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Nuove scoperte del Poliba alla vigilia dell’Ostensione Sindone 2015

Redazione Controcampus 8 Aprile 2015
R. C.
29/03/2024

Politecnico di Bari - Dopo il workshop di Bari.

Alla vigilia dell’Ostensione Sindone di Torino, pubblicate nove nuove ricerche sulla Santa Sindone

Le ricerche, presentate a Bari lo scorso settembre sulla Santa Sindone, contribuiscono significativamente a dare soluzione alla principale domanda a cui la scienza da 113 anni non riesce a rispondere: come si è formata l’immagine di quell’Uomo che ha turbato e commosso l’umanità intera?

Domenica 19 aprile, le porte della cattedrale di San Giovanni a Torino si apriranno per l’Ostensione Straordinaria della Santa Sindone. Fino al 24 giugno, l’evento consentirà a centinaia di migliaia di pellegrini (le prenotazioni, provenienti da tutto il mondo, hanno raggiunto quota oltre 1 milione!) l’opportunità di vedere e venerare il Telo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce. Lo farà anche Papa Francesco che ha assicurato la sua presenza il 21 e 22 giugno.

L’Ostensione della Sindone si offre all’indomani di un importante workshop internazionale, ATSI 2014 “Advances in the Turin Shroud Investigation 2014” dedicato ai più recenti studi scientifici sul sacro Telo. All’evento, tenutosi a Bari lo scorso settembre 2014 e curato, a livello locale, dal sindonologo prof. Francesco Lattarulo con il supporto del Politecnico di Bari, dell’Università “Aldo Moro” e la collaborazione del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, vennero presentate 19 nuove ricerche sulla Sindone. Di queste, dopo una attenta analisi e valutazione di un’apposita commissione, 9 sono state pubblicate su una rivista internazionale on-line specializzata, Shs Conferences.

Le ricerche sulla Santa Sindone

Le ricerche pubblicate contribuiscono significativamente a dare soluzione alla principale domanda a cui la scienza da 113 anni non riesce a rispondere: come si è formata l’immagine di quell’uomo sul telo. Fra i vari meccanismi ipotizzati in letteratura, nel workshop di Bari si è specialmente dato credito ad una fenomenologia naturale spiegabile con un complesso approccio multidisciplinare. Sono infatti state chiamate in causa simultaneamente nozioni di elettrostatica, geofisica e chimica. I risultati esposti e discussi nel workshop rivengono da esperimenti che sono stati metodicamente condotti sia in determinati siti naturali ad alto tasso di radon (gas radioattivo) ambientale, sia tramite sofisticati artifici messi a punto nel laboratorio Alte Tensioni dell’Università di Padova. Il team impegnato nelle predette indagini, dove si rileva la presenza dello stesso prof. Lattarulo, ha dedotto che un plausibile meccanismo di formazione dell’immagine umana impressa sul telo torinese sia caratterizzato dalla proliferazione di deboli scariche elettriche innescate nell’intercapedine fra il corpo esamine ed il telo sindonico che lo avvolgeva a diretto contatto. Si tratta di scariche, superficiali ai corpi conduttori, riconducibili quindi ad una fenomenologia elettrostatica che può originarsi a seguito di attività tellurica quando questa è accompagnata da una eccezionale ionizzazione dell’aria ambientale per risalita di radon dal sottosuolo. L’indagine, condotta osservandone gli effetti impressivi naturali su tessuti che avvolgevano manichini antropomorfi ed altri oggetti di varia forma, si è completata con l’osservazione microscopica delle fibrille costituenti i fili e la trama dei tessuti impiegati. Di notevole interesse è rilevare che le caratteristiche chimico-fisiche analizzate a livello microscopico dei marchi così ottenuti sono essenzialmente le stesse osservabili sulla Sindone. A livello macroscopico, il trasferimento dell’informazione tridimensionale priva di deformazione, notoriamente apprezzabile sul negativo della figura umana impressa sulla Sindone, è stato pure riprodotto in modo soddisfacente solo negli esperimenti condotti in modo naturale nei predetti siti con significativa attività tettonica ed effusione di radon. In altre parole, è stato notato che questo interessante risultato non riesce ancora perfettamente nelle simulazioni di laboratorio tramite la produzione artificiale di intensi campi elettrici idonei a ionizzare l’ambiente aereo circostante. Ulteriori tentativi sono ancora richiesti per rendere la modalità sperimentale condotta in laboratorio, che per varie ragioni di praticità e di metodo d’approccio si presenta preferibile, più aderente al processo elettrostatico naturale precedentemente richiamato.

