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Via al bio restauro: Cesare Brandi avrebbe approvato?

24 Dicembre 2010
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28/03/2024

Con il biorestauro sono state "salvate" la Pietà Rondanini, alcune guglie del Duomo di Milano e parte della facciata dell’Università Statale e di Santa Maria delle Grazie.

il “Desulfovibrio vulgaris”, un batterio in grado di mangiare i depositi neri che ricoprono statue, portali, facciate di chiese e monumenti.

La scoperta è merito dei ricercatori del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche della facoltà di Agraria di Milano, diretti dalla professoressa Claudia Sorlini. Tecnicamente, il batterio trasforma i solfati in idrogeno solforato, i nitrati in azoto molecolare e la sostanza organica in anidride carbonica, tutti gas che poi si disperdono nel’aria.
I batteri, fatti crescere in coltura, sostituiscono così i prodotti chimici e le azioni meccaniche. Si cancellano così le tracce del tempo cosa che sicuramente il grande storico e critico d’ arte Cesare Brandi non avrebbe approvato.

Secondo lo studioso infatti, il restauro avviene secondo coscienza.
Ogni opera d’ arte ha un’unità potenziale che il restauro deve mirare a ristabilire. Diceva Brandi:”Qualsiasi comportamento verso l’ opera d’ arte ivi compreso l’ intervento del restauro dipende dall’ avvenuto riconoscimento o no dell’ opera d’ arte come opera d’ arte. Molto importante per il teorico è anche la Patina che dal punto di vista estetico dovrà essere sempre conservata. Ora ci chiediamo, con l’ avvento della tecnologia e delle scoperte scientifiche le “nostre” opere d’ arte conserveranno sul serio l’ aspetto originario o lasceremo ad un batterio il loro destino?“.
Ai posteri l’ ardua sentenza…

Carmen Cospite

© Riproduzione Riservata
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