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No all’amnistia per chi ha gettato il calcio nel fango

16 Giugno 2006
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22/09/2024

E’ bastata una buona ma non entusiasmante vittoria dell’Italia contro il Ghana per dare il via a ciò che più i veri sportivi italian E’ bastata una buona ma non entusiasmante vittoria dell’Italia contro il Ghana per dare il via a ciò che più i veri sportivi italiani temevano.

Da più parti, infatti, pare stia circolando l’idea che un eventuale successo degli Azzurri ai Mondiali potrebbe essere il pretesto per un’amnistia generale della vicenda legata all’ex Amministratore Delegato della Juventus, Luciano Moggi, e ai suoi rapporti compromettenti con vertici federali, arbitri e esponenti di altre squadre.
Una simile maliziosa proposta, ovviamente, va rigettata con forza; così come ha fatto, per fortuna, il ministro Melandri.
Negli anni passati abbiamo spesso avuto dimostrazioni di come l’etica sportiva e il mondo del calcio italiano siano un po’ come il diavolo e l’acqua santa: vale a dire, due entità estranee, come due rette che corrono parallele all’infinito, senza sfiorarsi mai nemmeno per un momento. L’esagerato campanilismo delle tifoserie, disposte a perdonare qualsiasi sconcezza per ottenere risultati positivi da parte delle proprie squadre di club e sempre pronte a paventare complotti e ad effettuare attacchi gratuiti verso le società nemiche in caso di sconfitta (basti pensare alla famosa vicenda della flebo di Cannavaro: il filmato risaliva al 1999, quando il giocatore era del Parma; ma da molti ambienti sono comunque partiti attacchi insensati contro la Juventus, che almeno in quell’occasione evidentemente non poteva essere implicata in alcun modo), non ha fatto altro che facilitare la presa di potere da parte di dirigenti del tutto estranei alla cultura sportiva. Se il calcio in Italia si è rivelato tanto marcio, la colpa è anche dei cosiddetti “appassionati”; che appassionati di vittorie lo sono di certo, mentre magari un po’ meno lo sono di come tali vittorie possano venire ottenute.
Adesso, però, si è definitivamente passato il limite di ogni decenza. Arrivare ad ipotizzare la salvezza per tutti a seguito di una vittoria italiana ai Mondiali (vittoria peraltro improbabile, ma questo è un altro discorso) è ridicolo ancor prima che disonesto.
Il calcio in Italia deve diventare quello che forse, e per colpa anche dei tifosi, non è mai stato: un semplice sport. Quindi qualcosa di pulito, con degli intenti pedagogici positivi per i più giovani.
Bisogna vigilare contro qualsiasi tentativo di colpo di spugna. Anche il più minimo accenno ad atteggiamenti clementi verso gli esponenti di un sistema corrotto e da rifondare deve essere sdegnosamente rifiutato dai veri sportivi italiani. Ammesso che ce ne siano ancora.

© Riproduzione Riservata
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