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L’ immensa eredità archeologica del Golfo del Messico

4 Dicembre 2010
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14/12/2024

Il Golfo del Messico è ancora oggi fonte di curiosità, mistero e continuo studio da parte di storici e ricercatori di tutto il mondo, per il suo immenso patrimonio archeologico.

Recenti studi del gruppo dell’ antropologo Hector Neff dell’ Università della California avrebbero dimostrato che la civiltà degli Olmechi, fiorita in Messico, oltre tremila anni fa, sarebbe la madre di tutte le civiltà mesoamericani. Il termine “Olmechi” significa “la gente di gomma”; infatti, nella zona del Golfo sono presenti degli alberi della gomma, che venivano utilizzati in diversi modi. Nel 1862 un contadino trovò in un piccolo villaggio del Messico un grande “testone”(privo di corpo) in pietra, scolpito a tutto tondo. Nel luogo del ritrovamento si precipitò un grande archeologo, Malgar Serrano. Ciò che colpì in modo impressionante l’ uomo fu il fatto che il volto della grande scultura rappresentava un Etiope, quindi era molto probabile che in quel territorio fossero vissuti dei neri. Da quel momento furono scoperte altre sedici teste senza corpo e strane sculture senza braccia. Ancora oggi è difficile capire chi fossero realmente gli Olmechi. Si pensa che questa popolazione avesse degli importanti contatti con il popolo egiziano e che discendesse dalle popolazioni asiatiche. Sta di fatto che ad un certo punto le grandi teste senza corpo sono state sotterrate e alcune di loro anche danneggiate senza alcun motivo. Frutto di una guerra fra popoli? O è stata proprio la civiltà che le aveva create a distruggerle? Forse consapevoli del fatto che sarebbero accaduti degli eventi pericolosi. Quel che è certo è che, prima dell’avvento dell’era cristiana, gli Olmechi svanirono nel nulla. Oggi è possibile visitare il loro mondo attraverso il parco-museo di Villahermosa, dove sono presenti le quattro delle famose teste di pietra e tutti gli oggetti di questa misteriosa civiltà.

Carmen Cospite

© Riproduzione Riservata
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