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L’OpenGov e la Democrazia dell’avvenire

13 Novembre 2010
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19/04/2024

Favorire e accrescere l'effettività della trasparenza a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione attraverso la legittimazione di un rapporto dialogico e collaborativo con i cittadini amministrati, ottenibile tramite le nuove tecnologie della comunicazione e le loro potenzialità pubblicistiche.

E’ questo l’intento della neonata Associazione Italiana per l’Open Government che riunisce docenti esperti di diritto e di nuove tecnologie, giornalisti, funzionari della PA e del privato ed altri componenti della società civile impegnati nella redazione on-line e in progress di un Manifesto come prima iniziativa per sensibilizzare la cittadinanza italiana e i decisori pubblici alle opportunità dell’Open Government, iniziativa di cui non si rileva quasi traccia sui mass media italiani di quest’ultima settimana che è un piccolo ma importante evento telematico.

Cosa è O.G. – Nell’introduzione ai punti del Manifesto, Il Governo Aperto è presentato come la dottrina secondo cui l’amministrazione deve essere trasparente a tutti i livelli e consentire un controllo continuo del proprio operato mediante l’uso delle nuove tecnologie. La trasparenza a tutti i livelli come base per la collaborazione tra singoli cittadini e istituzioni si ottiene mettendo in condizione le persone di apportare un proprio contributo alla costruzione di politiche condivise: ciò presuppone che si realizzino le possibilità affinché si incarni il modello del cittadino informato (ovvero, sotto traccia, che possa informarsi attivamente in modi innovativi)!

Cosa è Open Data – “Raw data now!”, ossia “Liberate i dati adesso” è lo slogan coniato da Tim Barners Lee, informatico britannico tra gli inventori del WWW e grande sostenitore dell’O.G. In esso infatti la materia principe dell’informazione sarebbe rilasciata direttamente dalle amministrazioni che, approntando i propri data base a modelli di tipo “open“, consentirebbero alla cittadinanza di fruire liberamente dei dati riguardanti tutto ciò che rientri nell’interesse generale. E’ solo a questo punto che calando questa struttura informativa aggregata, pubblicata, classificata e aperta alla consultazione al riuso, negli ambienti comunicativi ad alto potenziale partecipativo, si otterrebbe un grande sistema di scambio tra amministrati e decisori, garantendo un controllo pubblico sull’ operato di questi ultimi.

Ovviamente l’Open Government sussiste sulla previa identificazione di cosa rientri nell’interesse generale e si costruisce entro i limiti stabiliti dalla legge (cioè, ad esempio, la trasparenza “a tutti i costi” non deve ledere la privacy di nessuno!). Anzi, senza arrivare alla nozione di “interesse generale” ,nel nostro ordinamento, la conoscibilità dell’informazione pubblica del cittadino dipende proprio dal requisito dell’interesse: detto in breve, se io non ho un interesse specifico, qualificato, oltre a quello di essere semplice cittadino, non ho un diritto a conoscere una informazione che pure è pubblica. Per cui non tutto ciò che è pubblico è pubblicabile.

O.G. nel mondo – L’obbligo per ogni potere (statale o locale) ad agire secondo criteri di trasparenza, partecipazione e collaborazione con i cittadini è e resta ancora una delle priorità dell’amministrazione Obama: gli Stati Uniti hanno deciso di rendere trasparente e controllata l’azione del governo statunitense offrendo al cittadino una maggiore partecipazione e controllo dell’efficacia e dell’efficienza della macchina governativa. La direttiva sull’ Open Government statunitense rappresenta ad oggi un modello imprescindibile. L’Open Government è iniziativa strutturale e concreta anche in Gran Bretagna, Finlandia, in Australia, Nuova Zelanda, Giappone e in Canada.

L’iniziativa è, come detto, in progress: chiunque sia interessato può interagire da varie piattaforme fino al 15 novembre prossimo. Mentre è fissata per il 30 novembre la sua pubblicazione ufficiale.

Raffaele La Gala

© Riproduzione Riservata
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