugo Tognazzi e Vittorio Caprioli, sul difficile rapporto fra genitori e figli affrontato a tratti con amarezza, con autoironia e con poesia.
Nove premi Oscar per L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci
Negli anni Ottanta arriva il kolossal, la punta di diamante della sua carriera: “L’ultimo imperatore” (1987), con Peter O’Toole diretto in Cina con una straordinaria potenza visiva. Tratto dall’autobiografia “From Emperor to Citizen – The Autobiography of Aisin-Gioro Pu Yi” di Henry Pu-yi, il regista parmense racconta la solitaria storia dell’ultimo imperatore cinese, costretto a passare dalla prigionia reale e nobile della Città Proibita a quella dell’esilio forzato a Pechino. “L’ultimo imperatore” si guadagna ben nove Oscar, fra cui quelle per la migliore sceneggiatura non originale e quella per il miglior regista, e fa anche incetta di BAFTA, César, David di Donatello, Golden Globe, European Award e Nastri d’Argento.
Carnalità contro spiritualità di Bernardo Bertolucci
Dopo una tale fatica si concede a piccoli progetti corali come “12 autori per 12 città” (1990) con Michelangelo Antonioni, suo fratello Giuseppe Bertolucci, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Francesco Rosi, Mario Soldati, Franco Zeffirelli e Lina Wertmüller, raccontando la sua Bologna. Ma si dedica anche a “Il tè nel deserto” (1990) con John Malkovich, uscendone ricco di nuove forme, sensazioni, pulsioni, tristezze e fragilità. La storia di una coppia che si perde in un viaggio in Africa dove incontrerà carnalità e morte si contrappone a quella piena di spiritualismo, cultura e sofisticatezza intellettuale del Piccolo Buddha (1993).
I film dedicati ai giovani di Bernardo Bertolucci
Dopo tre anni torna alla carica con “Io ballo da sola” (1996) con Stefania Sandrelli, educazione sentimentale di una ragazza americana alle prese con la propria sessualità. Ma non gli basta, vuole andare ancora più a fondo e costruire un nuovo dramma da camera: arriva “L’assedio” (1998), tratto da un racconto di James Lasdun, dove il fascino del confronto elementare fra uomo e donna è costretto a sopravvivere e bruciare in uno spazio delimitato, oltre il quale ci sono altre vite, altre responsabilità, altre realtà. Un meccanismo che si ritrova anche in “The Dreamers – I sognatori” (2003), all’interno del quale il ménage a trois di tre giovani ragazzi francesi nel pieno del ’68 diventa un modo per dichiarare amore eterno al cinema, erudito o meno.
I suoi ultimi tre film sono quelli che ogni giovane dovrebbe vedere almeno una volta nella propria vita. Il primo insegna una nuova concezione per vivere se stessi durante l’adolescenza, quando le scelte fondamentali sono ancora da compiere e si ha la necessità di esperienze che devono andare oltre l’influenza ambientale ed essere solo ed esclusivamente personali. Il secondo offre allo spettatore più giovane l’apertura mentale necessaria perché non si faccia resistenza di fronte al prossimo, ma lo si accolga in tutti i suoi bisogni, desideri e pulsioni. E il terzo è senza alcun dubbio un manifesto della libertà sessuale, mentale e spirituale.
A distanza di diversi anni presenterà a Cannes “Io e te”, tratto da un romanzo di Niccolò Ammaniti.
I documentari di Bernardo Bertolucci
Non meno interessanti sono i suoi documentari, partoriti principalmente intorno agli anni Sessanta come “Il canale” (1966) e “La via del petrolio” (1967), ma anche “La salute è malata” (1971) e l’accorato “L’addio a Enrico Berlinguer” (1984).
Onori
Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia, Bernardo Bertolucci ha ricevuto una Palma d’oro onoraria a Cannes nel 2011.
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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