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Se anche il ministro Gelmini vota contro la sua stessa riforma..

27 Novembre 2010
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25/04/2024

Attimi di vero e proprio imbarazzo alla Camera, proprio quando si decidevano le sorti del ddl Gelmini.

Giovedì 25 novembre, giorno in cui si esaminavano gli emendamenti alla riforma universitaria proposta dal Ministro Mariastella Gelmini, è avvenuto ciò che nessuno mai si sarebbe mai aspettato. Un errore, una distrazione che ha lasciato il segno.

Ecco cosa è accaduto.

Al momento della votazione finale, quando ogni deputato era tenuto ad esprimere il proprio parere favorevole o contrario nei confronti della riforma, i ministri dell’Istruzione Mariastella Gelmini e per la Giustizia Angelino Alfano hanno votato a favore degli emendamenti proposti da Futuro e Libertà.

Proprio così: la Gelmini, “madre” del sempre più discusso decreto legge, ha voltato le spalle alla sua amata “creatura”. Ma l’ha fatto involontariamente, come tiene a sottolineare lo stesso ministro.

E così i ministri Gelmini ed Alfano, accortisi dello spiacevole inconveniente, hanno pensato bene di “autodenunciarsi” al presidente di turno, il ministro Rosy Bindi, chiedendo la correzione del voto appena espresso. Nel votare, infatti, i due ministri hanno premuto per sbaglio il tasto “” invece del tasto “no”.

Inconveniente che non è passato inosservato al Roberto Giachetti del Partito Democratico che, prontamente, dice la sua: “Se anche i due ministri, seppure erroneamente, cominciano a votare con le opposizioni ne siamo felici. Credo sia un buon segnale per chi in tutta Italia sta protestando: vuol dire che qualcosa sta cambiando ed una svolta è possibile. Noi ne prendiamo atto ben volentieri”.

Ma il Rosy Bindi decide di intervenire e ferma il ministro Giachetti: ”La invito a non confondere le scelte politiche con la semplice distrazione che può capitare anche a chi siede al Governo”.

A questo punto qualche domanda sorge spontanea: è stato “solo” un errore? E’ stato “solo” un lapsus? O forse, sotto sotto, neanche lo stesso ministro Gelmini sembra credere poi così tanto nella sua stessa riforma? Chissà..

Sebastiano Liguori

© Riproduzione Riservata
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