Di notevole rilievo nel workshop sono stati inoltre gli studi comparativi fra Sindone di Torino e Sudario di Oviedo (Spagna). Una ricerca sperimentale, condotta da un gruppo di sindonologi spagnoli e sviluppatasi in due pubblicazioni complementari, ha permesso di rilevare sorprendenti concordanze fra i decalchi ematici, a livello cefalico, impressi su quei due tessuti. Per “sudario” deve intendersi un pezzo di stoffa usato un tempo per detergersi dal sudore; si ritiene che quello conservato ad Oviedo sia stato incidentalmente impiegato mentre la testa del corpo esamine era ancora in posizione verticale, quindi all’atto iniziale della deposizione dalla croce e prima della preparazione della salma nei teli funerari. Giova rilevare come la suddetta indagine comparativa sia stata successivamente confermata dai risultati recentemente pubblicati da un’altra equipe spagnola dai quali si rileva la presenza di una stessa specie di polline, tipico dell’area mediorientale, ritenuto essersi ancorato su entrambi i teli già dall’epoca degli eventi narrati nei Vangeli.

Altrettanto interessanti sono i richiami, espressi a seguito di studi condotti in ENEA (Frascati), ad ingannevoli effetti ottici che inducono ad errori di percezione visiva ed il cui effetto concreto è quello di rendere contestabili alcune lievi impronte sindoniche, sussidiarie a quella umana, associabili secondo alcuni alla presenza sul corpo dell’Uomo della Sindone di monete ed iscrizioni d’epoca greco-romana, nonché di mazzetti di fiori tipici della Palestina. Ne é scaturita la necessità indifferibile di perfezionare la riproduzione di copie sindoniche, con specifico riferimento a quelle destinate a scopi di indagine scientifica sempre più sofisticata, secondo rigorosi metodi così come sono stati proposti nello stesso workshop da un gruppo di accademici torinesi.

A queste indagini si affianca un importante studio archeologico israeliano dove si evidenzia la manifattura più raffinata del telo torinese rispetto a quella tipica dei tessuti prodotti nella Terra di Israele al tempo di Gesù. La trama del telo sindonico e la speciale torcitura del filo evocano infatti una provenienza greco-romana ed una collocazione temporale della sua produzione a telaio che può estendersi dalla dominazione romana al Medio Evo. Quest’ultima considerazione da un lato concede una possibile collocazione storica del telo torinese al tempo dei racconti evangelici, dall’altro non consente ancora di contestare in modo definitivo la controversia sulla datazione, ancora attestata all’epoca medievale, secondo il discusso ed eccezionale esame radiocarbonico eseguito nel lontano 1988.

In ambito umanistico appare di speciale interesse anche l’indagine tesa ad indicare l’uso sussidiario di un bendaggio, effettuato esternamente alla Sindone sistemata in diretto contatto con il corpo esamine, che avrebbe completato il trattamento funerario. Con riferimento alla descrizione evangelica di Giovanni, nonché in conformità alla tradizionale iconografia orientale, sarebbero questi i teli esterni che si resero immediatamente visibili   a coloro che si recarono al sepolcro. Da sottolineare che l’impressione priva di deformazione della figura umana sulla Sindone risulterebbe compatibile con la sua aderenza tramite fasce esterne stringenti – quindi priva di significativi distacchi dal corpo esamine – solo in riferimento all’agente esogeno di natura elettrostatica prima accennato. Sussiste pertanto una sorprendente ancorché incidentale conciliazione logica fra i contenuti di indagini condotte in ambiti così diversi quali quello scientifico e quello umanistico.

In conclusione, alcuni elementi appaiono sempre più condivisibili sulla base di elementi scientifici aggiornati: i risultati in possesso consentono di affermare con certezza che l’immagine è stata prodotta attraverso un processo chimico-fisico naturale che ha realmente coinvolto il cadavere di un essere umano. Ben documentate, come appartenenti al gruppo sanguigno raro AB, sono le tracce di sangue presenti sul telo. Nonostante la Chiesa non abbia mai sostenuto la sua autenticità, riservandole piuttosto l’attributo di oggetto di culto che di reliquia, nessuno è mai stato in grado di riprodurre o di spiegare una presunta contraffazione della Sindone. Ora, questi studi presentati a Bari e pubblicati alcune settimane fa possono aiutare la scienza a ricostruire la storia di un Uomo che ha turbato e commosso l’umanità intera.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto